OMICIDIO MORO: IL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA PRADISSITTO CONDANNATO A 9 ANNI

Andrea-Pradissitto
Andrea Pradissitto

Omicidio Moro: condannato dal giudice per l’udienza preliminare di Roma il collaboratore di giustizia Andrea Pradissitto

Si svolge oggi, 17 aprile, a Latina, davanti alla Corte d’Assise presieduta dal Giudice Gian Luca Soana, una nuova udienza del processo in cui sono imputati, per l’omicidio di Massimiliano Moro con l’aggravante mafiosaFerdinando Ciarelli detto “Macù” (figlio del capo-famiglia Carmine detto Porchettone), Antoniogiorgio Ciarelli (fratello di Porchettone), Simone Grenga (legato al clan del Pantanaccio per aver sposato la figlia del numero tre del sodalizio, Luigi Ciarelli) e Ferdinando Di Silvio detto Pupetto, già condannato con sentenza passata in giudicato per reati aggravati dal 416 bis (processo Alba Pontina) e figlio del capo-famiglia Armando Di Silvio detto “Lallà”.

In programma c’è l’esame da parte del Pubblico Ministero della Procura/DDA di Roma, Luigia Spinelli, dei due collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo, e, soprattutto, Andrea Pradissitto, ex affiliato al clan Ciarelli in quanto marito di Valentina Ciarelli, figlia del numero due del sodalizio, Ferdinando “Furt” Ciarelli.

Pradissitto, sin da stamani, ha ripercorso la sua storia criminale, l’affiliazione con i Ciarelli e le fasi che portarono all’omicidio di Moro.

Nel corso dell’udienza, è stato reso noto che il collaboratore di giustizia Andrea Pradissitto, interrogato come testimone imputato per reato connesso (anche lui fu destinatario della prima ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Moro emessa a febbraio 2021), è stato condannato per l’omicidio volontario di Massimiliano Moro, con l’aggravante del metodo mafioso, alla pena di nove anni di reclusione.

È stato il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Claudio Carini, a emettere la condanna nei confronti del genero del boss Ferdinando “Furt” Ciarelli. Per Pradissitto, giudicato col rito abbreviato, il Pubblico Ministero Luigia Spinella aveva chiesto la pena di 6 anni. Al 33enne sono state concesse le attenuanti della collaborazione con lo Stato, mentre il Pm aveva chiesto anche quelle generiche.

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