Ieri avevamo pubblicato un aggiornamento inserito nell’articolo “Sperlonga connection: i clan di camorra e gli imprenditori “puliti”. Una storia a metà” del 18 aprile scorso. Tale articolo è stato oggetto, insieme ad altri articoli di testate giornalistiche, della delibera sperlongana firmata dalla Giunta di Armando Cusani che dà mandato all’avvocato Romolo Reboa di farci causa civile. La storia, in breve, è quella nota del processo per abuso edilizio in cui è imputato Armando Cusani, e due tecnici, e inizia allorquando il PM Giuseppe Miliano ha richiesto di poter acquisire agli atti del medesimo processo un’informativa dei Carabinieri, su delega della DDA di Roma, redatta dalla stazione di Sperlonga e firmata dal Comandante Paolo Befera. In tale informativa l’Arma dà conto di una speculazione edilizia che avrebbe coinvolto il Piano integrato della città con infiltrazioni camorristiche, dirette o indirette, di clan quali Belforte, Moccia, Zagaria ecc. attirati dal piano urbanistico.
Nell’aggiornamento di ieri (fai clic qui) è possibile leggere la lettera di diffida (depurata dei dati personali dei mittenti) che l’architetto Francesco Paolo Germano e il suo avvocato Giovanna Ranieri hanno inviato a Latina Tu, nella quale chiedono allo scrivente (Bernardo Bassoli) di “astenersi dall’esercizio del diritto di cronaca in modo scorretto, a provvedere alla immediata cancellazione dell’articolo in parola, ovvero a sua modifica espungendo ogni riferimento all’arch. Germano, anche su social network ed eventuali piattaforme telematiche ove sia stato riprodotto e condiviso, ed a risarcire, entro otto giorni dal ricevimento della presente, i danni subiti e subendi a causa dei fatti sopra indicati in misura pari ad e 20.000,00 (ventimila/00)“. Se lo scrivente non dovesse adempiere alle richieste summenzionate, l’architetto conclude, si procederebbe a causa civile. Lo stesso modus operandi della Giunta di Sperlonga che dà mandato all’avvocato Reboa di adire alle autorità giudiziarie civili (l’avvocato Ranieri che firma la diffida ha lavorato allo studio dell’avvocato Reboa). Solo che stavolta c’è una novità. L’architetto, ritenendosi diffamato, formula autonomamente la cifra del suo risarcimento e stabilisce, da solo, persino il tempo in cui il medesimo dovrebbe essere incassato.
Entro 8 giorni 20mila euro, altrimenti ti faccio causa. Non sappiamo se un comportamento tale sia corretto, anche se ci sembra quantomeno intimidatorio, ma Latina Tu si ritiene altamente lesa nel suo diritto a raccontare e a esprimere opinioni, ossia il succo dell’informazione indipendente. Andiamo con ordine.
Di cosa si lamenta l’architetto Germano? Il passo dell’articolo risalente al 18 aprile – “Sperlonga connection: i clan di camorra e gli imprenditori “puliti”. Una storia a metà” – in cui viene citato l’architetto è il seguente: “Un fatto non di camorra, ma pesantemente inopportuno, è che ad acquistare due abitazioni del piano integrato c’è stato anche Francesco Paolo Germano che risulta tra i comproprietari dei lotti. Il problema è che Francesco Paolo Germano è l’architetto, funzionario della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio, che esprime il parere favorevole in relazione all’approvazione del piano integrato. Germano faceva parte della Commissione Edilizia Integrata, composta tra gli altri anche dall’allora, e ancora attuale, Sindaco del Comune di Sperlonga Armando Cusani, che nel 2001 approva i progetti di edilizia residenziale agevolata presentate dalle cooperative: “La Madonnina”, “La Macera”, “Gaia”, “Monte Circeo”, “La Sibilla” e “Maestrale”. Un conflitto d’interessi all’altezza di Forza Italia, il partito da cui si origina il sindaco e che ha inventato, nella seconda repubblica, il concetto stesso di politica e affari”.
L’architetto ci scrive tramite il suo avvocato, evidenziando quattro punti. A ogni punto evidenziato dall’architetto (sono 4), che ripubblichiamo di seguito, seguiranno le puntualizzazioni di Latina Tu, che è sicura di non aver diffamato nessuno e di aver scritto ciò che è stato riportato (come anche dai giornali) in un’informativa dei Carabinieri su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma verso la quale si dovrebbe avere quantomeno attenzione. Ma, sopratutto, tale informativa è di eminente interesse pubblico, essendo il Piano Integrato di Sperlonga e le sue eventuali infiltrazioni uno spaccato che coinvolge una città e dei cittadini.
