Mutevoli Confini. Un appuntamento con l’arte di Rosy Losito presso Temporary Art Civico 12 a Latina
Giovedì 10 giugno alle 19,00 sarà inaugurata, presso Temporary Art Civico 12, in via Carlo Romagnoli 12, a Latina, la mostra “Mutevoli Confini” di Rosy Losito, presentata da Vincenzo Scozzarella e a cura di Laura Cianfarani e Vincenzo Scozzarella. L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 10 luglio, tutti i giorni dalle 15,00 alle 20,00, previa prenotazione al 366.801.15.17.
La mostra “Mutevoli Confini” è un percorso che racconta una nuova tappa della produzione artistica di Rosy Losito, frutto dell’ultimo anno, in profondo dialogo con l’impatto sulle coscienze provocato dal COVID. Ospitata in un nuovo spazio interamente dipinto di bianco, di ampio respiro, composto da una sala di 120 metri quadrati e una seconda saletta, l’esposizione si snoda attraverso trenta opere fra tele, lavori su poliestere e installazioni site specific. Queste ultime costituiscono la chiave di lettura dell’intera esposizione, imperniata sul concetto di spazio. Se la pandemia da un lato ha ristretto profondamente gli spazi vitali con chiusure e limitazioni, dall’altro, trattandosi di un evento che ha coinvolto e coinvolge l’intero pianeta, ha esteso il concetto di condivisione, rendendo scorrevoli gli spazi stessi, quanto meno a livello interiore. Il titolo stesso, “Mutevoli Confini”, rivela una fluidità, un eterno passaggio tra i luoghi non solo esteriori, ma appartenenti alla memoria e all’interiorità, dove non si ha chiusura, dove i limiti si estendono senza soluzione di continuità, dove l’artista intende sensibilizzare allo scambio di sensazioni ed emozioni.
“Tra cielo e terra, astratto e figurativo, mondo onirico e reale, trovano spazio i Mutevoli confini, preponderanti nelle dimensioni tangibili eppure docili nel denudarsi allo spettatore. E’ il sogno di un cangiantismo cromatico svelato dalla luce evanescente, un velo che si apre su un universo che è insieme concreto e illusorio, un luogo immaginario e misterioso, specchio dell’imprevedibilità delle leggi del cosmo, della natura sfuggevole delle emozioni, gestite, però, da una costante che è la profondità dello spazio e il suo carattere fluido, fatto di un liquido amniotico in cui è possibile rifugiarsi ogni qual volta se ne avverta il bisogno. In questo mondo parallelo, elogio del qui ed ora, riesce a convivere in modo armonico anche il passato, ascoltato, accolto ed elaborato sino a coesistere con il presente. Ciò che fu, grazie al ruolo consapevole della memoria, ha trovato la sua autentica collocazione nel ricordo che s’intravede in lontananza, in un gioco di vedo/non vedo ottenuto grazie alla luce eterea. Gli archetipi di ricerca cognitiva e sfera inconscia si ricongiungono nella creazione artistica, resa posto sicuro e salvifico dal fluido primordiale. In questo sodalizio s’inserisce anche la materia, contraltare del cromatismo onirico, attraverso colori vividi e caldi da cui prende vita la terra. Si svela, qui, la natura tattile ed emozionale della ricerca artistica, la costruzione ludica di un luogo immaginario, dove la composizione acquisisce vita in superficie e, sposandosi con la profondità spirituale del liquido portatore di vita, apre lo sguardo alla dimensione interiore dell’artista, all’introspezione che, se trattata con amorevole cura, approda alla quiete, all’armonia tra macro e microcosmo, tra l’inconscio e la ratio”.