PALAZZO MALVASO: SEQUESTRO CONFERMATO DAL RIESAME

Palazzo "Malvaso" a Borgo Piave
Palazzo "Malvaso" a Borgo Piave

Sequestro confermato per il cosiddetto palazzo Malvaso: il Riesame di Latina si è pronunciato sul ricorso

Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso presentato dalla proprietà del complesso che sorge a Borgo Piave, confermando la validità del provvedimento di sequestro eseguito a marzo.

Lo scorso 30 marzo, infatti, i militari del Nucleo Investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale del Gruppo carabinieri forestale avevano dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina.

Il provvedimento accoglieva la richiesta formulata dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Giuseppe Miliano, inerente alla prosecuzione dei lavori del centro residenziale e commerciale costituito da 23 unità immobiliari più una  unità commerciale, articolate su quattro livelli + piano seminterrato, della volumetria complessiva pari a 9.762 metri cubi , situato a Borgo Piave.

Il complesso edilizio “Malvaso” – dal cognome del costruttore ed ex consigliere comunale di Forza Italia della maggioranza Di Giorgi, Vincenzo Malvaso -, come noto, risulta essere già stato sequestrato nel 2015 a seguito di precedente indagine che è stata definita, a luglio 2017, con la sentenza di condanna del Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina (la sentenza per abuso d’ufficio e violazione di norme urbanistiche per 1 anno e 8 mesi di reclusione è stata impugnata in Corte d’Appello dove i reati hanno guadagnato la prescrizione), dove è stato accertato come la variante al PPE di Borgo Piave che ha conferito la nuova potenzialità edificatoria di oltre 9700 metri cubi sia stata approvata con meri atti di Giunta sul falso presupposto che tale variante fosse conforme allo strumento urbanistico generale (PRG), laddove in realtà le modifiche apportate all’originario Piano Particolareggiato Esecutivo del 1987 incidevano in maniera rilevante sulle vigenti previsioni del PRG. – come comprovato anche dalla Deliberazione Commissariale n. 205 del 24 maggio 2016 di annullamento della revisione del PPE di Borgo Piave.

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Con la predetta sentenza, è stato impresso dal Giudice di I^ grado anche l’ordine di demolizione, il quale ancora non è stato revocato, sebbene i reati contestati allora siano ormai prescritti, in quanto il procedimento presso la Corte di Appello di Roma non si è ancora definito.

In tale contesto, secondo il nuovo provvedimento di sequestro, la ripresa dei lavori finalizzata alla cristallizzazione di una vera e propria lottizzazione abusiva non poteva essere autorizzata come nel caso di specie a fronte di una SCIA presentata nel mese di novembre 2023 dalla società titolare del complesso immobiliare, in variante al Permesso di Costruire n°41EP/2013, quest’ultimo dichiarato illegittimo dal Giudice di I^ grado. Sul punto la SCIA, per avere validità giuridica, doveva essere conforme alle previsioni urbanistiche vigenti, conformità che nel caso di specie risultava assente in virtù del fatto che il nuovo PPE di Borgo Piave risultava annullato dal Commissario Prefettizio con la Deliberazione Commissariale n.205 del 24 maggio 2016

Allo stato, il sequestro ha riguardato l’intero complesso edilizio, nonché l’area circostante delle dimensioni di 3.715 metri quadrati, mentre sono due le persone indagate dalla Procura della Repubblica – l’amministratore della società proprietaria, Vincenzo Malvaso e il progettista/direttore dei lavori – per il reato di lottizzazione abusiva.    

Nel frattempo, c’è da registrare che Malvaso ha rinunciato alla prescrizione in Corte d’Appello. Inoltre, la vicenda del cosiddetto palazzo Malvaso è tornata all’attenzione dell’opinione pubblica non solo per il recente sequestro, ora confermato dal Riesame, ma anche per l’interlocuzione tra lo stesso ex esponente forzista e l’amministrazione Celentano. Malvaso, infatti, ha ottenuto dal Tar l’annullamento dell’ordine di demolizione dello stabile in Via Piave e, in cambio del mancato ricorso al Consiglio di Stato da parte del Comune, ha rinunciato a chiedere i danni all’ente di Piazza del Popolo. Un do ut des che ha fatto discutere, tanto più che nella Giunta Celentano siede il nipote di Malvaso, l’attuale assessore alle Attività Produttive, Antonio Cosentino.

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