OMICIDIO A BORGO MONTELLO: IL PRIMO FERMO A CARICO DI UN 38ENNE INDIANO

Le sedie di plastica rotte dopo il pestaggio a Borgo Montello dove è stato ucciso il 29enne indiano
Le sedie di plastica rotte dopo il pestaggio a Borgo Montello dove è stato ucciso il 29enne indiano

Omicidio di Borgo Montello: c’è un un primo fermo di polizia per l’uccisione del 29enne preso a bastonate sabato 30 settembre

A renderlo noto è il Questore di Latina Michele Spina, durante una conferenza stampa che si è tenuta stamani 2 novembre in riferimento ad altri arresti, quelli riferibili all’operazione “Ottobre Rosso”.

Singh Jiwan, il 38enne indiano, commerciante a Borgo Bainsizza, dove gestisce con la famiglia un negozio di alimentari. L’uomo è in stato di fermo in attesa della convalida dell’arresto affidata al Giudice per le indagini preliminari di Latina Giuseppe Cario

L’uomo, per ora, è in stato di fermo indiziato del delitto d’omicidio di Jaseer Singh, il giovane barbaramente pestato in un casolare a Borgo Montello, che ha trovato la morte dopo essere stato ricoverato.

Il primo indiziato di delitto d’omicidio era presente la sera di sabato scorso e avrebbe fatto parte del commando (circa una trentina di persone) che ha assaltato l’ex podere dove si teneva una festa organizzata proprio da Jaseer Singh, insieme a una decina di amici, per la nascita del suo bambino in India.

L’uomo, oggetto di provvedimento di fermo, è uno dei dieci ricoverati in seguito all’aggressione di sabato scorso, pur facendo parte del commando punitivo. Si tratta di un indiano, nato il 25 maggio 1983, di nome Singh Jiwan. Il 38enne, commerciante a Borgo Bainsizza, si trova in stato di fermo ma non c’è, per ora, nessuna convalida d’arresto.

Sulle ragioni del fermo, il Questore ha mantenuto il più stretto riserbo. Gli investigatori della Squadra Mobile, impegnati in indagini serrate sin da sabato sera, stanno vagliando più ipotesi, tra cui anche quella di un controllo dei connazionali da parte di alcuni capi indiani sfociato successivamente nel violento pestaggio all’ex podere “Piciacchia” e nella successiva morte del 29enne di nazionalità indiana. Una sorte di mano nera indiana che sottomette i connazionali in riferimento alle loro attività lavorative e, soprattutto, alle loro vite.

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