“Gualtieri condanna Roma e la Regione Lazio a vivere tra rifiuti e inquinamento. L’inceneritore non serve, esistono alternative sostenibili e più rapide”
Un miliardo di euro contro 200 milioni, 7 anni per costruire un inceneritore contro i 2 per una riconversione degli impianti già esistenti, produrre più indifferenziata fino a doverla acquistare per alimentare l’inceneritore invece di potenziare la raccolta differenziata e il recupero delle materie.
Sono questi dati e numeri presentati in mattinata nella conferenza stampa tenuta dai consiglieri regionali Alessandra Zeppieri (Polo Progressista) e Adriano Zuccalà (Movimento 5 Stelle). Dati e numeri che ancora una volta vanno a smentire il piano del sindaco di Roma Gualtieri che prevede la costruzione di un inceneritore che brucerà 600mila tonnellate l’anno di indifferenziato non trattato a Santa Palomba.
“Il “no” al piano Gualtieri resta netto e deciso – ha affermato la consigliera Zeppieri -. Ma il nostro compito non si esaurisce qui. Abbiamo portato sul tavolo valide alternative che hanno come obiettivo non solo quello di eliminare l’inceneritore da ogni programma futuro ma di creare impiantistica alternativa nella nostra Regione, affinché si possa chiudere qui il ciclo dei rifiuti. Le nostre proposte sono quelle di convertire e delocalizzare gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) già esistenti su Roma, Rocca Cencia e Salario, e di costruire dei piccoli impianti di compostaggio aerobico, così come richiesto dagli stessi comitati di cittadine e cittadini presenti sul territorio”.
I consiglieri si sono soffermati anche sui tempi di realizzazione dell’inceneritore, che sembrano slittare continuamente, tanto che del bando di gara che da cronoprogramma doveva essere pubblicato ad agosto non c’è ancora traccia, così come del progetto di fattibilità, secretato.
“Non capiamo perché un commissario straordinario – ha proseguito Zeppieri – che ha nei suoi obiettivi proprio quello di risolvere i problemi velocemente ed efficacemente, non debba prendere in considerazione proposte alternative più rapide, più economiche e più sostenibili. Questo credo sia il momento per le istituzioni che si stanno arroccando nelle loro scelte insensate e per le forze politiche che si nascondono nei loro silenzi strategici, di essere chiari e trasparenti verso la cittadinanza. Noi abbiamo bisogno di tutti quelli che vogliono realmente e con convinzione combattere questa battaglia”.
La corsa di Gualtieri verso la realizzazione dell’inceneritore pare essere sempre più in solitaria, contrastata dai sindaci di ogni colore politico, dalla cittadinanza e dal suo stesso partito. Emblematica la sua totale latitanza da ogni tipo di confronto, pubblico e istituzionale sul tema.
“I dati riportati nel piano rifiuti regionale, attualmente in vigore – ha affermato il consigliere Zuccalà – sono confermati dal piano rifiuti di Roma del commissario Gualtieri e prevedono il raggiungimento del 70% di raccolta differenziata in tutta la regione nel 2025 e 300mila tonnellate di residuo da incenerire. L’unico impianto esistente di incenerimento nella Regione Lazio è già autorizzato per il trattamento di 400mila tonnellate di rifiuti, quindi un nuovo inceneritore di 600mila tonnellate a Santa Palomba non serve a nulla. Noi chiediamo che le istituzioni a tutti i livelli lavorino a un piano di dismissione degli impianti di incenerimento su scala nazionale, così come suggerito da recenti analisi sul tema, che chiedono di equiparare gli impianti di incenerimento alle discariche visto l’elevato livello di inquinamento. L’inceneritore infatti produce scorie pericolose da trattare che andranno smaltite in discariche, confutando la dichiarazione trionfalistica di Gualtieri che annunciava la fine dell’epoca delle discariche”.
“È incredibile poi che il guru di Gualtieri sia Fontana e non Zingaretti, perché il piano rifiuti di riferimento è quello della regione Lombardia e non quello del Lazio – ha aggiunto Zuccalà – La Giunta regionale del Lazio ha da poco deliberato l’atto di indirizzo per il nuovo piano rifiuti, ma non nomina in alcun passaggio l’inceneritore puntando invece sull’economia circolare, la tariffa unica, l’implementazione della raccolta differenziata e del porta a porta, l’impiantistica sostenibile. Noi saremo pronti a contribuire in maniera propositiva quando l’atto arriverà in consiglio, ma non possiamo esimerci dal ricordare al Presidente Rocca che è necessario aprire immediatamente un tavolo di confronto istituzionale tra la Regione e il Comune, perché, secondo i piani di Gualtieri, l’inceneritore sarà pronto nel 2026, a Giubileo e commissariamento concluso, e l’impianto tornerà nell’ambito delle competenze regionali. Cosa faremo a quel punto? Saremo costretti a comprare indifferenziata dalle altre regioni per alimentare l’inceneritore? Vogliamo davvero nasconderci dietro le funzioni commissariali condannando la nostra cittadinanza e il nostro territorio a una gestione dei rifiuti obsoleta, dannosa e inquinante?”.
“Anche per questo – hanno concluso i consiglieri regionali – domani mattina saremo al presidio davanti alla Regione Lazio insieme ai Comitati No-Inceneritore, per sostenere ancora una volta la loro e la nostra battaglia”.