Provincia di Latina: nell’ente dei concorsi discussi, il Presidente Gerardo Stefanelli fa di testa sua e dà il benservito a staff e capo di gabinetto
Ma che succede dalle parti di Via Costa? L’ente provinciale, che avrebbe dovuto essere abolito dai propositi bellicosi annunciati dai partiti circa dieci anni fa, è ancora il centro della politica che più politicante non si può.
A febbraio, massimo prima settimana di marzo 2024, si voterà il nuovo consiglio provinciale. Una votazione che, come noto, non riguarda i cittadini, ma gli stessi consiglieri comunali dei 33 comuni pontini. Una cosa tra di loro, che lascia il cittadino, il quale probabilmente si aspettava l’abolizione dell’ente, senza neanche il diritto di scegliersi i propri rappresentanti. Una votazione per di più monca perché – e sarebbe interessante chiederlo all’ex Ministro Delrio che ha scritto la legge – incredibilmente non rinnova il Presidente della Provincia che rimane senza problemi in sella.
Gerardo Stefanelli, così come tutti i presidenti delle Province italiane, è sicuro di essere il Presidente della Provincia di Latina a marzo prossimo, anche nel caso in cui dovesse formarsi una diversa maggioranza che, al momento, in Via Costa, prevede l’alleanza oltremodo ibrida, da ircocervo politico, con dentro tutti da Forza Italia al Partito Democratico, fino ad arrivare al Movimento Cinque Stelle e alle civiche. Fuori Fratelli d’Italia che, pur avendo il controllo delle tre amministrazioni comunali più importanti, quali Latina, Aprilia e Terracina, è rimasta a bocca asciutta in provincia. Ecco perché, quando possono, i “meloniani” rifilano a Stefanelli qualche biscotto, come quello per lo statuto dell’Ato 4 tramontato per una manovra politica dell’amministrazione di Latina.
“Due anni da Presidente. Due anni difficili, in cui, con non poca fatica, abbiamo mantenuto il sorriso. Tra qualche giorno tireremo le somme di questo periodo così impegnativo”, così scrive ieri, 19 dicembre, Stefanelli che sicuramente, nel corso del suo mandato, ha dovuto affrontare finora anche l’episodio grave dell’arresto del fratello, avvenuto nell’ambito di una maxi indagine anti-droga condotta da Direzione Distrettuale Antimafia e Guardia di Finanza di Formia.
Pur mantenendo il sorriso, però, Stefanelli ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di intenerirsi per il Natale, tanto che ha dato il benservito, senza preavviso, a due componenti del suo staff: la giornalista Elena Ganelli e Marco Tomeo. C’è di più, perché Stefanelli si è liberato del suo braccio destro storico, il capo di gabinetto Maurizio Granata, da sempre suo fedelissimo e ora cacciato senza troppi complimenti. Eppure, le somme tirate da Stefanelli non si fermerebbero qui. Pare, infatti, che lo staff sarà completamente rinnovato, compresi altri due componenti in quota a partiti molto vicini a lui: Paolo D’Acunto, figlio di un suo consigliere di maggioranza a Minturno (ah già perché, per chi non lo ricordasse, Stefanelli è anche Sindaco di Minturno) e Antoniomaria Cece, figlio del consigliere di Cisterna, Gino Cece (Forza Italia).
Apparentemente senza guardare in faccia ai partiti che li hanno indicati, Stefanelli si sta liberando di tutti. Solo che chi sostituirà i componenti del suo staff, “dimessi” piuttosto muscolarmente e cinicamente a pochi giorni dal Natale, saranno altri articoli 90 (la legge che permette a un Presidente o un Sindaco di assumere per via di un rapporto fiduciario) indicati necessariamente da partiti. A meno che Stefanelli, a metà mandato, non abbia deciso di fare tutto di testa sua, come quando dal giorno alla notte, lasciando di stucco i suoi ex colleghi di partito, passò dal Partito Democratico al partito di Matteo Renzi, “Italia Viva”.
