PISCINA COMUNALE DI LATINA, BONO (M5S) INTERROGA LA GIUNTA: “POSSIBILITÀ DI FAR DECADERE LA CONCESSIONE?”

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Piscina comunale
Piscina comunale dall'esterno

Piscina comunale di Latina, il consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle Gianluca Bono interroga il Sindaco

È un vecchio pungolo politico del consigliere comunale Gianluca Bono, quello della piscina comunale tra denunce pubbliche ed esposti. In particolare, nel 2013, da attivista del Movimento Cinque Stelle, Bono promosse un esposto alla Procura della Repubblica di Latina in merito allo sciagurato project financing della piscina comunale che, in seguito, divenne un’interrogazione parlamentare da cui, a sua volta, si originò l’inchiesta Olimpia la quale, ad oggi, tra lungaggini e qualche avvenuta prescrizione, è un processo che vede alla sbarra ex esponenti politici dell’era Di Giorgi, dirigenti, dipendenti comunali e imprenditori.

Gianluca Bono

Divenuto consigliere comunale, Bono torna a battere sulla piscina in concessione a un privato dal 2006. Croce e non delizia anche dell’attuale amministrazione e della precedente a guida Coletta, sulla piscina Bono ha presentato un’articolata interrogazione al Sindaco di Latina Damiano Coletta e alla sua Giunta in cui rispolvera lo stato dell’arte e avanza domande le cui risposte sono ancora in sospeso. 

“In questi ultimi anni – scrive il pentastellato – cittadini e media hanno più volte evidenziato carenze igieniche e di sicurezza riferibili agli spogliatoi e alle docce maschili (presenza di muffe e scarafaggi nelle docce, sporcizia sopra e all’interno degli armadietti, presenza di ruggine su diverse strutture in ferro, vetrate sporche e ricoperte da ragnatele, corridoi privi di tappetini anti scivolo, estintori scaduti) nonché alla presenza di maioliche della vasca natatoria interna sbeccate in alcuni punti”.

Al di là di un altro episodio di denuncia pubblica sullo stato della piscina apparso su Facebook e ricordato nell’interrogazione, il consigliere comunale punta sui rapporti tra concessionario e Comune menzionando che tra le parti, ad ogni modo, esiste un contenzioso giudiziario.

A novembre, il concessionario privato avrebbe provveduto, a sue spese, ad effettuare lavori di manutenzione straordinaria spettanti, a suo dire, all’amministrazione comunale. Ecco perché Bono passa in rassegna tutti gli articoli inseriti nel contratto di concessione, in sostanza i doveri del privato come il “rendiconto delle risultanze economiche della gestione” oppure l’impegno a “mettere a disposizione la struttura per l’effettuazione di attività d’avviamento al nuoto per alunni di scuole materne/elementari/medie/ultra sessantacinquenni/società e associazioni senza fini di lucro nel rispetto delle tariffe massime previste dal PEF”.

E ancora, il consigliere comunale puntualizza sulle tariffe applicate dal concessionario. “Negli ultimi anni – scrive Bono – le tariffe applicate dal concessionario ai cittadini e alle società sportive che hanno accesso alla piscina comunale mediante contratti ad hoc, abbonamenti o ingressi giornalieri, sono aumentate in maniera sensibile“. Inoltre al consigliere “non risulta l’esistenza di un regolamento che stabilisca il piano tariffario applicabile dal concessionario alle società sportive esterne che chiedono di utilizzare la struttura comunale”, né risulta “l’esistenza di un regolamento che definisca l’assegnazione degli spazi acqua e il relativo tempo d’utilizzo da parte delle società sportive esterne”.

“In assenza dei regolamenti – chiude per logica il ragionamento – il concessionario potrebbe verosimilmente applicare tariffe non omogenee e senza alcun limite andando così a penalizzare società sportive concorrenti“.

