OMICIDIO DI GAETANO “MCKAY” MARINO A TERRACINA: CHIESTI 2 ERGASTOLI

I 4 presunti autori del delitto Marino. Da sinistra verso destra: Arcangelo Abbinante, Giuseppe Montanera, Salvatore Ciotola e Carmine Rovai
I 4 autori del delitto Marino. Da sinistra verso destra: Arcangelo Abbinante, Giuseppe Montanera, Salvatore Ciotola e Carmine Rovai

Omicidio di Gaetano Marino detto Moncherino McKay: il pubblico ministero chiede due ergastoli e due condanne a 25 anni

Sono state queste le le richieste del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Maria Teresa Gerace, nei confronti dei killer del boss degli scissionisti Marino, freddato sul lungomare di Terracina il 23 agosto 2012 nei pressi dello stabilimento balneare “Il Sirenella”.

Gaetano Marino detto Moncherino McKay
Gaetano Marino detto Moncherino McKay

Il processo che si sta celebrano presso la Corte d’Assise del Tribunale di Latina vede alla sbarra quattro soggetti, tutti campani e alleati tra di loro per uccidere il boss delle cosiddette Case Celesti. Si tratta di Arcangelo Abbinante, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, e Giuseppe Montanera, componente della spedizione omicida. Per loro il Pm ha chiesto l’ergastolo. 25 anni a testa, invece, per coloro che hanno fornito l’appoggio a Terracina: si tratta di Carmine Rovai e Salvatore Ciotola. A vario titolo, i quattro rispondono di omicidio volontario aggravato, detenzione illecita di armi e utilizzo di queste in luogo pubblico.

La sentenza è attesa, a distanza di quasi nove anni, il prossimo 12 febbraio quando la Corte presieduta da Gian Luca Soana, si ritirerà in camera di consiglio, non prima di aver ascoltato le arringhe degli avvocati difensori.

Un delitto nato nell’ambito del controllo dello spaccio a Secondigliano e l’esigenza di gestire le piazze di Mugnano, Casavatore e Arzano, comuni complessi dove estorsioni e smercio di droga sono, purtroppo, parte integrante dell’ambiente sociale. Secondo gli investigatori, è proprio nella faida interna degli Scissionisti che vanno rintracciati tutti gli elementi portanti di questa storia criminale. “In quel periodo (ndr: quello dell’omicidio Marino) – ha confessato durante l’interrogatorio un affiliato – noi come clan eravamo piuttosto depressi, giù di morale, stavamo perdendo tutto”. Quell’omicidio portato sul litorale laziale, anche per spostare l’attenzione delle forze dell’ordine da Secondigliano, diede coraggio a “chi si stava abbattendo.

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