Pestaggio in zona pub: diventa definitiva la condanna di uno degli aggressori di un ragazzo albanese picchiato dai Di Silvio
La Corte di Cassazione ha confermato, dichiarando inammissibile il ricorso, la condanna, disposta dalla Corte di Appello di Roma, a un anno e sei mesi per Gianluca Di Silvio detto “Bruno”, figlio del boss di Campo Boario Armando “Lallà” Di Silvio.
Gianluca Di Silvio, condannato a ottobre 2021 in via definitiva a 12 anni e sei mesi nell’ambito del processo sul clan rom “Alba Pontina”, è tuttora alla sbarra anche in un altro procedimento giudiziario rilevante, che lo vede sul banco degli imputati insieme al padre, al fratello Samuele e all’ex consigliere regionale del Pdl Gina Cetrone.
Il più giovane dei figli di “Lallà” fu “protagonista”, insieme al fratello Samuele e a Salvatore Sparta Leonardi, figlio di un ex pentito di Cosa Nostra, di un pestaggio in Via Neghelli (zona movida a Latina).
I tre, insieme ad altri due minorenni appartenenti al clan rom, si scagliarono nel 2014 contro un ragazzo albanese di venti anni reo di aver chiesto spiegazioni per uno screzio avvenuto qualche giorno prima. Figlio di lavoratori, l’albanese fu colpito con una mazza da baseball e pestato. Riuscì miracolosamente a scamparla grazie all’intervento di un amico che gridava di aver chiamato la Polizia.
Il ragazzo albanese denunciò i suoi aggressori che, poi, in primo grado subirono, condanne non esemplari ma significative per lesioni e rapina (tentarono di sottrarre una catenina al ragazzo albanese): tre anni e quattro mesi di reclusione Salvatore Sparta Leonardi, a tre anni Samuele Di Silvio e a due anni Gianluca Di Silvio.
In seguito, per un problema di forma, i giudici della Corte d’Appello dichiararono nullo il processo e per questo fu disposto una nuova pronuncia dei giudici di secondo grado.
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