Nella maxi frode internazionale dell’Iva a danno dell’Unione europea, venuta alla luce dall’alba di questa mattina grazie alla Guardia di Finanza di Isernia, su disposizione della Procura della Repubblica di Isernia, che ha coinvolto individui in Ciociaria e uno a Terracina, spuntano i legami con i Casalesi e altri clan di Nocera Inferiore e Sarno (Salerno).
La Gdf di Isernia, coordinata dal procuratore capo Carlo Fucci, con la collaborazione di Agenzia delle Entrate, ha posto al centro dell’inchiesta due grandi gruppi commerciali operanti nel Lazio e in Campania: il primo facente capo ad Aladino Saidi, un imprenditore di origini tunisine operante a Sora; il secondo, invece, riconducibile a FC Car Group di Salerno. Entrambi risultano contigui alla criminalità organizzata di derivazione camorristica.
Ad essere coinvolte anche una grande quantità di piccole aziende sparse in tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia passando per il Centro Italia.
Sono addirittura 167 le persone fisiche coinvolte, 159 concessionarie auto, 9 società estere.
Due le piste battute dagli investigatori e che rappresentano le strade battute dai presunti truffatori. C’è l’ambito fiscale tramite triangolazioni societarie e quello tecnico collegato alla nazionalizzazione dei veicoli mediante documentazione falsa, prodotta per aggirare i sistemi di controllo incrociato messi in piedi da Agenzia delle Entrate e Ministero dei Trasporti.
Le triangolazioni si basavano su operazioni commerciali tra aziende di Paesi membri dell’UE con l’utilizzo delle famigerate società cartiere (scritture contabili falsificate atte alla truffa). Al fine di portare a dama le azioni criminose, i soggetti si sarebbero rivolti anche a società filtro controllate da organismi off-shore basati a Cipro e nelle isole Cayman.
Tali società erano costituite da soggetti italiani che stabilivano delle teste di ponte in Germania e Repubblica Ceca, tutte riconducibili a italiani pluripregiudicati legati a clan di camorra che si muovo nel settore della compravendita di veicoli in Italia.
In una casa rurale del Basso Lazio, gli investigatori hanno trovato una vera e propria stamperia che serviva per produrre fatture di importazione, bollette doganali, libretti di circolazione, certificati di conformità ecc.
Sequestrati, stamani, 51 timbri afferenti a vari uffici pubblici italiani ed esteri: Motorizzazioni, Comuni, Dogane sia italiani che tedeschi, austriaci, spagnoli.
L’operazione prende il nome di Galaxy per la ragione che, incluse nell’inchiesta, ci sono 64 Porsche fatte passare per Ford Galaxy, grazie all’affinità delle iniziali dei telai. Tra gli acquirenti della auto di lusso derivanti da questo sistema gigantesco della truffa risulterebbero sia imprenditori che personaggi pubblici, compresi noti calciatori. Tutti ignari del raggiro.
L’uomo di Terracina coinvolto nell’operazione si chiama Emanuele Coppola (1979), agli arresti domiciliari. Per quanto riguarda la provincia di Frosinone a finire in manette, oltre ad Aladino Saiddi, ci sono Luigi Matrunola, 49 anni di San Vittore e Michael Nardelli, 48 anni, di Cervaro Agli arresti domiciliari: Monir Saidi, 37 anni di Sora; Laila Saidi, 40 anni di Sora; Gioacchino Sacco, 43 anni, di Cassino ma residente ad Aquino; Ottorino Bufalini, 55 anni di Ceccano, Massimiliano Cuciniello, 56 anni di Fontana Liri.
Gli altri arrestati sono Maria Luisa Bifulci, 54 anni di Isernia; Carmine Iannone, 50 anni di Isernia; Francesco Tedesco, 57 anni di Salerno; Alfonso Tedesco, 30 anni di Salerno; Raffaele Falanga, 75 anni di Eboli; Domenico De Sia, 47 anni di Salerno ma residente in Rep. Ceca; Antonio De Sia, 50 anni di Battipaglia; Giacomo Imperato, 39 anni di Salerno; Daniele Tanzella, 46 anni di Milano; Adelaide D’Auria, 35 anni di Salerno. Ai domiciliari, invece, Argentina Tedesco, 33 anni di Salerno; Alessandro Di Rienzo, 30 anni di Caserta; Gabriele Gugliotta, 39 anni di Torino, Silvana Sabrina Reinartz, 23 anni tedesca. Le difese sono state affidate agli avvocati Giannichedda, Carbone, Taglienti e Maietta.