Dalla Blu Gaeta al Piazzale dell’ex Stazione: gli affari nel Golfo e il futuro di almeno 40 lavoratori di una cooperativa nata sotto i migliori auspici
“Mi sono emozionato, perché questa della Blu Gaeta è una scommessa per la città”, affermava raggiante il sindaco di Gaeta Mitrano quel lontano 9 luglio del 2014.
Una scommessa che oggi possiamo ormai considerare persa. Perché? Ma perché il progetto sta letteralmente crollando a pezzi, da una parte a causa della totale assenza di progettualità per il futuro degli oltre 40 lavoratori che oggi continuano a indossare la divisa da ausiliari del traffico, mentre il bando alla loro cooperativa è scaduto ormai da oltre due mesi, e dall’altra parte perché nel frattempo al suo interno la cooperativa e i 41 lavoratori sono completamente spaccati e ci sono quelli che giocano in serie A e quelli che giocano in serie B, e non sembra certo in virtù di particolari meriti professionali.
Persino i trattamenti economici sono diversi e non si capisce perché è riscontrabile una sorta di tendenza a privilegiare coloro che sono confluiti nella Blu Gaeta provenendo successivamente dal dissennato e dannoso progetto Gevi – che ha portato ad un danno erariale da parte del fedelissimo dirigente comunale di Mitrano Antonio Buttaro, – rispetto invece a quelli che provenendo dalla Soes hanno rischiato in prima persona, costituendo appunto una società cooperativa, mettendoci persino soldi propri, e quindi risultando essere soci lavoratori, vantando maggiori responsabilità che si sono però tradotte in compensi più bassi.
Insomma, si tratta di turni e ore, di chi lavora e chi no, per decisione del presidente e chissà chi altro. Ma ciò che manca oggi, su questa come su quasi tutte le azioni amministrative della città di Gaeta, è la trasparenza.
Perché ormai l’amministrazione Mitrano e il modus comunicativo della sua squadra sono chiari, dire tutto per non dire nulla, insomma una sorta di super cazzola senza soluzione di continuità. E infatti a precisa interrogazione consiliare del consigliere di minoranza Emiliano Scinicariello, arrivata nell’ultimo Consiglio comunale come si vede in video (vedi sotto), l’assessore Raffaele Matarazzo è letteralmente fuggito dalle proprie responsabilità politiche, prima con uno scaricabarile nei confronti degli uffici tecnici e poi con un generico “tuteleremo i posti di lavoro”.
Il sindaco non era in quel momento nemmeno presente, segno evidente di un completo disinteresse. A confermare questa ipotesi, inoltre, ci sarebbe stato anche una specie di fantomatico tavolo sindacale di concertazione tenutosi lunedì in Comune col sindaco Mitrano, il presidente della Blu Gaeta e il rappresentante sindacale Cigl Franco Meschino (lo stesso che sta seguendo pure il destino dei lavoratori Panapesca, che come vedremo sono stati tutt’altro che tutelati).
Un tavolo che tutto è stato tranne che di concertazione, infatti il sindaco si sarebbe limitato a comunicare solo la volontà di redigere un nuovo bando, ma con una previsione di spesa annuale quasi dimezzata rispetto al passato, e questo potrebbe allora voler dire passare dai circa 7-800mila euro annuali di budget di prima a 400mila, e dunque meno ore e probabilmente anche meno dipendenti.
Ma il quadro, o forse è meglio dire la strategia, è persino più complessa, perché mentre cerchiamo di capire cosa stia accadendo, dall’altra parte pare che il progetto sia già piuttosto chiaro. Infatti, in questi giorni, sono venuti fuori i nomi degli idonei a partecipare ad un nuovo concorso di vigili stagionali, di cui incredibilmente lo stesso Matarazzo, di nuovo lui, dà notizia solo in un video, mentre risulta esserci stata al contrario una pubblicità del tutto inadeguata rispetto allo scopo di informare correttamente e diffusamente i potenziali interessati, con pochissime domande arrivate e decine di commenti di protesta in città.
D’altra parte l’amministrazione Mitrano non è nuova a questo genere di vicende. Basti pensare alla graduatoria di un altro concorso per vigili a dir poco vergognosa ai cui primi posti risultarono nel 2014 – con 60 risposte esatte su 60 quiz – la cognata del sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, il braccio destro dell’allora vicesindaco Christian Leccese, il figlio di un vigile già in organico al locale comando e un esponente del movimento giovanile di Forza Italia. Ragione per cui la Guardia di Finanza aprì anche una indagine alla quale seguì l’annullamento del concorso.
