Sequestrato il patrimonio del boss di ‘ndrangheta, Giacomo Madaffari, coinvolto nell’inchiesta Tritone che ha sgominato le ndrine sul litorale sud capitolino
Dalle prime luci dell’alba, nei Comuni di Anzio, Nettuno ed Aprilia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno dando esecuzione a un decreto, emesso dalla III Sezione misure di prevenzione del Tribunale Penale e Civile di Roma su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone il sequestro anticipato di beni, finalizzato alla confisca nei confronti del 67enne Giacomo Madaffari, residente a Nettuno e, al momento, in carcere al 41 bis.
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Le indagini hanno condotto al sequestro di un ingente patrimonio, costituito da 10 immobili di cui 6 di categoria A/7 (ville e immobili di pregio), 6 terreni, 2 autovetture, conti correnti e una società di rivendita autoveicoli, frutto del reimpiego di denaro ritenuto provento delle attività illecite perpetrate da Madaffari. I beni sequestrati sono stimati in oltre tre milioni di euro.
Ai vertici di ben due sodalizi trapiantati tra Anzio e Nettuno, legati alla ‘ndrangheta di Santa Cristina d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria e di Guardavalle in provincia di Catanzaro, secondo l’ipotesi della magistratura, vi sono Giacomo Madaffari, Bruno Gallace e Davide Perronace.
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Il sequestro scaturisce dagli accertamenti, delegati dalla Procura di Roma-DDA ai Carabinieri della Sezione Misure di Prevenzione del Nucleo Investigativo, volti alla ricostruzione del profilo criminale e del patrimonio di Giacomo Madaffari.
Sono state definite – spiega una nota dell’Arma – la carriera criminale che qualifica la pericolosità sociale e le cointeressenze economiche presenti e cessate, anche nel contesto famigliare di origine. La pericolosità sociale è riconducibile al fatto che il predetto è oggi ritenuto al vertice della locale di ‘ndrangheta Madaffari-Perronace-Gallace insediata nei comuni di Anzio e Nettuno e territori limitrofi del litorale laziale a sud della Capitale.
Attraverso i dati fattuali emergenti dai procedimenti penali e dalle relazioni in ambito criminale, a partire dalla metà degli anni ‘70 e fino ad oggi, è stato delineato il quadro degli illeciti realizzati nel corso del tempo dal predetto e la sua caratura criminale, da ultimo chiaramente emersa dalle indagini che hanno visto l’esecuzione dell’Ordinanza di custodia Cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma il 18 febbraio 2022, nell’ambito dell’indagine Tritone, eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci che ha disvelato l’esistenza e l’operatività della locale di ‘ndrangheta.
L’appartenenza di Madaffari alla ‘ndrangheta ne connota all’evidenza la pericolosità qualificata a cominciare dagli anni 80/90, epoca del trasferimento nell’area sud di Roma e delle immediate relazioni con le già stabili famiglie ‘ndranghetiste dei Gallace, dei Perronace e dei Tedesco.
Considerato il sistema “meritocratico” di ascesa alle posizioni apicali dell’organizzazione, è evidente che la posizione raggiunta a capo di un locale sia indice non solo di una “carriera criminale” all’interno della ‘ndrangheta, ma anche della possibilità avuta di “crescere” commettendo reati su un territorio già controllato dalle citate cosche calabresi.
Le investigazioni hanno anche messo in evidenza come l’elevato tenore di vita del Madaffari e di tutti i suoi famigliari non sia compatibile con i redditi e le altre fonti lecitamente percepiti nell’arco temporale 1980-2020, facendo emergere una sperequazione (saldo negativo tra fonti lecitamente percepite ed esborsi effettuati) di oltre 1,7 milioni di euro nel periodo temporale investigato.
Il patrimonio accumulato dal proposto e dai suoi famigliari, riconducibile alle attività illecite poste in essere, è stimato in oltre 3 milioni di euro.
In particolare, il sequestro ha interessato: 10 immobili, di cui 6 di categoria A/7 (ville e immobili di pregio), situati nei comuni di Anzio e Nettuno; 6 terreni, alcuni dei quali con potenzialità edificatoria, situati nei comuni di Anzio, Nettuno ed Aprilia (un vigneto); 2 autoveicoli di grossa cilindrata; una società di rivendita di autoveicoli (Autoexpo srls) e rapporti finanziari (alcuni dei quali intestati ad Angela Scarcella), effetti cambiari, monili, beni mobili di valore, in corso di inventario e quantificazione.
Basti pensare che il curriculum criminale di Madaffari vede nel 2018 al centro di un’organizzazione che avremme movimentato tre carichi di droga provenire dal Sud America, in ragione del peso economico del boss nel mercato del narcotraffico internazionale: rispettivamente 53 chili, 15 chili e addirittura 500 chili.