Defenestrati i membri dello staff, in Provincia, d’altra parte, pur non percepita dai cittadini, c’è sempre un gran movimento. Nessuno all’esterno sa nulla, tantomeno i cittadini stessi, anche se da giorni è di dominio pubblico l’esito di tre concorsi, con al seguito il chiacchiericcio dei politici locali, i quali si guardano bene dal profferire verbo. Viva Don Abbondio!
La Provincia di Latina, infatti, assumerà e i tre concorsi, conclusi tra fine novembre e lo scorso fine settimana, hanno visto curiose coincidenze, tra nomi di politici e parenti di. Tutti bravissimi saranno coloro che hanno vinto il concorso e che sono arrivati in graduatoria, in attesa che con i pensionamenti possano liberarsi altri posti a tempo indeterminato. Arrivi in un posto non utile, ma sei sempre idoneo nel caso in cui si rendesse disponibile un’ulteriore sedia: un mantra che nella pubblica amministrazione conoscono da quando è nato il Regno d’Italia.
Tanto per comprendere, in uno dei tre concorsi, quello per categoria “C”, che metteva in palio due posti a tempo indeterminato (al netto di quelli a scorrimento che intervengono quando vanno in pensione dipendenti provinciali), è arrivata prima Sara Monacelli, nipote del Dirigente Edilizia Scolastica e Pianificazione Territoriale della Provincia di Latina, Massimo Monacelli, ingegnere che proviene dal Comune di Gaeta. Al quarto posto, il nome di Ilaria D’Acunto che, a meno di casi di omonimia, è una consigliera di maggioranza a Minturno che sostiene Stefanelli. Al diciottesimo, invece, un’altra consigliera comunale, stavolta di Terracina: Ilaria Marangoni (Fratelli d’Italia), un tempo consigliere provinciale, prima che l’amministrazione Tintari fosse terremotata dall’inchiesta “Free Beach”.
Magari sfuggono altri rimandi politici, ciò che è certo è che anche negli altri due concorsi vi sono assonanze partitiche. Nel concorso da sei posti posti a tempo indeterminato per istruttore direttivo tecnico (categoria D), troviamo all’ottavo posto Rita Palombi, ex consigliera comunale (e provinciale) di Sezze con Sezze Bene Comune.
Tuttavia, a saltare di più agli occhi, è il terzo concorso, la cui ultima prova è stata fatta la scorsa settimana. Si tratta di un concorso, sempre per posti a tempo indeterminato (in tutto 4, ma sempre con l’ipotesi scorrimento futuribile): in ballo il profilo da Istruttore direttivo amministrativo (categoria D). Al secondo posto, sempre Sara Monacelli; al settimo posto Alessio Fusco, presidente del consiglio comunale di Castelforte e figlio dell’ex sindaco del comune del sud pontino; al decimo posto la consigliera comunale di Latina Simona Mulè (Fratelli d’Italia); infine al dodicesimo posto, Michela Tiero, nipote del consigliere regionale Enrico “Fratone” Tiero e figlia del Presidente del Consiglio Comunale di Latina, Raimondo Tiero, entrambi di Fratelli d’Italia.
Remo, come viene chiamato Raimondo Tiero, è il mister acchiappa-preferenze del capoluogo, benvoluto e amato da tutti, soprattutto quando incontra i cittadini fuori dalla Prefettura di Latina dove lavora. Ormai una prassi per Remo, che fa politica come si faceva ai tempi della prima repubblica: i cittadini chiedono un favore e lui si prodiga per accontentarli, anche quando gli stessi cittadini stanno chiedendo qualcosa per cui hanno diritto, come, ad esempio, parlare con i dipendenti degli uffici comunali, notoriamente aperti al pubblico senza che vi sia bisogno della ingerenza del politico di turno.
Altra storia, si dirà. Eppure pare che in Via Costa non cambi mai niente: è qui che i politici possono fare il bello e il cattivo tempo senza che nessuno controlli, né i cittadini che non sanno neanche chi li rappresenta, né tantomeno l’informazione.