OMOFOBIA A FORMIA: UNA COPPIA GAY VITTIMA DI INTIMIDAZIONI

A Formia, nel quartiere Penitro, una coppia gay è costretta a subire da anni angherie di ogni tipo, oltre che intimidazioni e lanci di uova alla finestra.

Gesti folli per un paese che vuole definirsi occidentale e portatore di civiltà, gesti che fanno tornare in mente la sacra inquisizione e fanno assomigliare il nostro paese a stati oscurantisti in tema di diritti LGBTQ+ come l’Arabia Saudita e l’Iran.

In Arabia Saudita i Diritti LGBT non vengono in alcun modo riconosciuti; l’omosessualità risulta molto spesso essere un argomento tabù e quindi non affrontato all’interno della società.

E secondo alcuni politici locali di Formia, anche nella città del golfo l’omosessualità è tabù, ma andiamo con ordine.

LA DENUNCIA DI PAOLA VILLA

Ieri, il sindaco di Formia Paola Villa ha pubblicato su Facebook la foto di un cartello di chiara natura omofobica, affisso da stupidi intolleranti nei pressi dell’abitazione di una coppia gay formiana.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2394315130603944&set=a.455804554455021&type=3&theater

Un gesto vergognoso, da condannare con tutte le nostre forze, ma c’è di più: un altro politico formiano denuncia, sempre su Facebook, la totale mancanza di rispetto che gli omosessuali devono subire a Formia.

LA DENUNCIA DI MARCIANO

Claudio Marciano, consigliere comunale del PD formiano, ha deciso di denunciare il clima omofobo che si respira nella città del sud pontino.

Claudio Marciano

“Una coppia gay vive a Formia, nel quartiere di Penitro. Da mesi subisce ogni sorta di intimidazione: scritte offensive fuori il muro di casa, uova contro le finestre, altre schifezze del genere. Pasquale e Michele hanno tutta la mia solidarietà e gli accertamenti in corso da parte delle forze dell’ordine spero riescano ad assicurare alla giustizia gli autori di questi gravissimi gesti. Il tema però è un altro. E cioè che questi episodi nascono in una cappa di apparente indifferenza dietro cui si malcela una latente omofobia”.

IL TOTALITARISMO VALORIALE

“Questa cappa è da sempre nutrita dall’assenza di una socializzazione laica e libertaria, e dal totalitarismo valoriale ricoperto dalle comunità parrocchiali, che in alcuni quartieri sono l’unico luogo relazionale oltre il soggiorno di casa”.

IL PROBLEMA DEL COMING OUT

“Sono nato a Formia, sono un suo amministratore da 12 anni, e anche se non ci vivo stabilmente da quando ho 23 anni, conosco centinaia di persone, forse migliaia. Nessuno di loro, o quasi, è omosessuale dichiarato. Nessuno, o quasi, dei miei amici di infanzia, dei compagni di classe, delle persone che ho frequentato in maniera più intima, perfino compagni di partito o movimento politico, si è mai dichiarato palesemente mentre viveva in città. E di alcuni sapevo e so perfettamente l’orientamento sessuale, sempre celato, o peggio negato. Il Coming Out a Formia è un tabù, un nervo scoperto e dolente su cui la comunità non vuole ragionare”.

PUOI ESSERE GAY MA NON FARCELO SAPERE

“Non ce l’abbiamo con i ricchioni, basta che facciano le loro cose nascosti”. Questa è la lapide che Formia, assieme purtroppo a tantissime altre città, ha calato sul tema da troppo tempo. Ecco perché una coppia omosessuale che vive in un complesso di edilizia popolare fa scandalo e richiama l’odio e l’aggressione di qualche idiota. Per questo, anche se alcuni non lo capiscono nemmeno a sinistra, la migliore risposta alla cappa omofobia è la provocazione, la goliardia e la pacchianaggine di un Pride. Bisogna mostrarsi, rivelarsi, infastidire la serenità borghese e perbene che vuole l’omosessualità confinata in una gabbia, quando invece trasborda non solo in tanti uomini e donne, ma in ognuno di noi”.

Insomma un’accusa pesantissima: a Formia c’è una cappa omofoba, cosa ne penseranno i cittadini formiani?

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