1) L’arch. Germano non ha mai acquistato due abitazioni all’interno del c.d. “Piano Integrato” di Sperlonga.
Questa affermazione è confutata dall’informativa dei Carabinieri della stazione di Sperlonga che riportano in almeno due passaggi il fatto che Francesco Paolo Germano, in data 29-04-2005, acquista un’abitazione che, poi, un anno e mezzo dopo rivende, esattamente il 16.10.2006. Dai dati pubblici dell’Agenzia delle Entrate, questa abitazione risulta ancora di proprietà delle persone a cui Germano ha venduto: un villino, categoria A7, probabilmente su tre piani.
Sempre alla data del 29-04-2005 l’architetto Germano acquista un’altra abitazione – che risulta essere sullo stesso foglio e sulla stessa particella della prima – e sempre in località Cardarelle. Tale abitazione, anch’essa di categoria A7, quindi un villino, dai dati dell’Agenzia delle Entrate è ancora di proprietà dell’architetto Germano. Dunque non è Latina Tu a riportare un dato scorretto (per utilizzare la prosa di Germano), ma con l’ausilio dell’informativa dei Carabinieri ha rendicontato su due immobili distinti, probabilmente una bi-familiare, che l’architetto ha acquistato.
2) L’arch. Germano ha espresso un parere favorevole all’interno di un conferenza di servizi tenutasi il 17.06.1999, ore 9.30, presso la Sala della Giunta Regione Lazio, con ordine del giorno “Comune di Sperlonga (LT) – Art. 16 L. 179/ 92 L.R. 22/ 97 – Programma integrato per lo sviluppo e la riqualificazione della città in completamento, in variante al P . R G C. ” , ove hanno partecipato tutti gli assessorati regionali competenti che hanno espresso pareri unanimamente favorevoli.
Non capiamo cosa c’entri questa chiosa dell’architetto, anzi avvalora la tesi dei Carabinieri che l’architetto abbia avuto un ruolo, derivante dalle sue competenze e dal suo incarico, nel Piano integrato di Sperlonga. Il che non è un reato, ma un dato di fatto.
3) Alla conferenza dei servizi del 23.03.2004 presso il Comune di Sperlonga, recante quale oggetto “art. 16 L. 179/ 92 L.R. 22/ 97 – Programma integrato per lo sviluppo e la riqualificazione della città in completamento approvato con D.P.G.R. n. 1272/99 – Completamento – Approvazione accordo di programma art. 34 D.lgs 18.8.2000 n. 267′, è pervenuto parere favorevole della Soprintendenza Beni Archeologici e culturali del Lazio con nota prot. n. 14218/B del 27.01.2003 a firma del Soprintendente arch. Costantino Centroni.
Nell’articolo di Latina Tu non viene proprio menzionato l’iter della conferenza dei servizi, quindi, come sopra, l’architetto cosa vorrebbe dimostrare? Che dal momento che i pareri sono stati votati unanimemente e/o da altro professionista, significa che lui non è il solo ad aver espresso pareri favorevoli? Sembrerebbe un tentativo di dire “mal comune mezzo gaudio” oppure di non essere da solo ad aver avvalorato la correttezza del Piano. Ma, come vedremo, non è questo il punto che ravviserebbe l’inopportunità del suo agire.
4) L’arch. Germano non ha mai fatto parte della Commissione edilizia integrata del Comune di Sperlonga.
Eccolo il punto. Questa affermazione taglierebbe la testa al toro, secondo il legale e l’architetto. Peccato che non è quello che pensano i Carabinieri che, nell’informativa, scrivono a chiare lettere che la commissione edilizia (nel 2001) è composta, tra gli altri, dal Sindaco del Comune di Sperlonga, Armando Cusani, dal geometra Antonio Faiola, responsabile del servizio urbanistico del Comune di Sperlonga, e dall’architetto Francesco Paolo Germano, funzionario della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio. Commissione, scrivono i Carabinieri, che “approva tutti i progetti presentati”.
