MAXI INCENDIO SPLASH: LA RACCOLTA FONDI E I PUNTI INTERROGATIVI DI UN DISASTRO

Lo Splash dopo il rogo
Lo Splash dopo il rogo (foto Facebook di Dario Di Gennaro)

Splash, il grosso centro ludico/sportivo a Spigno Saturnia, molto conosciuto nel sud pontino, è andato a fuoco mercoledì 9 settembre: l’incendio è oggetto di un’indagine dei Carabinieri

Il rogo è stato devastante e ha praticamente ridotto in cenere tutta la struttura in un fine estate che è stato copioso di incendi in tutta la provincia pontina.

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Quel giorno, 9 settembre, quasi in concomitanza con l’incendio di Spigno Saturnia, due auto andavano a fuoco nel parcheggio di Largo Paone a Formia. Un fatto sicuramente slegato dal maxi rogo spignese, ma parimenti incomprensibile anche perché le auto, così come le strutture, non vanno in auto-combustione.

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Oltremodo impressionate, è l’incendio, per proporzioni ovviamente devastante, che ha coinvolto l’impianto della famiglia Ciccione a Spigno Saturnia distruggendo, anche a causa del vento che spirava forte, le aree di piscina, palestra, bar, spogliatoi e la copertura in legno. A salvarsi la pizzeria Aria Nuova, ubicata nel complesso Splash e anch’essa molto nota in tutta l’area del sud pontino e oltre.

Allo Splash, ad ogni modo, non è stato facile lo spegnimento che è durato per diverse ore anche nella notte (vedi foto di seguito) quando sembrava che l’intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile avesse ultimato i lavori.

Incendio Splah
Incendio Splash: foto scattata nella tarda sera del 9 settembre. Le operazioni di spegnimento sono durate circa 27 ore

Da subito è iniziata, considerato il danno che rende inagibile l’attività dello Splash, la gara della solidarietà che ha coinvolto personaggi dello sport tra cui i plurimedagliati Medea Verde, ex pallanotista che ha messo in vendita i ori europei, e il famoso nuotatore Massimiliano Rosolino. È partita, infatti, nell’immediatezza del calcolo del danno, una raccolta crowdfunding sulla piattaforma specializzata Gofundme.com.

Incendi, quelli dell’ultima tranche estiva nel sud pontino e nella provincia pontina, che non hanno avuto nessun responsabile e praticamente tutti derubricati, almeno nell’immaginario collettivo, come disgrazie accidentali.

È certo che i Carabinieri di Minturno stanno però indagando sul rogo dello Splash dal momento che la struttura è stata sequestrata per disposizione della Procura di Cassino, così come è altrettanto rilevante che l’incendio che ha distrutto la struttura sia divampato in un orario, grossomodo quello di pranzo, in cui i locali sono vuoti. Per fortuna nessuno ha dovuto affrontare le fiamme, altrimenti il danno materiale avrebbe potuto provocare anche una tragedia umana. Al momento, però, vige un’ordinanza del Sindaco di Spigno Saturnia, Salvatore Vento, che ha deciso di vietare i prodotti ortofrutticoli nella zona e l’apertura di finestre e balconi. Un disagio per i residenti non da poco, senza contare che almeno un’abitazione è stata evacuata.

Lo Splash dopo il rogo2

La raccolta fondi per lo Splash va spedita e ha già raggiunto, ad oggi, la cifra ragguardevole di circa 24mila euro con l’obiettivo proposto di chi ha lanciato l’iniziativa di arrivare a mezzo milione di euro.
Nell’attesa di capire qualcosa di più, sopratutto in ragione degli esiti di un’indagine aperta dall’Arma, ciò che resta degli incendi è un vuoto assoluto di causa come se i fuochi estivi fossero una tassa da pagare per lavoratori e cittadini ogni anno. Nessuno, infatti, si domanda cosa non abbia funzionato nell’incendio Splash, anche perché è chiaro che una struttura così grande e ben avviata ha in sé dei sistemi anti-incendio che evidentemente non hanno funzionato.

Brucia di tutto, ma i punti interrogativi rimangono.

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