Operazione Nico: concussione e corruzione al Comune di Latina, scelgono strade processuali diversi quattro degli imputati
Si è celebrata l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Latina Giorgia Castriota che vedeva sul banco degli imputati il principale accusato Nicolino De Monaco, 55enne di Latina, geometra dell’Ufficio Ambiente del Comune di Latina; Maurizio Ciucci, 68enne di Roma, pensionato;Aurelio Feola 65enne di Latina, imprenditore e Pietro Cannone 78enne di Latina, pensionato anche lui.
Ad aprile 2021, l’ordinanza firmata a marzo dal Gip Mario La Rosa, su richiesta del pm Valentina Giammaria, eseguita dai Carabinieri di Latina per cui Nico De Monaco è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
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L’attività investigativa dei militari dell’Arma di Latina, coordinati dal tenente colonnello Meola e dal tenente Zeccolella, consentì di accertare che Nicolino De Monaco, in qualità di addetto al servizio Ambiente e Territorio del Comune di Latina, fra il dicembre 2019 ed il maggio 2020, utilizzando timbri in disuso del locale comune, avrebbe preteso la somma di 4.550 euro da una 72enne di Latina, al fine di rilasciarle l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue. Inoltre avrebbe ricevuto da altri indagati dalla Procura di Latina nelle medesima operazione: 4.300 euro da Pietro Cannone, 78enne di Latina; 3.500 euro da Maurizio Ciucci; 200 euro da Aurelio Feola.
Soldi che secondo l’ipotesi investigativa era richiesti in cambio dell’illecita autorizzazione allo scarico delle acque reflue. Nel corso dell’indagine era emerso anche un giro di droga per cui Christian Pietrosanti, 50enne di Latina, ex praticante avvocato, attualmente sospeso a seguito di provvedimento disciplinare, era stato destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. L’uomo aveva alle spalle già due episodi riferibili a contesti di droga, tra cui l’imponente operazione “Arco”.
Secondo le risultanze investigative, il geometra De Monaco acquistava con i soldi delle pratiche la cocaina dallo spacciatore. L’indagine sarebbe partita grazie alla denuncia di una donna che recatasi in Comune aveva scoperto che la sua pratica era sparita. La donna chiedeva un’autorizzazione per l’abbattimento di alcune barriere architettoniche dentro la sua abitazione perché il marito aveva sviluppato una difficoltà motoria. È così che la donna ha scoperto che la pratica di autorizzazione allo scarico delle acque reflue, per cui aveva pagato, non esisteva in Comune.
Sarebbe stato questo il modus operandi del principale indagato De Monaco che istruiva pratiche che non erano di sua competenza, anche attraverso timbri in disuso o recuperati da lui stesso; successivamente si recava nelle case di chi aveva bisogno della pratica e si faceva pagare presunti oneri accessori da cittadini più o meno ignari (almeno tre di loro sapevano dell’illecito preferendo l’autorizzazione falsa: indagati per corruzione) di quanto stesse accadendo.
All’udienza preliminare Nico De Monaco ha scelto di essere giudicato tramite il rito abbreviato, mentre l’imprenditore Feola ha patteggiato una pena di due anni. Ciucci e Cannone hanno optato per il rito ordinario e l’eventuale rinvio a giudizio verrà deciso nella prossima udienza fissata per l’8 febbraio.
Nel processo, il Comune di Latina si è costituito parte civile così come deciso da una delibera di Giunta.