Aggiungono, i militari dell’Arma, che Germano “esprime il parere favorevole in merito al piano integrato”.
Il fatto che l’architetto abbia avuto un ruolo sia come tecnico che comproprietario dei lotti (aspetto, quello dei lotti, che nella lettera di diffida l’architetto dimentica), oltreché compratore e venditore di due abitazioni, è sottolineata dai Carabinieri in questo modo: “si evidenzia che il Germano è l’architetto funzionario della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio, che esprime il parere favorevole in relazione all’approvazione del piano integrato in trattazione e poi figura tra i comproprietari dei lotti del piano integrato. Tale circostanza ha peraltro creato all’epoca numerose polemiche e la posizione del funzionario della Sopritendenza è stato oggetto di rimostranze politiche a livello locale, come ad esempio il documento redatto all’epoca dal gruppo consiliare del Comune di Sperlonga “L’Ulivo”.
L’architetto, nel prosieguo della diffida, ci contesta, inoltre, di averlo inserito in un articolo che narra di fatti di camorra e che il suo conflitto d’interessi non sussisterebbe sebbene, come abbiamo riportato, sono i Carabinieri che, in maniera circostanziata, rilevano sia la presenza della camorra a Sperlonga che la sua posizione inopportuna di tecnico e comproprietario.
Al di là del merito della vicenda, gli articoli che hanno trattato dell’informativa dei Carabinieri hanno riportato un’indagine condotta non in proprio, ma semplicemente è stata scritta la cronaca di un atto dei Carabinieri. Cronaca di un’informativa, non cronaca di un’indagine svolta autonomamente da Latina Tu o da altri giornali. Ma per l’architetto il problema non è che lo abbiano scritto i Carabinieri su delega della DDA, ma che Latina Tu ne riporti il contenuto.
L’architetto ci ricorda che siamo persino responsabili di un episodio avvenuto a Sperlonga. Pare che a metà maggio “un amico dell’arch. Germano ha riferito al medesimo che, in pari data, un soggetto terzo residente nel Comune di Sperlonga gli avrebbe detto: “ah, ma te frequenti Germano, quello che sta con la camorra!” (testuale). Ecco, per Germano, Latina Tu sarebbe colpevole della frase di un cittadino di Sperlonga, peraltro restituita de relato.
L’amico dell’amico avrebbe detto, siamo al paradosso! Non solo un giornalista è bersagliato per ciò che scrive correttamente, ma adesso deve anche tener conto di qualcosa che forse è stato detto. Dove peraltro, noi di Latina Tu abbiamo avuto la premura di premettere, in relazione all’architetto, che non si tratti di un fatto di camorra, ma di inopportunità. Un’opinione che ribadiamo e che, non costituendo reato, è la stessa che hanno i Carabinieri della stazione di Sperlonga da cui l’abbiamo mutuata.
Strano, inoltre, che all’architetto interessi smentire che abbia acquistato due abitazioni (come abbiamo visto è vero il contrario), ma sorvoli completamente un altro fatto, quello di essere comproprietario dei lotti 22-23-24, come scrivono i Carabinieri nell’informativa.
Il resto di ciò che dice la sua diffida è che l’articolo lo farebbe risultare una persona squallida (alla sua figura, in realtà, vengono dedicate poche righe in un articolo ben più complesso). Che lui, come scrive il suo avvocato, sarebbe uso al mercimonio della funzione per se stesso e per la camorra campana è farina del suo sacco, perché noi questo non lo abbiamo mai scritto. Per di più l’architetto si spinge a dire che Latina Tu avrebbe fatto intendere, riportando la storia delle due abitazioni comprate, che “la condotta dell’architetto sarebbe connessa ad operazioni di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti”. Ma noi anche questo non lo abbiamo scritto, e neppure insinuato.
Latina Tu non è un PM e, a differenza dell’architetto e del suo avvocato che stabiliscono da soli il risarcimento per una supposta diffamazione che non esiste, non deborda in ruoli che non gli competono.
Noi, come i giornali coinvolti in questa storia del Piano integrato e delle infiltrazioni camorristiche, abbiamo fatto cronaca di un’informativa che ha alto interesse pubblico.
I capi d’imputazione non li abbiamo formulati e, dopo la diffida inusuale e aggressiva (e rimaniamo sul velluto) dell’architetto Germano, crediamo ancor di più di aver fatto bene il nostro lavoro.