MAIETTOPOLI E CLAN. “FACEMMO LA CAMPAGNA ELETTORALE PER MAIETTA NEL 2007”

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Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Non che ce ne fosse ancora bisogno, ma Agostino Riccardo conferma: “Facemmo la campagna elettorale per Maietta nel 2007.

Renato Pugliese e Agostino Riccardo

Tra i dibattuti omissis recanti i nomi di avvocati, commercialisti e, sopratutto, politici, inseriti nei verbali dei due collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo, è possibile riempirne un altro: quello dell’ex deputato, ex tesoriere alla Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia (scorsa legislatura), nonché Presidentissimo del Latina Calcio: al secolo Pasquale Maietta che è, a quanto dice Riccardo, tra coloro che hanno usufruito dei servizi della mala latinense in campagna elettorale.
Travolto da inchieste e processi, l’ex Assessore al Bilancio del Comune di Latina (amministrazione Di Giorgi) è al centro di un articolo de Il Messaggero, a firma di Marco Cusumano, che riporta alcune dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia alla magistratura il 10 ottobre 2018.

La rassegna di nomi e circostanze a cui si riferisce Agostino Riccardo sono una vera e propria discesa negli inferi, con personaggi che durante Maiettopoli – quando nella città a regnare incontrastato era Pasquale il Presidente – hanno fatto il bello e il cattivo tempo, con un senso di onnipotenza che è ben rappresentato dalla corsa sul risciò di Cha Cha adamitico incurante del vivere civile.

Il collaboratore di giustizia racconta ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia in riferimento alle società riconducibili a Pasquale Maietta: un castello intricato e speculare (alle società svizzere corrispondevano quelle italiane) che molto bene hanno imparato a conoscere gli inquirenti, sopratutto grazie all’inchiesta Arpalo di cui si sta celebrando il processo di primo grado presso il Tribunale di Latina.

Iuliano Sperduti e Cha Cha
Ai tempi di Maiettopoli e il Latina Calcio: nella foto l’allenatore Mark Iuliano, il team manager Pierluigi Sperduti e Costantino Cha Cha Di silvio

Riccardo, come scrive Cusumano, parla di suo cugino Pierluigi Sperduti: “Lui è finito negli impicci di Maietta nonostante avesse un posto fisso alla Findus a 2.000 euro al mese. Maietta lo fece lavorare con le società, lo mise nel Latina Calcio e lui cambiò completamente tenore di vita (…). Ha avuto intestate società, immobili appartenenti a Maietta di cui posso dire che è il cavallino, in quanto uomo di fiducia. La moglie di Sperduti, Paola Neroni, è la mente strategica, poi vi spiego“.

Eccoli poi, confermati da Riccardo (che, da ricordare, è giudicato attendibile dalla DDA), i luoghi già citati sia nell’inchiesta Don’t Touch che in quella denominata Arpalo: “Sperduti – spiega il pentito – ha fatto il salto di qualità, abitava in un appartamento costosissimo, attico e super attico con piscina, Audi Q7, Rolex, aveva tantissimi soldi e si vedeva. Andavamo sempre all’Angolo del Caffè, che era il bar di Giovanni Fanciulli, tuttofare di Maietta, e tale Cipolla (…). Poi il bar venne venduto (…) e alla fine era della moglie di Maietta. Io frequentavo quel bar da una vita e quando Maietta l’ha preso abbiamo fatto anche riunioni per le campagne elettorali, in alcuni casi ho assistito a colloqui su appalti (…) e alle mazzette necessarie… Io Cha Cha, Palletta (ndr: Angelo Travali) e Viola eravamo tutti là, tutti i giorni prima degli arresti di Don’t Touch. Al bar pranzavamo quasi tutti i giorni e non pagavamo, erano presenti tutti quelli dell’ufficio di Maietta e alle tavolate era presente anche Costantino Di Silvio“.

