M5S: A LATINA DUE EVENTI IN CONTEMPORANEA. UNO UFFICIALE, L’ALTRO DEL SENATORE DESSÌ

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Un'immagine ispirata a "La fattoria degli animali", il romanzo allegorico dello scrittore George Orwell. La storia che più di tutte restituisce la metafora delle disuguaglianze in società/comunità che si proclamano egalitarie

Il mondo pentastellato, a volte un po’ surreale, ci ha fornito proprio ieri (sabato 11 maggio) qui a Latina una dimostrazione della propria particolarità.

Si sono tenuti infatti quasi in contemporanea due eventi diversi (uno al Palazzo della Cultura e l’altro all’Hotel Europa), entrambi sulle elezioni europee ed entrambi con la partecipazione di parlamentari nazionali, regionali e candidati alle elezioni europee.

La situazione, già di per sé bizzarra, è anche paradossale se si pensa che l’unica parlamentare del Movimento 5 Stelle di Latina si è completamente defilata, come del resto sta facendo dall’inizio della campagna elettorale per le europee.

Marinella Pacifico
Marinella Pacifico

Si tratta della senatrice (fantasma) Marinella Pacifico, delle cui “gesta” e stranezze ci siamo già occupati in precedenza e in particolare nell’articolo pubblicato il 3 febbraio scorso dal titolo “Marinella Pacifico…diversamente parlamentare”. Non vale pertanto la pena di continuare a parlarne.

Tornando invece ai due eventi, occorre dire che l’incontro avvenuto al Palazzo della Cultura è stato organizzato dall’apposito staff creato per le elezioni europee 2019, per cui è da considerarsi (per quello che può valere nel fantasmagorico mondo pentastellato) quello ufficiale.

L’incontro svoltosi all’Hotel Europa è stato invece organizzato dal Senatore Emanuele Dessì.

La circostanza che Dessì possa organizzare in prima persona, senza essere pubblicamente sconfessato dal M5S, un evento in contemporanea con quello organizzato dallo Staff Elezioni Europee 2019 ci dice due cose importanti:

  1. il M5S ha seri problemi organizzativi;
  2. in un MoVimento che solitamente segue una linea molto dura nei confronti di iscritti/attivisti/portavoce eletti, tanto da non badare troppo per il sottile quando si tratta di espellere qualcuno, Emanuele Dessì sembra godere di una sorta di impunità.

Infatti quest’ultimo episodio fa seguito ad un’altra vicenda ben più grave di cui Emanuele Dessì è stato protagonista.

EMANUELE DESSÌ GRAZIATO

Emanuele Dessì
Emanuele Dessì

Per chi lo avesse dimenticato, durante la campagna elettorale per le scorse elezioni politiche il Movimento 5 Stelle, per via di alcuni comportamenti a dir poco inopportuni che avevano destato molto clamore, aveva fatto firmare a Dessì un documento con il quale quest’ultimo si impegnava a dimettersi qualora fosse stato eletto.  

In realtà subito dopo le elezioni il Movimento 5 Stelle fece retromarcia, per cui il presunto documento diventò un semplice pezzo di carta e le dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale si trasformarono in parole al vento.

Come si conviene in tutti i casi in cui si fa una brutta figura, non mancò il comunicato ufficiale (accompagnato dal silenzio imbarazzato di fronte alle domande dei giornalisti), secondo il quale “non sono state riscontrate incompatibilità con l’incarico, né sono emersi elementi di natura penale, civile o anche fiscale a suo carico”.

Venne usato un linguaggio estremamente freddo, burocratico e formale, perché non si ebbe la volontà di affrontare la sostanza politica del problema, rappresentata dai fatti emersi.  

IL BALLETTO CON DOMENICO SPADA

Subito dopo la presentazione delle candidature per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 venne diffuso un video in cui Emanuele Dessì si dilettava divertito in un balletto con Domenico Spada.  

Si trattava, per giunta, di un video ufficiale di presentazione da parte di Dessì della propria candidatura a sindaco alle elezioni comunali di Frascati del 25 maggio 2014.

CHI È DOMENICO SPADA?

Il 12 novembre del 2014, nell’ambito di un’indagine anti-usura, viene arrestato insieme ad altre quattro persone legate al clan dei Casamonica.

Il 27 ottobre 2016 è condannato in primo grado a sette anni e sei mesi di reclusione.

Domenico Spada
Domenico “Vulcano” Spada

Emanuele Dessì si è difeso dicendo che il video era sì del 2014, ma precedente all’arresto.

Tale giustificazione non può considerarsi accettabile dal punto di vista della sostanza politica.

Il Movimento 5 Stelle ha sempre fatto della sua diversità dai partiti la propria bandiera e Dessì ha utilizzato un’argomentazione che qualsiasi sostenitore del M5S non avrebbe accettato da avversari politici e quindi, per onestà intellettuale, non dovrebbe accettare nemmeno dal proprio senatore.

Il perimetro della buona condotta in politica non può essere dato esclusivamente dal codice penale e le valutazioni sul punto non possono e non devono dipendere soltanto dal fatto che scatti o meno un’inchiesta giudiziaria e dal suo esito.

