È da questa mattina che un profilo Facebook ha iniziato a far imbestialire gli utenti del social rallegrandosi del pestaggio mortale del 21enne Willy con frasi xenofobe e vomitevoli
“Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzè, siete degli eroi” – così scriveva, con tanto di emoticon a cuore finale, il profilo fake di “Manlio Germano”. Una tecnica dell’odio social (vedi alla voce “Black Mirror”) per creare insulti, attenzione e la cosiddetta shit storm (letteralmente “tempesta di merda”) che si genera per reazioni con bestialità e minacce di ogni genere e tipo rivolte all’hater il quale, intanto, gode: un’operazione, dispiace dirlo, riuscita in pieno a chiunque o a coloro i quali si celano dietro quel nome e cognome – Manlio Germano – raffigurato in foto col simbolo di Fratelli d’Italia e tra le immagini lo scudetto dell’US Latina squadra da sempre etichettata come “tifoseria nera”. E, a rendere tutto più credibile, una frequentazione all’Istituto “Steve Jobs” che a Latina significa Fabio Napolitano, imprenditore fino a dicembre 2018 dirigente del Latina Calcio.
La società calcistica ci ha tenuto a prendere le distanze: “La società LATINA CALCIO 1932 SSD ARL comunica di non aver mai avuto nessun tipo di rapporto con Manlio Germano ed esprime il proprio dissenso su qualsiasi affermazione e comunicazioni fatte finora. Nel contempo esprime un vivissimo cordoglio verso la famiglia del giovane Willy“. Fatto sta che la connotazione data al fake appare inequivocabile e sinistra. Se qualcuno sa, come si dice in questi casi, parli.
Un fake trollante che si è preso gioco di gran parte del mondo social, i cui responsabili dovranno essere, adesso, ricercati da Digos e dalla Polizia Postale attraverso il solito e complicato interpello di Facebook negli Stati Uniti che, ovviamente, ci metterà un bel po’ a rispondere. Se risponderà…
Insomma, una pagina di colore cenere aggiunta allo spaccato da brividi che ha visto un povero ragazzo di 21 anni morire pestato a sangue, laddove già nei primi interrogatori i quattro indagati hanno negato qualsiasi addebito. Persino i fratelli Bianchi che sostengono di aver solo diviso e non picchiato.
Leggi anche:
LA TRAGEDIA DI WILLY: UNA MORTE NATA NELLE PALESTRE DELL’ODIO
Il profilo fake non è più visibile dalle ore 12 circa. La trovata sicuramente costruita neanche troppo goffamente con tanto di richiamo a un nome – Manlio Germano – che rimanda al politico pontino di destra della Seconda Repubblica, con un passato fascista, interpretato da Claudio Amendola nel celebre film di Paolo Virzì “Caterina va in città“. In quella pellicola, datata 2003, Manlio Germano è il prototipo del politico del centro-destra dei primi anni Zero: ex picchiatore fascista, con amicizie di gioventù non proprio oxfordiane, dissimulante il suo passato di saluti romani e culto del Duce, e infine deputato della Repubblica imborghesito dalla Roma della Casta che lo porta ad essere parte di un mondo ricco e privilegiato dove non c’è più differenza tra destra e sinistra.