Loas: il terreno ceduto dalla società di Aprilia viene negato per la realizzazione di un altro impianto per il recupero di rifiuti speciali
Viene pubblicato oggi, 16 dicembre, un diniego che sembra tombale, quando ieri, 15 dicembre, sono stati rinviati a giudizio per incendio doloso i tre ex vertici della Loas Italia srl, la società che gestiva gli enormi capannoni in Via della Cooperazione ad Aprilia andati a fuoco la sera del 9 agosto 2020. Uno degli incendi più devastanti e ambientalmente impattanti che la provincia di Latina ricordi.
Dovranno affrontare il processo, anche per aver omesso i controlli anti-incendio per un atto incendiario che rimane senza colpevoli, Antonio Martino e Liberato Ciervo in qualità di soci della Loas Itali srl e il legale rappresentante Alberto Barnabei.
Tornando al diniego tombale è quello che emerge da una determina del servizio Ambiente della Provincia di Latina, disposto il 2 dicembre, con cui l’ente di Via Costa ha sbarrato la strada al rilascio dell’Autorizzazione Unica per un Impianto di Smaltimento e di Recupero di Rifiuti Speciali non Pericolosi proposto alla società “T.L. ECOLOGIA S.r.l.” di Via della Cooperazione.
La nuova società, Tl Ecologia Srl, che risulta riconducibile, però, sempre alla famiglie Ciervo e Martino, aveva chiesto di poter utilizzare ciò che rimane del sito andato a fuoco dove sorgeva la Loas: chiedevano, in sostanza, l’autorizzazione a utilizzare uno dei tre capannoni rimasti intonsi in seguito all’incendio.
Ora, dopo una conferenze dei servizi che ha decretato il niet all’impianto, anche la Provincia formalizza il diniego all’autorizzazione a realizzarlo.
D’altra in due fasi gli Enti erano stati piuttosto netti. Parere negativo dal servizio Ambiente del Comune di Aprilia; parere negativo dal Consorzio Industriale che ha comunicato che “la Società T.L. ECOLOGIA S.r.l. non risulta utilizzatrice del sito industriale”; parere negativo del Comando Provinciale Vigili del Fuoco-Latina con il quale si rappresentava che “nella documentazione trasmessa” dalla società proponete “non sono contenuti elementi utili per una valutazione ai fini della sicurezza antincendio”.
Dopo i chiarimenti forniti dalla T.L. Ecologia, le cose non sono andate meglio. Di nuovo un parere non favorevole dal Comune di Aprilia per l’inagibilità dei fabbricati e delle aree esistenti, dovuti alla presenza dei rifiuti combusti nell’incendio del 9 agosto 2020. Inoltre, nel corso della della Conferenza dei servizi, è emersa l’esistenza di un Piano Industriale curato dalla Procura della Repubblica, che sarà oggetto di valutazione ed eventuale approvazione in sede di udienza, relativa al procedimento in essere in capo alla Società Loas Italia S.r.l.
Peraltro, anche nell’istruttoria tecnica è stato ribadito a chiare lettere: l’impianto non può realizzarsi “in quanto non sussistono le condizioni, in termini di sicurezza, di tutela ambientale per lo svolgimento dell’attività, in particolar modo per quanto concerne le criticità per la gestione tecnico operativa, in relazione allo stato del sito“.
Il progetto di realizzare un nuovo impianto dove accogliere rifiuti speciali non pericolosi (espressione spesso molto ambigua) è abortito.