‘Ndrangheta, il Tar respinge il ricorso di Lorenzo Santoro, i cui locali sono stati colpito da interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura
Il Tar di Latina ha rigettato la richiesta di sospensiva che chiedeva l’annullamento dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Latina, Maurizio Falco, a carico dei due locali, nella centralissima Piazza Testa, a Formia: la pasticceria Santoro e il ristorante “Pesce Matto”.
Il titolare, Lorenzo Santoro, 29 anni, originario di Bova Marina, è ritenuto essere da Prefettura di Latina e Carabinieri di Formia in collegamento con la cosca di ’ndrangheta dei Talia. La ndrina Talia è infatti radicata a Bova in provincia di Reggio Calabria. All’interno della società peraltro vi sarebbero anche altri soci legati alla ndrina.
La vicenda è stata ricostruita dai Carabinieri di Formia, guidati dal Maggiore Michele Pascale, e fa emergere anche il legame della moglie di Santoro, Angela Nucera, un tempo socia a metà con la cugina di una ulteriore società, ”Il Diamante srl”, gestore di un bar, a sua volta colpita da interdittiva per decisione della Prefettura di Reggio Calabria: Santoro fu dipendente della società.
Il 29enne ha presentato il ricorso amministrativo contro Prefettura e Comune di Formia che, dopo l’interdittiva, ha ordinato la chiusura del locale. Il giudice amministrativi hanno spiegato nell’ordinanza che “le valutazioni operate dalla Prefettura di Latina sul pericolo di condizionamento mafioso dell’impresa ricorrente appaiono non illogiche o sproporzionate, fondandosi su un quadro indiziario articolato e solido“.