NELLO SCANDALO ATAC-METROROMA, SPUNTA LA “CRICCA DI PONZA”

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Metropolitana a Roma

In merito allo scandalo capitolino delle manomissioni sui freni della scala mobile della metro, che ha coinvolto Atac e Metroroma scarl, ecco venire fuori un’informativa della Squadra Mobile di Roma che cita, senza complesse parafrasi, la “cricca di Ponza”. Ipotesi che, qualche mese fa, secondo le prescrizioni calcolate dal Tribunale di Latina, era stata completamente smontata, ma che oggi rinasce, seppur marginalmente, poiché citata in uno dei bubboni romani più odiosi: la sicurezza della metro vilipesa da comportamenti che, se confermati, oltrepasserebbero di gran lunga la decenza e la civiltà.. 

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Una porzione della scala mobile della stazione metro Repubblica della linea A a Roma che cedette causando il ferimento di ventiquattro persone

Lo scorso 12 settembre il castello su cui si reggeva una manutenzione da sempre traballante nelle metro romane si ruppe, come la scala mobile della stazione Repubblica (che poi rimase chiusa per 8 mesi) che il 23 ottobre 2018 cedette mentre trasportava tifosi di origine russa, ucraina, e della Repubblica Ceca, tutti diretti verso lo stadio Olimpico per assistere alla partita di calcio Roma-Cska Mosca. 

Nunzia D'Elia, ex Procuratore aggiunto di Latina
Nunzia D’Elia, ex Procuratore aggiunto di Latina

Dopo le polemiche, i nodi che irrimediabilmente vengono al pettine quando si tratta delle linee sotterranee peggiori d’Europa e la revoca dell’appalto per i servizi di manutenzione per scale mobili, ascensori ecc. della metro da parte del Comune di Roma ai danni della Metroroma scarl, arrivò, a settembre scorso, l’intervento della magistratura che ha raccolto una lunga serie di prove: manomissioni volontarie e deliberate per evitare costi di manutenzione degli impianti di traslazione nelle metropolitane di Roma e penali da parte del committente. Complici, secondo gli inquirenti dalla Squadra Mobile romana e i poliziotti del commissariato Viminale, coordinati dal pm Francesco Dall’Olio e dagli aggiunti Nunzia D’Elia e Paolo Ielo, tre dirigenti Atac e uno di Metro Roma Scarl, la società campana addetta alle manutenzioni degli impianti di traslazione vincitrice del bando per le linee capitoline con quasi il 50% di ribasso.

Stazione Repubblica
Stazione Repubblica

3000 interventi annui mai effettuati su 739 impianti presenti, misure cautelari interdittive per 4 dirigenti (oltreché altri 11 indagati) per i guasti sulle scale mobili di due stazioni della Linea metro A di Roma, Repubblica e Barberini. La sede di Metroscarl che va a fuoco proprio il giorno prima del sopralluogo degli investigatori, alla ricerca di materiale cartaceo e digitale.

Fra i dirigenti Atac interdetti ci sono Renato D’Amico, responsabile sicurezza, Alessandro Galeotti, addetto alla vigilanza delle scale mobili, e Ettore Bucci. Tra i pezzi grossi di Metrosroma scarl, invece, il nome è quello di Giuseppe Ottuso, responsabile tecnico preposto e amministratore unico di “Metroroma s.c.a.r.l.”. Sul registro degli indagati ci sono gli addetti ai controlli della ditta incaricata. A tutti sono contestati, a vario titolo, reati relativi alla frode nelle pubbliche forniture: manutenzioni non fatte o eseguite in maniera approssimativa dal consorzio (Metroroma) che si era aggiudicato la commessa. 

È sul nome di Ottuso e dell’altro responsabile massimo della società privata Metroroma, Giorgio Del Vecchio, che l’informativa della Squadra Mobile romana si concentra, constatando, non senza amarezza, che gli imprenditori sono riusciti ad aggiudicarsi un appalto importante nelle case popolari dell’Ater, “circa 650-700 impianti per tre o cinque anni” e che, ogni tanto, l’appaltatrice romana si fa affiancare da un’altra società, la Marea Impianti srl, il cui titolare Luca Mazzella è oggetto di una nota inviata al pm Francesco Dall’Olio: “Mazzella – scrivono gli investigatori – risulta essere stato coinvolto nell’indagine sulla cosiddetta “cricca di Ponza“.

Pompeo Porzio
Pompeo Porzio

I reati contestati all’epoca (2009- 2011) a Mazzella e alla cricca furono associazione per delinquere, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e truffa.
Luca Mazzella fu coinvolto nell’inchiesta sugli appalti, di cui si ipotizzò la gestione a tavolino, promossi dal comune di Ponza, insieme all’ex sindaco di Ponza Pompeo Porzio e altre 30 persone; mentre per 15 di loro, la Procura regionale laziale presso la Corte dei Conti ha disposto a marzo il giudizio per danno erariale, al contrario il Tribunale di Latina, ad aprile, decise il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati finiti nei guai nel settembre 2011 nell’ambi terremoto che decapitò i vertici dell’amministrazione isolana. 

Ponza
Ponza

All’epoca, il Gip del Tribunale di Latina emise le ordinanze di custodia cautelare per un gruppo, la cricca per l’appunto, che fu definito un’organizzazione criminale con il core business degli appalti: tra cui, l’acquisto delle due cisterne per il depuratore e dei climatizzatori negli uffici del Comune, l’apposizione delle reti sulla falesia di Chiaia di Luna, gli affidamenti per le illuminazioni del porto di Ponza, gli edifici comunali e della frazione de Le Forna. L’amministrazione comunale si dimise in blocco. Ad oggi, oltre al presunto danno erariale, rimane per il Tribunale di Latina un il processo che andrà avanti per l’ex sindaco Porzio, Fausto Balzano, Pasqualino De Tata, Mario Pesce, Francesco Schiano, Silverio Capone, Antonio Avellino, Pietro Iozzi e proprio Luca Mazzella menzionato dai poliziotti romani come in affari con i responsabili di Metroroma.

Le ipotesi di reato rimaste in piedi sono concussione, turbativa d’asta e associazione a delinquere, destinate, però, ad essere prescritte, con tutta probabilità entro la fine dell’anno.

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