Tante le domande rivolte in conclusione al Sindaco e alla Giunta (di seguito), con la prefigurazione di un’eventualità drastica: far decadere la concessione con la Nuoto 2000, ossia il privato che gestisce la piscina.

I QUESITI DELL’INTERROGAZIONE

  • –  se vi sono novità in merito al procedimento giudiziario in essere con il concessionario;
  • –  se è stato mai redatto un verbale di consegna dell’immobile comunale, come previsto dall’art.2 del documento in riferimento b);
  • –  gli estremi di riferimento del sopracitato verbale al fine di consentirne la visione, ovvero accesso agli atti;
  • –  se il PEF su cui si basa la concessione giustifica, da parte del concessionario, l’attuazione e la modifica del piano tariffario applicato alle società sportive che chiedono l’accesso alla struttura, in maniera discrezionale ovvero senza alcun limite;
  • –  se il PEF su cui si basa la concessione giustifica, da parte del concessionario, l’attuazione e la modifica del piano tariffario, applicato alla cittadinanza che accede alla struttura natatoria mediante abbonamento a corsi o tramite ingressi giornalieri, in maniera discrezionale ovvero senza alcun limite;
  • –  se il concessionario, come previsto dall’art. 6 del contratto in riferimento b), dall’anno d’inizio concessione ha regolarmente redatto il “rendiconto delle risultanze economiche della gestione”;
  • –  gli estremi di riferimento del sopracitato rendiconto al fine di consentirne la visione, ovvero accesso agli atti;
  • –  se le tariffe massime previste dal PEF, per i corsi d’avviamento al nuoto per alunni di scuole materne/elementari/medie/ultra sessantacinquenni/società e associazioni senza fini di lucro, sono state rispettate o meno;
  • –  se è stato mai redatto l’inventario delle attrezzature e degli arredi forniti in concessione come previsto dall’art. 7 del contratto in riferimento b);
  • –  gli estremi di riferimento del sopracitato verbale d’inventario al fine di consentirne la visione, ovvero accesso agli atti;
  • –  se in occasione del problema “all’apparato filtrante” della piscina, lamentato dal concessionario attraverso note pubbliche riprese dalla stampa locale il 25 ed il 30 novembre u.s., l’amministrazione comunale, come citato dall’art.7 del contratto in riferimento b), abbia avuto il tempo di verificare e valutare l’intervento di manutenzione straordinaria da porre in essere e, se ritenuto eccessivo, abbia ufficialmente autorizzato il concessionario ad intervenire in propria vece accettandone i relativi oneri;
  • –  se il sopracitato apparato filtrante rientra nella manutenzione ordinaria o straordinaria;
  • –  l’ammontare preciso della spesa relativa all’intervento di riparazione del sopracitato apparato filtrante, qualora a carico dell’amministrazione comunale;
  • –  se l’amministrazione comunale redige mensilmente gli elenchi delle persone che, secondo l’art.7 del contratto in riferimento b), possono utilizzare l’impianto natatorio usufruendo delle tariffe agevolate riservate al Comune;
  • –  gli estremi di riferimento dei sopracitati elenchi al fine di consentirne la visione, ovvero accesso agli atti;
  • –  se, dal 2006 ad oggi, tenuto conto dell’insufficienza d’igiene e sicurezza riferite in premessa, sono mai state applicate al concessionario le penali previste dall’art. 10 del contratto in riferimento b);
  • –  se, alla luce delle segnalazioni della cittadinanza e dei media, l’ASL o l’ARPA hanno mai effettuato sopralluoghi per la verifica dello stato d’igiene complessivo ovvero l’analisi sulla qualità delle acque degli impianti natatori presenti nella struttura comunale;
  • –  se, tenuto conto di quanto in premessa e stante il prioritario pubblico interesse è mai stata valutata la possibilità di esercitare la “decadenza della concessione”, come previsto dall’articolo 11 del contratto in riferimento b).


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