Riccardo ricorda i nomi di Sperduti, Fanciulli, Noce, Neroni e Allegretti, ossia di tutti coloro coinvolti nell’inchiesta Arpalo e descritti già nella relativa ordinanza del 9 aprile 2018, che disponeva le misure cautelari, come i sodali che costituivano la Maiettopoli di sopra, ossia quella delle srl, dei soldi andata e ritorno con la Svizzera, del Latina Calcio vincente, con un rimando al figlio di Paola Cavicchi, la co-presidentessa del Latina Calcio ai tempi di Maiettopoli, Fabrizio Colletti – aspettando che si faccia luce sul suicidio dell’avvocato Paolo Censi, avvenuto il 23 dicembre 2015 a poche settimane dall’ordinanza relativa all’inchiesta Don’t Touch che dispose gli arresti per Gianluca Tuma, Cha Cha, i fratelli Travali, Francesco Viola ecc.
Era noto, e scritto già nelle carte delle inchieste della Procura di Latina, che Agostino Riccardo fosse il guardaspalle dell’avvocato Colletti, adesso abbiamo la parcella: “Mi dava 250 euro a settimana perché io mi occupavo della sua protezione perché lui era pauroso, un figlio di papà, e lui era entrato nel Latina Calcio. Fu Pasquale Maietta a dirci di proteggere Colletti“.
1000 euro al mese per proteggere Colletti (da chi?), un connubio tra malavitoso e “figlio di papà” che i latinensi conoscono bene: la medio-alta borghesia che ricerca l’affiliato al clan per andare in giro e darsi arie, un vero e proprio must che, purtroppo, è ascrivibile all’autobiografia di una città.

Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Le attività illecite erano relative alle società intestate e all’evasione fiscale. Le società non pagavano le tasse, facevano finti dipendenti, avevano le cooperative, non pagavano nessuno, è questa la realtà – aggiunge Riccardo – Io lo so perché stando al bar sentivo fare discorsi riguardanti cooperative, soprattutto da Fanciulli che avrà intestate 30 o 40 società. Diceva spesso che avevano fatto il salto di qualità, che aveva molte coop che assorbiva i dipendenti, che non pagava l’Iva e ci sfottevamo perché lui diceva che noi facevamo la malavita e lui la faceva con la penna. Sperduti si sentiva con Cha Cha 30 o 40 volte al giorno”.

Alla fine, come riporta Cusumano su Il Messaggero, Riccardo accenna a Paola Neroni con l’ammissione di un aspetto che a Latina è vox populi da oltre dieci anni, da quando l’Alleanza Nazionale di Vincenzo Zaccheo fece la scelleratezza, per voti e consenso, di candidare Pasquale Maietta alle amministrative del 2007: “Lei è una stratega, controlla la contabilità per Maietta, è la sua calcolatrice, è una persona di fiducia, sono 20 anni che lavora con Pasquale e dirige il suo ufficio. Quando facemmo la campagna elettorale per Maietta nel 2007 lei era già al suo studio. Lei sa tutte le operazioni illecite che fa Maietta“. Si può cominciare a fugare un altro dubbio nel mondo della politica pontina (per chi ancora fosse afflitto dalla sindrome di San Tommaso): il clan a cui aderiva Riccardo (all’epoca in batteria con i Travali, Francesco Viola ecc., coordinati da Cha Cha e l’umbratile presenza di Gianluca Tuma) nel 2007 fece la campagna elettorale per Pasquale Maietta. Non uno scoop, ma una necessaria conferma.
E allora, viene alla mente ciò che diceva, trascritta in un’intercettazione di un’altra inchiesta di questi anni, Olimpia, che ha squarciato il velo sull’amministrazione Di Giorgi, l’ex partner in affari di Maietta, Paola Cavicchi. Parlava in questo modo nel 2012 all’ex sindaco della città di Latina, all’epoca in pieno mandato, Giovanni Di Giorgi: “Perché a noi ci serve un po’ de soldi amo’…non paghiamo…non paghiamo, però i soldi ce servono, perché il carro da solo non si muove“. Una frase che restituisce il clima, quello della fu Maiettopoli.

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