Operazione Movida. Estorsioni, rapina e violenze col metodo mafioso: sono stati rinviati a giudizio i cinque indagati
Davanti al Giudice per l’udienza preliminare di Roma Angela Gerardi, tutti gli indagati nell’operazione di DDA capitolina e Squadra Mobile di Latina denominata “Movida”, eseguita a dicembre 2020, hanno chiesto di essere giudicati col rito abbreviato. Tutti tranne il 19enne Ferdinando “Pescio” Di Silvio, il figlio di Costantino detto “Patatone”.
“Movida”, che è stata preludio dell’inchiesta di fine ottobre scorso denominata “Scarface”, ha visto tra i suoi arrestati, e oggi rinviati a giudizio, alcuni componenti del Clan Di Silvio sponda Gionchetto, guidato da Giuseppe Di Silvio detto Romolo.
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Ad chiedere il rito alternativo i 3 appartenenti alla famiglia Di Silvio più il 31enne Luca Pes coinvolto in ipotesi di estorsione con l’aggravante mafiosa. Gli altri imputati sono Costantino Di Silvio detto Costanzo, 57 anni, nato a Latina il 24 marzo 1963; Antonio Di Silvio detto Patatino, 28 anni, nato a Latina il 10 novembre 1992; Ferdinando Di Silvio detto Prosciutto, 23 anni, nato a Latina il 30 marzo 1997. Rito alternativo richiesto anche da Fabio De Stefano detto il Siciliano e Massimiliano Tartaglia, non destinatari della misura cautelare emessa a dicembre 2020.
Tutti gli indagati di “Movida”, tranne Pes, sono stati coinvolti con l’accusa di associazione mafiosa anche nell’indagine Scarface.
La prossima udienza è stata rinviata al 25 febbraio 2022.