OCTOPUS, ESTORSIONI MAFIOSE AL MERCATO DEL MARTEDÌ: IN ARRESTO ‘O MAROCCHINO D’ALTERIO E UN IMPRENDITORE

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Operazione Octopus contro la criminalità organizzata: tre arresti da parte della Direzione Distrettuale Antimafia, preso Giuseppe ‘O Marocchino D’Alterio 

Questa mattina, a Latina, le Squadre Mobili di Latina e Roma, insieme a personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Roma Bernadette Nicotra su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti di tre persone residenti nel sud pontino, ritenute a vario titolo responsabili dei delitti di tentata estorsione ed atti di illecita concorrenza, reati aggravati dal metodo mafioso. Si tratta di Giuseppe D’Alterio detto ‘O Marocchino (nato a Minturno nel 1956) ai domiciliari, dell’imprenditore Maurizio De Santis (nato a Formia nel 1972) in carcere e del suo dipendente Giuseppe Montella (nato a Terracina nel 1993) ai domiciliari.

Gli sviluppi investigativi hanno consentito di svelare un contesto di elevato spessore criminale finalizzato ad imporre, attraverso reiterate minacce, un regime di monopolio nella commercializzazione al dettaglio di prodotti ittici nei mercati di Latina e Cisterna di Latina.

Infatti, attraverso le indagini del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Latina e Roma, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, si è giunti all’emersione del principale artefice delle attività estorsive da tempo consumate all’interno dei mercati settimanali del pesce di Latina e Cisterna, vale a dire un imprenditore ittico finito oggi in carcere.

Questi, nella sua attività di vendita al dettaglio di prodotti ittici presso i citati mercati, con la collaborazione di un suo dipendente – finito oggi agli arresti domiciliari – dal 2019 ad oggi ha sistematicamente intimidito un esercente di vendita al dettaglio di pesce, nel tentativo di fargli lasciare i mercati di Latina e Cisterna di Latina, obbligandolo tra l’altro a vendere i propri prodotti sottocosto. 

Un ulteriore impulso all’attività investigativa è stato offerto dalle dichiarazioni auto ed etero accusatorie dei due collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo che hanno fornito validi elementi in grado di far emergere, sempre all’interno dei citati mercati di Latina e Cisterna di Latina, episodi di tentata estorsione ed illecita concorrenza avvenuti tra il 2016 e il 2018, commessi con violenza e minaccia aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini hanno così fatto piena luce sulle modalità con cui l’imprenditore ittico arrestato questa mattina – Maruzio De Santis, titolare della società “La Bancarella del Pesce srl” – ha cercato di acquisire, all’interno dei mercati di Latina e Cisterna di Latina, una posizione di supremazia economica nei confronti degli altri concorrenti commerciali, tentando attraverso il vanto della “protezione mafiosadi costringerli sia a scelte economicamente svantaggiose sia a chiudere ed abbandonare il banco del pesce, il tutto per avvantaggiare la propria attività.

In particolare, De Santis aveva assoldato i due attuali collaboratori di giustizia – all’epoca dei fatti esponenti di spicco del clan Di Silvio – tramite l’intermediazione di un noto appartenente alla famiglia D’Alterio di Fondi, Giuseppe detto ‘O Marocchino, affinché intimidissero un imprenditore concorrente (già ascoltato nell’ambito del processo Alba Pontina che ha visto la condanna in primo grado per associazione mafiosa del boss Armando “Lallà” Di Silvio), il quale in altre circostanze veniva esplicitamente minacciato facendo costante e reiterato riferimento alla famiglia D’Alterio, nota per il peso criminale dei componenti anche in ragione dei loro precedenti giudiziari (con addentellati e legami con clan di camorra), in grado di mettere in atto azioni ritorsive nei confronti di beni e persone, potendo contare su una rete di contatti con ambienti criminali campani e con esponenti di clan camorristici.

Giuseppe ‘O Marocchino D’Alterio, infatti, è un un uomo di caratura nei quadri del crimine del sud pontino (e non solo), essendo stato coinvolto in più operazioni investigative, tra cui, per l’appunto, Aleppo, Aleppo II e quella molto nota, volta al narcotraffico, e denominata “Lazial Fresco”, di oltre dieci anni fa. In quest’ultima operazione D’Alterio fu coinvolto insieme al padre di Renato Pugliese, Costantino “Cha Cha” Di Silvio”. Pugliese, come racconta nei verbali resi alla DDA e in seno alle testimonianze del processo Alba Pontina, rappresentò per il clan di “Lallà” una sorta di tramite tra D’Alterio e la cosca rom Di Silvio a cui si era affiliato dopo gli arresti che avevano decapitato il suo precedente sodalizio: quello dei Travali e del padre “Cha Cha”.

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