OPERAZIONE STATUS QUO: INTERROGATI GLI ARRESTATI

I Carabinieri durante gli arresti eseguiti il 20 aprile (operazione Status Quo). Nell'immagine un militare dell'Arma di Latina con un cane anti-droga ai Palazzoni di Viale Nervi, che i Travali hanno da tempo considerato un loro feudo

Operazione “Status Quo”: iniziati gli interrogatori di garanzia nei confronti degli otto arrestati su disposizione della DDA di Roma

Sono stati ascoltati, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, gli otto coinvolti nell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma eseguita mercoledì 20 aprile dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina.

Davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Roberto Conforti, gli indagati dovevano rispondere, a vario titolo, di reati in materia di stupefacenti, di lesioni personali e di estorsione tentata aggravata dal metodo mafioso

Arrestati dai Carabinieri di Latina, la madre dei fratelli Travali, Maria Grazia Di Silvio, 58 anni; la figlia di quest’ultima e sorella dei Travali, Valentina Travali, 35 anni (già detenuta); Maurizio De Bellis55 anniGianluca Campoli40 anniGuerrino Di Silvio, 51 anniMohamed JandoubiAngelo Travali, 36 anni, a cui viene contestata la gambizzazione con metodo mafioso del tabaccaio Marco Urbani. Travali, già detenuto nel carcere di Benevento, è stato condannato nel processo Don’t Touch e sotto processo per l’omicidio Giuroiu e il procedimento dell’Antimafia “Reset”.

Interrogata dal Gip Conforti, alla presenza del Pm Luigia Spinelli, anche Caterina Nduwimana, 22 anni, destinataria del divieto di dimora a Latina.

Nessuno degli indagati ha risposto alle domande del Gip e della Procura/DDA di Roma. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, tranne Angelo Travali e la madre Maria Grazia Di Silvio, difesi dall’avvocato Vitelli, che hanno respinto gli addebiti per i due episodi di cui sono accusati: il primo per la gambizzazione del tabaccaio Urbani (messa in dubbio la credibilità della testimonianza del collaboratore Agostino Riccardo che ha indicato in Travali il mandante e in Jandoubi l’esecutore degli spari in Via dei Mille), la seconda per il tentativo di estorsione del benzinaio di Latina. Entrambi i capi di imputazione sono contestati dalla DDA con l’aggravante del metodo mafioso.

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