NELLO STAFF DEL PRESIDENTE MEDICI IL FIGLIO DELL’ASSESSORE DI MINTURNO: L’ENTE PROVINCIALE IN MANO AI PARTITI

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Medici e D'Acunto
Carlo Medici e Piernicandro D'Acunto

Esce il politico di Minturno del PD entra il figlio del politico di Minturno sempre del PD: è quanto avvenuto nello staff del Presidente della Provincia di Latina Carlo Medici

Prima dell’emergenza Covid-19 a lasciare lo staff del Presidente Medici era stato il Dem Giuseppe Tomao, attuale Presidente del consiglio comunale di Minturno, che ha optato per l’insegnamento all’Istituto Teodosio Rossi – Liceo Artistico “Antonio Baboto” di Priverno, in cui è Preside Anna Maria Bilancia, sindaco del Partito Democratico a Priverno. Un aspetto che, nella breve storia di seguito, è l’unico che siamo certi sia una pura coincidenza (le assunzioni scolastiche vanno per graduatoria). Tomao, ad ogni modo, secondo Tuel, sarebbe stato incompatibile come componente nello staff presidenziale. Condizionale d’obbligo poiché le norme del Testo unico Enti Locali non sono chiare e, c’è da scommetterlo, non basterebbe un solo tribunale amministrativo a stabilirlo nell’Italia dei codici e dei codicilli.

Giuseppe Tomao
Giuseppe Tomao

Ad ogni modo, finita la fase acuta dell’emergenza Covid-19, il Presidente Medici, il 21 maggio scorso, non ha avuto altro da fare che firmare un decreto di suo pugno per assumere il sostituto di Tomao. E per una coincidenza il ricambio è di Minturno pure lui, sempre nell’area Dem di Claudio Moscardelli, e per inciso figlio dell’attuale Assessore al Comune di Minturno nella Giunta Stefanelli: Pietro Nicandro D’Acunto che gestisce le deleghe di peso afferenti a Rifiuti e Igiene urbana, Parchi e Verde pubblico.

Suo figlio, il Signor D’Acunto Paolo (così si legge nella determina del dirigente del Settore Bilancio Francesco Carissimo), infatti, è stato assunto a tempo pieno e determinato presso l’ufficio di Presidenza della Provincia di Latina – staff del Presidente – in qualità di Istruttore categoria giuridica “C”, ai sensi dell’articolo 90 del D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000.
Un articolo, quello sunnominato, che “può prevedere la costituzione di uffici posti alle dirette del Presidente della provincia – ma anche ad appannaggio dei sindaci – per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo loro attribuite dalla legge, costituiti da dipendenti dell’ente“. “Può”, ma come spesso accade a ogni latitudine dello Stivale, assolutamente “prevede”, quasi che a comandarlo fosse un destino cinico e baro.

Claudio Moscardelli
Claudio Moscardelli

Al figlio dell’assessore verrà applicato il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali, con la possibilità di rimpolpare lo stipendio con “un unico emolumento comprensivo dei compensi per il lavoro straordinario, per la produttività collettiva e per la qualità della prestazione individuale“. Pari diritti, ci mancherebbe!

Non si tratta chiaramente di uno stipendio di un sultano: circa 1200-1300 euro al mese che per un ragazzo sulla trentina, di questi tempi, non sono neanche pinzillacchere da rifiutare schifati.

Eppure di queste macchine provinciali – che una larga parte di popolazione crede non esistere più a causa della cattiva informazione post legge Delrio – a leggere certi incarichi e certi nomi viene proprio da domandarsi: ora che non sono più eletti dal popolo i consigliere provinciali e i Presidenti, è possibile che tali Enti vengano scambiati dai partiti come roba loro? La Provincia di Latina, invece che un’Istituzione, pare ad ora essere, come e più di prima della legge Delrio, un rifugio per mettere a sistema gli equilibri di corrente, le alleanze per essere eletti, gli accordi più o meno trasparenti che i signori dei partiti continuano a stringere.

Enrico Tiero e Carlo Medici
Enrico Tiero e Carlo Medici

Il cambio in salsa doppio gusto – PD e minturnese – tra Tomao e il figlio dell’assessore D’Acunto sono la conferma di alcuni bilanciamenti interni: fuori un Dem di area moscardelliana dentro un altro Dem di area moscardelliana, nel senso dell’ex senatore e attuale segretario provinciale del Partito Democratico Claudio Moscardelli. Questo perché il Presidente Carlo Medici è stato eletto dai consiglieri comunali a maggioranza PD, da Forza Italia e con l’ausilio di Enrico “Fratone” Tiero (che lo ha sostenuto quando era di Idea, il partito estinto di Quagliariello), ora Fratelli d’Italia, il cui nome infatti campeggia come Capo di Gabinetto del medesimo Presidente e Sindaco di Pontinia.

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A finire di comporre l’Ufficio di Presidenza e Comunicazione Istituzionale di Medici sono già in 6, di cui 4 con la stessa convenzione che ha permesso al figlio di D’Acunto di essere assunto: Enrico Tiero, il consigliere comunale ed ex assessore di Pontinia Matteo Lovato, Vittorio Ciriello vicino a Tiero e la giornalista Elena Ganelli.
Il settimo, compresi altri due dipendenti che si trovano lì per concorso, è, per l’appunto, Paolo D’Acunto che sarà sicuramente bravissimo e meritevole – e solo i maligni possono pensare che sia ora lì per discendenza biologica e politica – ma la domanda è sempre la stessa: ce n’era proprio bisogno? Era opportuno farlo nel bel mezzo di una crisi epocale, dopo un lockdown da distopia, che entrerà nei libri di storia?

Conosciamo la risposta dei correntisti di partito? Demagogia.

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