Mazzette e appalti nel sud pontino: è iniziato il processo derivante dall’inchiesta Portobello per fatti risalenti dal 2011
Un’inchiesta dei Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, coordinati dalla Procura di Roma (pm Maria Cristina Palaia, ora alla Direzione Distrettuale Antimafia), concretizzatasi nel 2014 che vedeva indagate 40 persone e che è arrivata, solo nel giugno 2020, con l’avviso di conclusioni d’indagine: tra i 9 coinvolti il consigliere regionale formiano di Forza Italia Giuseppe Simeone, ex Presidente della Commissione Sanità alla Pisana.
Dinanzi al Tribunale di Roma, i giudici, dopo aver stralciato la posizione di uno degli imputati, hanno ammesso le prove e rinviato l’udienza al prossimo 24 gennaio 2022.
Al centro dell’inchiesta l’Autorità Portuale Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta. Le indagini hanno interessato la Capitale, il litorale romano e il sud pontino. Per lo più, gli episodi risalgono agli anni 2011-2012-2013 e vedono al centro delle attenzioni degli inquirenti una figura che ha occupato per anni le cronache locali: Carlo Amato, imprenditore di San Cipriano d’Aversa, con una società basata a Minturno oggetto di interdittiva antimafia. A fare clamore sicuramente il coinvolgimento dell’ex Presidente dell’Autorità Portuale, ormai da tempo con la stessa carica a Palermo: Pasqualino Monti, 46 anni di Ischia.
Contestati dalla Pm di Roma Luigia Spinelli, che ha avuto il merito di far rimanere in vita il procedimento, episodi di mazzette e appalti, corruzione e turbative nelle gare d’appalto.
Oltreché Amato e Monti, a giudizio ci sono Il consigliere regionale, 63 anni, nato a Sperlonga, ma formiano, Giuseppe “Pino” Simeone; il 68enne Luciano D’Orazio di Marino (Roma), titolare della società Impre.dor srl; il 67enne originario della provincia di Cosenza Dante Novello, Dirigente Regione Lazio, Area Concessioni Demaniali e Pianificazioni dei Bacini Idrografici; la 59enne Raffaella Pepe, Dirigente Regione Lazio, Direzione regionale Protezione Civile, Presidente della Commissione della gara d’appalto per l’affidamento dei lavori di “sistemazione idraulica del Fosso delle Frattucce” nel Comune di Acuto (Frosinone); Marco Acciari, 56 anni di Roma, funzionario della Regione Lazio; Marilena Terreri, 67 anni, ex Dirigente del Comune di Formia; Ferruccio Bonaccioli, 71 anni di Bracciano (Roma), capo dell’ufficio Gare e Contratti dell’Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta.
Per quanto riguarda i due formiani, Simenone e Terrieri, gli inquirenti evidenziano due vicende specifiche.
Secondo l’accusa, Simeone, all’epoca nell’assise del municipio formiano (consigliere comunale), accettava la promessa di 10mila euro da parte di Carlo Amato, imprenditore e titolare delle società Icem srl e Somes Srl, per compiere atti contrari al proprio doveri d’ufficio, consistiti nel favorire la società dell’uomo d’affari in futuri procedimenti di aggiudicazione di lavori pubblici presso il Comune di Formia e in relazione a una concessione avente ad oggetto un’area all’interno della città. Un’ipotesi di corruzione che vede il reato contestato dalla Procura di Roma nei confronti del politico formiano aggravato poiché il fatto ha come oggetto la stipula di contratti nei quali è interessata l’amministrazione di appartenenza, ossia il Comune di Formia. Una vicenda risalente al gennaio 2013.
Per quanto riguarda l’ex Dirigente del Comune Marilena Terreri, un episodio risalente a quando occupava il suo ruolo nell’ente formiano.
Sempre Carlo Amato, l’imprenditore che è al centro di questa inchiesta, è il protagonista dell’episodio contestato. Terreri, secondo la Procura, con più azioni esecutive di uno stesso disegno criminoso, accettava per sé o per terzi, la promessa di somme di denaro e altre utilità da parte dell’imprenditore residente a Casapesenna per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio ossia l’aggiudicazione di future gare d’appalto a società e imprese a lui riconducibili. Per gli inquirenti, l’ex Dirigente Terreri dapprima accettava la promessa di soldi e altre utilità afferenti al pagamento dei manifesti per la campagna elettorale di Sandro Bartolomeo, ex sindaco di Formia, e all’epoca dei fatti candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2013, e in seguito riceveva, per conto di altri, il pagamento indiretto di quasi 3mila euro destinati alla società L.I.P. srl, con sede a Latina.