L’associazione antimafia “Antonino Caponnetto” interviene dopo l’ordigno che ha divelto la serranda della frutteria a Formia
“Non sappiamo quale sia lo scenario criminale nel quale può ascriversi la bomba che ha divelto la serranda dell’esercizio commerciale di via Abate Tosti a Formia; di certo sappiamo, però, che sono anni che denunciamo il clima criminale che avvolge le città del sud pontino. D’altronde esse sono diventate la residenza di numerose famiglie afferenti alla mafia, alla camorra e alla ‘ndrangheta, le quali vi hanno trasferito anche i loro interessi, inondando il nostro territorio di milioni di euro di provenienza illecita.
Lo confermano i sequestri e le interdittive antimafia, che sono stati adottati dalla magistratura a danno di soggetti, con forti legami con le suddette organizzazioni criminali. Non siamo solo noi a dirlo ma anche le numerose relazioni antimafia che sono stare redatte in questi anni, in particolare dalla DIA, così come da parte della commissione parlamentare antimafia.
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Quest’ultima ha ricostruito, grazie anche all’audizione dei magistrati della Procura di Roma e del Prefetto di Latina, che la situazione è drammatica, nonostante il miglioramento della qualità degli interventi di contrasto effettuati dalle forze dell’ordine.
Concludiamo ricordando che il nostro fondatore, il mai troppo poco compianto Elvio Di Cesare, ha sempre denunciato la sottovalutazione del fenomeno legato alla presenza sul nostro territorio di famiglie importanti della criminalità organizzata, denuncia a cui non ha mai fatto seguito alcun provvedimento risolutivo, soprattutto da parte della classe politica e della società civile. Purtroppo l’andazzo è ancora questo.
Evidentemente mettere la testa sotto la sabbia è per molti più facile che operare a favore della legalità, non trattandosi di mandar via dalla propria città un senzatetto, verso il quale sono tutti bravi a mostrare i muscoli, ma di colpire al cuore gli interessi di quanti hanno fatto delle nostre città il loro cortile di casa. E purtroppo dobbiamo constatare che troppo spesso il silenzio e l’inerzia che circonda tali situazioni non sono frutto di sola ignavia, ma di vera e propria collusione”.
Lo spiega, in una nota, l’associazione antimafia “Antonino Caponnetto”.