Sequestro di beni del valore di oltre 5 milioni di euro appartenenti a un noto professionista di Latina considerato socialmente pericoloso
I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina e di Roma stanno eseguendo il provvedimento del Tribunale – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, emesso su richiesta delle Procure della Repubblica di Latina e di Roma, con cui è stato disposto il sequestro dei beni del valore di oltre 5 milioni di euro appartenenti a un noto professionista di Latina considerato socialmente pericoloso: Pasquale Maietta.
L’ex Presidente del Latina Calcio, ex assessore al bilancio del Comune di Latina (nella Giunta di centrodestra guidata da Giovanni Di Giorgi) e ex deputato di Fratelli d’Italia (anche con il ruolo di tesoriere del gruppo alla Camera dei Deputati), dal 2014, risulta coinvolto sistematicamente in reati di trasferimento fraudolento di valori, associazione per delinquere finalizzata ad una incessante attività di evasione fiscale, bancarotta fraudolenta, corruzione, nonché numerosi reati tributari e fiscali in concorso con altri soggetti. Sin dai primi anni 2000 il commercialista è risultato inoltre legato a soggetti della provincia di Latina di elevato spessore criminale, su tutti Costantino Di Silvio detto “Cha Cha” attualmente detenuto e sotto processo con l’accusa di associazione mafiosa. Attualmente Maietta, per quanto riguarda i processi più importanti, si trova alla sbarra nei processi “Arpalo”, “Arpalo 2” e “Olimpia”.
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Gli accertamenti svolti negli anni dalla Procura della Repubblica di Latina hanno generato numerosi procedimenti penali per numerosi reati, alcuni dei quali ancora in corso. In uno di questi, il professionista è stato sottoposto a misura cautelare in carcere (si tratta dell’ordinanza denominata Arpalo eseguita da Guardia di Finanza e Polizia di Stato nel 2018).
Le investigazioni patrimoniali, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economica – Finanziaria di Latina, diretto dal tenente colonnello Angelo Andreozzi, e Nucleo di Polizia Economica – Finanziaria di Roma/G.I.C.O., hanno interessato l’intero nucleo familiare del professionista, consentendo, allo stato, di dimostrare la presenza di un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati, composto da immobili (ubicati a Latina e Roma) e quote societarie, per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro, patrimonio da ritenersi riconducibile agli introiti derivanti da attività illecite.
Il provvedimento ablativo del Tribunale di Roma, Sezione Misure di prevenzione – spiega una nota della Finanza – è il risultato dell’impegno congiunto delle Procure della Repubblica di Latina e Roma e della Guardia di Finanza, nel quadro delle strategie di aggressione patrimoniale dei beni acquisiti da soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose o che rappresentano il frutto o il reimpiego di attività illecite.
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