Oggi, analogamente, altre posizioni ambigue sembrano emergere tra quelli che hanno presentato domanda. E guarda caso si tratta proprio di alcuni lavoratori della Blu Gaeta – proprio quelli provenienti dalla Gevi – alcuni già in organico alla polizia locale e collaboratori fidatissimi all’interno del comando, c’è poi un parente di un dirigente comunale, ex candidati nelle liste dell’attuale maggioranza e anche una vecchia collaboratrice di Mitrano, oltre i figli di vigili urbani attualmente in organico.
Insomma, la città e piccola, può accadere, staremo a vedere chi vincerà.
Ma quel 9 luglio 2014 fu proprio Mitrano ad affermare che con la Blu Gaeta “la città si univa”, mentre ora la cooperativa sembra invece spaccarsi, con fughe in avanti in tutte le direzioni. Perché ad essere in discussione non è solo la cooperativa, ma l’organizzazione stessa e la gestione delle strisce blu in città oggetto dell’appalto. In tal senso anche le scelte dell’amministrazione sembrano andare in una direzione completamente nuova e allora la tutela dei lavoratori sembra più assomigliare solo a una promessa elettorale in un refran ormai arcinoto.
Non si spiegherebbe altrimenti l’immobilismo e la superficialità con la quale si è affrontata e si affronta l’incredibile vicenda dell’acquisto del piazzale dell’ex stazione da parte della Cavour Immobiliare di Edoardo Pansini, che tra l’altro sei anni fa fu tra i principali artefici della creazione proprio della Blu Gaeta. Oggi ritorna invece come una specie di intermediario che prima acquista per due soldi quel lotto dal Consind partecipando da solo alla gara con la sua Cavour Immobiliare appena fondata e ora pare aver ceduto il noleggio della medesima area ad un’altra società appena nata, la Gaeta Parking – di nuovo strisce blu nel destino di Pansini – a coloro che sembrano però molto poco gaetani.
Si tratta infatti di una società che ha sede legale a Napoli ed è composta al 30 percento dalla Si.Ge.A costruzioni ma soprattutto al 70 percento dalla No Parking Srl. Che c’entra, si dirà, la realizzazione del parcheggio multipiano in piazza Aldo Moro a Formia? Sì quello delle Poste, quello che qualche anno fa Mitrano, con l’eleganza che lo contraddistingue, mentre era ospite in Consiglio comunale a Formia, disse che lo comprava lui, girando un coltello in una delle ferite aperte della città. Quel parcheggio è stato protagonista del crack finanziario che portò al fallimento della società Formia Servizi, proprio quella degli ausiliari del traffico formiani, per cui è imputato il manager e amministratore delegato di quella sciagura, Massimo Vernetti, per peculato e bancarotta fraudolenta. Vernetti, dopo aver collezionato tali successi, fu promosso a presidente della Confcommercio Napoli (non lo è più da ottobre 2020), ed è a capo di una Holding familiare che si chiama “Quick No Problem Parking Spa”, che richiama sonoramente una specie di mix lessicale tra Gaeta Parking e No Parking srl protagoniste sul piazzale della stazione di Gaeta. Si potrebbe dire vabbe’, è solo un’assonanza di nomi, non c’entra niente lui.
Eppure qualcosa non torna. Infatti, come amministratore unico della Gaeta Parking, figura una certa Barbara Aversano. Chi è Barbara Aversano? Una fedelissima proprio di Vernetti, sua strettissima collaboratrice di pranzi, cene, vernissage e feste no stop al rinomato e prestigioso resort di Vernetti nella Napoli Bene di via Chiaia. La Aversano guida dunque la Gaeta Parking, che è composta dalla No Parking di Vernetti, e che ha come scopo sociale – si legge – “per concessione in via esclusiva del Consind (quello di Salvatore Forte) la realizzazione e la gestione di un parcheggio a raso nel piazzale della stazione, di box auto e pure superfici commerciali da locare e altre opere di urbanizzazione come verde e viabilità locale”. Insomma una via di mezzo tra una società privata ovviamente di gestione del parcheggio ma anche immobiliare, di costruzione e di locazione. Insomma, un tuffo nel futuro e la Blu Gaeta sembra già un vecchio ricordo, anzi una scommessa persa e così a pagare sono sempre i lavoratori e le loro famiglie.