Non sarà la Terra dei Fuochi come qualcuno si è affannato a dire, eppure sembra proprio che qui nella provincia pontina, una delle terre più dimenticate d’Italia (la Capitale assorbe ogni attenzione), i fuocherelli e i fumi abbiano preso d’assalto alcuni precisi territori. Due su tutti: Mazzocchio, la zona industriale di Pontinia dove da 16 anni imperversa lo stabilimento degli smoking fields della Sep, e Calabretto, località con almeno due discariche abusive dei veleni di cui ormai sono note le fumarole maleodoranti che alitano imperterrite e i/gli negazionismi/attendismi del Sindaco di Itri Antonio Fargiorgio.
Rifiuti, sempre rifiuti. Il problema del millennio scaricato su cittadini impotenti e amministratori, a volte lassisti, a volte compromessi. Si formano comitati, si vedono persone comuni alle prese con commi e astrusi regolamenti per difendersi dall’afasia delle autorità a cui si rivolgono.
Per Calabretto e Mazzocchio gli anni di grazia sono stati nel biennio 2003-2005, da lì è cominciato un incubo prima latente, poi sottovalutato, infine debordante come tutti quei nodi che vengono al pettine e che, a forza di tirare, si spezzano deflagrando. Altro che Gordio!
Due sequestri sono stati eseguiti dalla magistratura, ma, di fatto, a Itri i geyser nauseabondi continuano ( e di bonifiche, per ora, neanche a parlarne…state sereni, i carotaggi dicono che è tutto sotto controllo, questo è il succo del discorso da parte del Sindaco Fargiorgio), a Mazzocchio lo stabilimento rimane aperto sotto amministrazione giudiziaria che continua a farlo funzionare (anche se le responsabilità sono ascrivibili ad altri tempi e ad altri luoghi, su tutte la Regione Lazio) e i cumuli di rifiuti in quell’area degradata, inzuppata persino dalla prostituzione, hanno cominciato a bruciare. E non per mano di un alieno venuto da Marte.
Il Comitato Mazzocchio, vigile alla situazione ed esasperato dalla stessa, ha confezionato un video (sotto) che non lascia molto all’immaginazione delineando un quadro che non sarà quello della Terra dei Fuochi, ma è, fuor di fioretto metaforico, vergognoso.
“Benvenuti in località Mazzocchio – scrivono con sarcasmo dal Comitato – terra dei “fuocherelli” che non si spengono mai. Se vi avventurate in un qualsiasi giorno per le strade dell’area industriale noterete rifiuti di ogni genere, separati con cura, plastica con plastica, carta con carta, amianto su amianto. Sono aziende, privati, cittadini di Pontinia o di comuni limitrofi che pensano che questa sia la discarica della zona. Forse per via dell’odore nauseabondo che sempre invade tutto, proveniente dalla Sep. Forse per la cattiva fama che questa zona si è fatta. Ma nel silenzio delle istituzioni, Mazzocchio è ormai la discarica a cielo aperto di tutti. Noi vogliamo sovvertire questo ordine di cose e vogliamo chiamare in causa non solo le istituzioni (spesso sorde ai richiami, a partire dal sindaco) ma anche i cittadini. Guardate cosa abbiamo trovato facendo solo un piccolo giro per le vie della zona industriale. Incredibile”.
Non va meglio ad Itri, per cui, oggi, l’associazione Caponnetto comunica che il loro esposto alla magistratura pare non sia andato a buon fine poiché, dicono, si sarebbero aspettati la disposizione di un ulteriore sequestro per quella parte di discarica che, invece, è rimasta intonsa, libera da qualsiasi provvedimento che sia dell’amministrazione (di cui abbiamo detto) o della Procura competente di Cassino (nonostante ci sia un fascicolo aperto dal sostituto Beatrice Siravo).
“Non riusciamo a comprendere le ragioni per le quali a distanza di un paio di settimane dalla data in cui abbiamo inviato un esposto – denuncia alla Procura di Cassino per la vicenda della discarica abusiva di Calabretto ad Itri, in provincia di Latina, ancora non siano stati disposti il sequestro di questa e l’intervento dei Carabinieri del Noe. Il pericolo è che, oltre al possibile inquinamento delle falde acquifere, con le immediate piogge si possa verificare, attraverso il fossato di Pontone che scarica le acque provenienti da Itri sul litorale di Vindicio tra le due città di Formia e Gaeta, anche quello dell’intero Golfo di Gaeta. Ed allora sarebbe veramente un disastro ambientale sul territorio che si estende fino in provincia di Caserta. Provvederemo nei prossimi giorni ad interessare il Ministero della Giustizia“.