Operazione Babele: ecco i nomi delle persone arrestate nell’operazione anti-droga eseguita dai Carabinieri del Reparto territoriale di Aprilia
I Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, ad Aprilia e Pomezia, hanno arrestato sedici persone eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma Chiara Gallo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Le accuse rivolte agli indagati sono di associazione finalizzata al traffico illecito di cocaina, hashish e marijuana.
Le attività investigative hanno documentato come gli appartenenti all’organizzazione criminale abbiano assunto il totale controllo di un’importante piazza di spaccio in un quartiere popoloso della città pontina, la quarta del Lazio per numero di abitanti, caratterizzato dalla presenza di numerose strutture scolastiche e ricreative.
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Sono state scoperte anche due raffinerie di cocaina e crack (una delle quali in Via Etna a Campo di Carne dove veniva materialmente cotta la cocaina) è stato dimostrato come i narcotrafficanti si servissero di spacciatori che avevano occupato un appartamento posto all’ultimo piano di una palazzina divenuta un supermarket della droga, ubicato in Via Vanzina (traversa di Via Carroceto), dove, con un sistema di controllo che utilizzava telecamere, vedette e porte blindate, vendevano al dettaglio ogni tipo di sostanza stupefacente a tutte le ore del giorno e della notte operando sulla base di un vero e proprio sistema di turnazione. In Via Vanzina, a poche centinaia di metri dalle scuole superiori della zona (sono state documentate anche cessioni di droga a minorenni) avveniva lo scambio, h24, tra pusher, che si davano il turno tra di loro 365 giorni all’anno, e gli acquirenti che sapevano di trovarvi hashish, cocaina, marijuana e anche crack (raffinato nei due luoghi preposti e scelti dal sodalizio). Dopo che, nel 2019, ci fu un blitz nel covo di Via Vanzina, l’attività di spaccio si sposterà a Via Bacchiglione. All’attenzione degli investigatori, anche altri due luoghi di approvvigionamento della droga: Via Guardapasso e Via Vallelata.
Droga senza soluzioni di continuità, a tal punto che oggi, nel corso dell’operazione dei Carabinieri, alcuni degli arrestati hanno lanciato dalla finestra un etto di cocaina e un altro di hashish, in seguito recuperati e sequestrati dai militari.
L’indagine, denominata “Babele” ed avviata dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia nel 2018, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale dedito al narcotraffico, di arrestare 8 persone in flagranza di reato e di sequestrare 2,5 kg di cocaina e 226 kg di hashish.
Investigazioni che sono andate avanti anche con le intercettazioni che hanno evidenziato un flusso continuo di telefonate che arrivavano sulle utenze dei pusher e degli organizzatori del sodalizio, a migliaia e migliaia. I telefoni erano spesso intestati a immigrati e le loro utenze sono state attivate presso un unico e solito punto vendita ad Anzio.
ARRESTATI E RUOLI NELL’ORGANIZZAZIONE – Gli arrestati odierni, destinatari della custodia cautelare in carcere, sono i due organizzatori del sodalizio, Stefano Licari (incensurato) e Riccardo Mortella entrambi 28enni di Aprilia, più altri nove componenti: Claudio Mortella nato a Sant’Andrea del Garigliano (in provincia di Frosinone) e residente ad Aprilia, padre di Riccardo Mortella; Roberta Malizia 55 anni di Aprilia, madre di Riccardo Mortella. Questi ultimi due sono ritenuti custodi e addetti alla preparazione della droga nella “cucina” di Campo di Carne dove risiedono.
E ancora: Alessandro Marcellino 35 anni di Aprilia: pusher nell’appartamento; Osvaldo Cuni, albanese 21enne: pusher nell’appartamento; Daniele Jalal Mariconte originario di Erba (Como) ma residente ad Aprilia: ritenuto il contabile e il collettore tra i “capi” e i pusher, oltreché a vendere la droga nell’appartamento di Via Vanzina; Marco Maddaloni 51 anni residente a Latina ma originario di Aprilia: considerato vicino ai capi dell’organizzazione e addetto all’organizzazione dei corrieri e al noleggio delle auto che servivano ai sodali del gruppo; Giorgio Olzai 26 anni di Aprilia: pusher nell’appartamento; Alessio Mozzetti di Roma ma residente a Cori: pusher nell’appartamento; Emanuela Ventimiglia 44 anni di Velletri.
Destinatari, invece, della custodia cautelare ai domiciliari sono Domenico Dionisi 31 anni di Roma; Catalin Alexandru Negrea 27 anni di nazionalità rumena; Liberata La Femina 45 anni residente ad Aprilia ma originaria di Anzio (trovata nelle fasi d’indagine con un chilo di cocaina in auto); Fabrizio Feliciello 34 anni di Aprilia; Mustapha Machkour di nazionalità marocchina.
Ventimiglia, Negrea e La Femina svolgevano il ruolo di corrieri tra le due abitazioni di Via Etna e Via Vanzina.
LA PERICOLOSITÀ DEL SODALIZIO – “I quantitativi trattati, l’intensità dell’attività illecita, il giro di affari e di denaro – scrive il giudice nell’ordinanza di custodia cautelare che contesta l’associazione per delinquere e per alcuni solo fatti specifici di spaccio – depongono per ritenere che tutti gli indagati siano persone di rilevante spessore criminale, come dimostrato altresì dal fatto che le loro attività proseguono nonostante gli incidenti costituiti da arresti di complici e sequestri di rilevanti partite di stupefacente”.
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LE INTERCETTAZIONI – Quando Mortella e Licari scoprono che tra di loro ci potrebbe essere un infedele che si appropria di somme di denaro, individuato in Mariconte detto “il negro”, si chiedono se un altro appartenente al sodalizio, Olzai, sia in grado di potersi occupare della droga.
Mortella: “Pe’ l’erba io calcola devo sape’ un attimo che devo fa’ col negro, ma lo devo manda’ via da là o no?“. Licari: “Giorgino se la sente de mette sta responsabilità dei foglietti e delle cose?». Mortella: “Sì, sì“. Licari: “Ok se volete ve do ‘na mano pur’io, fra’ posso pure tene’ pe’ ditte, du’ conti… glie levo el telefono al negro, me li tengo io conti“.
Mortella: “No, no, non è quello là, non è quello là, a me non me serve“. Licari: “Vabbè diglie che glie levo el telefono al negro, me lo piglio io“. Mortella: “Al negro glielo dico io, glie dico fra’, il ciccione (ndr: Licari) sta avvelenato, l’amicizia quello che te pare, ma sul campo lavorativo lascia sta’ proprio… Avemo chiuso, siamo arrivati proprio all’undicesimo tentativo e non va bene… punto. Dove sei stato sei stato, quello che hai fatto hai fatto“. Licari: “Te sei pure…i soldi“. Mortella: “Bravo gli dico non mi interessa proprio niente quello che è successo là dentro, quello che hai fatto ieri, che te sei preso, se l’hai pagato, se n’è… non mi interessa niente fra’, fuori dal lavoro. Punto“.
E lo stesso destino è per Mozzetti, un altro sodale del gruppo che viene picchiato da Licari e gli altri per aver fatto la cresta alla cocaina.
Tra i quaranta capi di imputazioni, c’è anche un altro pestaggio ai danni di un giovane rumeno che viene aggredito sotto casa da Osvaldo Cuni e altri sodali: volevano che spacciasse per loro. “Qui comando io. Comandiamo noi, se vuoi stare qui devi fare ciò che diciamo noi. Non chiamare i carabinieri e nessun altro, perché sarà tua madre ad andarci di mezzo“.