È da ricordare che proprio il Movimento 5 Stelle criticò aspramente il ministro del Lavoro Poletti chiedendone perfino le dimissioni perché fotografato ad una cena alla quale, tra i tanti commensali, c’erano anche Salvatore Buzzi e Luciano Casamonica. Il M5S non si accontentò della giustificazione del ministro, il quale spiegò che era stato invitato quale Presidente nazionale delle cooperative e che non era a conoscenza dell’attività criminale del primo e dell’affiliazione alla sua famigghia del secondo.

È credibile che Emanuele Dessì nel 2014 non sapesse dell’esistenza del clan degli Spada e dei legami di quest’ultimi con i Casamonica? Se così fosse veramente stato, l’attuale senatore avrebbe comunque dimostrato la propria inadeguatezza a ricoprire qualsiasi ruolo in politica, perché completamente avulso dalle dinamiche del proprio territorio.

IL SENATORE CHE “MENAVA”

L’altro fatto emerso dopo la presentazione delle liste riguardava un post su facebook di Emanuele Dessì datato 26 ottobre 2015.

DessìSi vantava di aver picchiato un rumeno, anzi, come dice lo sgrammaticato senatore, di aver “menato ad un rumeno”, e non certo per legittima difesa. Non contento, aggiungeva di aver già riservato lo stesso trattamento ad altri due rumeni ed è talmente fiero di queste sue bravate che le pubblicizza su facebook.

Qualsiasi commento appare superfluo.

È da sottolineare anche come all’epoca emerse che Dessì si era rivolto in modo aggressivo pure nei confronti di altri attivisti del movimento.

Ad esempio, ecco una delle sue esternazioni su facebook nei confronti di un malcapitato attivista:

Imbecille, io abito a frascati in Largo Duca di York n. 2. passa qua sotto e te lo spiego io per bene una volta per tutte come funziona la vita.

UNA CASA A SETTE EURO AL MESE

L’altra vicenda emersa durante la campagna elettorale è quella della casa di proprietà del Comune di Frascati locata per sette euro al mese a Emanuele Dessì (al quale è pervenuta dalla madre, alla quale era pervenuta a sua volta dai propri genitori).

Sul punto e prontamente intervenuta l’amministrazione comunale di Frascati, che ha così sentenziato: è tutto regolare.

Insomma le carte stanno a posto e la parola “privilegio”, che tutti i sostenitori del Movimento 5 Stelle utilizzano con frequenza per attaccare gli avversari politici, è per l’occasione improvvisamente sparita dal vocabolario grillino.

ALCUNI SONO PIÙ UGUALI DEGLI ALTRI

La fattoria degli animaliConsiderata la solerzia e la durezza che abbiamo sempre visto nei confronti di tutti coloro che non sono stati considerati in linea con i principi del Movimento, sembra proprio, alla luce dei fatti esposti, che Dessì sia protetto da una sorta di conventicola romana che esprime personaggi importanti.

Non vorremmo insomma, che ci trovassimo di fronte a una riedizione all’amatriciana, annaffiata dal buon vino di Frascati, del romanzo satirico di George OrwellLa fattoria degli animali”, nel  quale il motto dei maiali, divenuti classe dirigente della fattoria, è “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

Tra l’altro la conventicola romana di cui stiamo parlando potrebbe essere la stessa ad aver svolto un ruolo importante nella mancata certificazione di una lista M5S a Latina nelle elezioni comunali del 2016 e ad Aprilia nelle elezioni comunali 2018, scelte che hanno mortificato tanti attivisti che si erano spesi per anni e hanno penalizzato l’azione politica sui territori.

IL VOTO CON IL NASO TURATO

In politica come si crea uno spazio viene subito riempito. L’inaffidabilità dei partiti e la montante disaffezione del popolo verso la “solita politica” hanno creato un enorme spazio, che è stato riempito dal M5S.

Indro Montanelli
Indro Montanelli

Un aspetto politico da valutare è che il voto a favore del M5S, sicuramente caratterizzato almeno inizialmente dall’entusiasmo, possa trasformarsi in qualcosa di diverso.

La mortificazione degli attivisti sui territori (come è avvenuto nel capoluogo di provincia e nella seconda città della provincia di Latina), la netta sensazione che esistano dei favoritismi e delle persone protette, l’assenza di organizzazioni territoriali che sembra quasi voluta a discapito di chi vorrebbe fare politica nel proprio territorio, rischiano alla lunga (e forse nemmeno tanto alla lunga) di far diventare il voto per il M5S in un voto che viene dato “turandosi il naso”, solo perché gli altri vengono considerati peggiori.

Tanti anni fa (elezioni politiche 1976), fu il grande giornalista Indro Montanelli a coniare l’espressione di votare turandosi il naso.

In quell’occasione Montanelli, di proclamate simpatie verso il Partito Repubblicano di Ugo La Malfa e non certo tenero nei confronti della Democrazia Cristiana, invitò gli italiani a votare DC turandosi il naso. Lo fece non perché pensava che gli altri fossero peggiori, ma perché c’era il rischio che il Partito Comunista (considerato da lui uno spauracchio) potesse diventare il primo partito al posto della DC – eravamo ai tempi dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e dei relativi Paesi satellite, del mondo diviso in due eccetera.

La storia ci insegna che il voto con il naso turato, anche se in un determinato momento può avere un senso politico, non può certo essere considerato un buon viatico per il futuro.

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