LITORALE PONTINO: SARÀ UN VIRUS CHE CI FARÀ GODERE DEGLI ACCESSI AL MARE?

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Uno dei cancelli che sbarrano l'accesso alla spiaggia sul litorale tra San Felice Circeo e Terracina
Uno dei cancelli che sbarrano l'accesso alla spiaggia sul litorale tra San Felice Circeo e Terracina

Sarà un virus che ci permetterà di godere degli accessi al mare del litorale pontino? La stagione è alle porte e, al di là di ordinanze e linee guida, rimangono inevase tante questioni del presente e del passato

Lo stanziamento di 6 milioni di euro da parte della Regione Lazio per sostenere i Comuni del litorale nella complessa gestione pubblica delle spiagge libere, in seguito all’emergenza sanitaria Covid-19, stimola alcune riflessioni.

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Innanzitutto è apprezzabile la volontà da parte della Regione di garantire l’accesso alle spiagge libere e alle spiagge libere attrezzate in sicurezza per tutti coloro che vogliono fruire del litorale senza dover pagare necessariamente per fare il bagno, liberando il campo da dinamiche discutibili nel caso di affidamento del servizio ai privati, o ancor peggio dalla possibilità di veder ristretto lo spazio degli arenili pubblici in favore dei privati.

A sostegno di questi timori, non c’è la mancata comprensione delle difficoltà che stanno vivendo gli operatori del settore balneare, quanto l’importanza che in questa fase storica stanno assumendo i servizi pubblici essenziali, nell’interesse comune a tutela della salute pubblica, oggi come sempre. In questa ottica, stanziare risorse pubbliche per consentire ai Comuni del litorale di sostenere gli oneri per organizzare il flusso sui lungomare e la fruizione delle spiagge libere è funzionale a garantire ovunque: il rispetto del distanziamento sociale; la presenza di servizi igienici e di pulizia;  la regolamentazione degli accessi; la sicurezza in mare e il servizio di salvataggio. Verrebbe da dire che questi servizi dovrebbero essere sempre garantiti ovunque, ma questo è un altro discorso.

litorale pontino

Relativamente alla provincia di Latina, come si evince dalla Delibera di Giunta regionale n.273 del 15 maggio 2020, sono stati assegnati in base alla popolazione e alla lunghezza di arenile libero: 496.647 euro a Latina, 344.459 euro a Sabaudia, 100.000 euro a San Felice Circeo, 230.503 euro a Terracina, 234.795 euro a Fondi, 100.000 euro a Sperlonga, 122.076 euro a Gaeta, 196.792 euro a Formia, 107.436 euro a Minturno, 119.779 euro a Ponza, 100.000 euro a Ventotene.
Per i tre Comuni di San Felice Circeo, Sperlonga e Ventotene, il contributo assegnato secondo i parametri individuati è stato integrato per raggiungere la soglia minima di 100.000 € di stanziamento previsto.

Tuttavia, siamo veramente a conoscenza dei liberi accessi al mare di cui dovrebbe essere dotato il nostro litorale pontino? In una fase come questa sarebbe quantomeno auspicabile, per non dire giusto, ristabilire la corretta fruizione degli accessi pubblici in spiaggia laddove sono stati chiusi od ostacolati impropriamente. Un esempio su tutti, è il tratto di lungomare tra San Felice Circeo e Terracina dove sorgono una serie infinita di residence che di fatto privano il libero accesso al mare per un tratto considerevole di costa.

Come nella foto di copertina, un altro esempio di un cancello di un residence che ostacola l'accesso alla spiaggia. Sono innumerevoli i casi che possono essere individuati tra San Felice e Terracina: spesso sono stati oggetto di contenziosi di natura civile, ma la situazione è sempre la stessa da anni
Come nella foto di copertina, un altro esempio di un cancello di un residence che ostacola l’accesso alla spiaggia. Sono innumerevoli i casi che possono essere individuati sul tratto di strada che costeggia il litorale tra San Felice Circeo e Terracina: spesso questi “casi” sono stati oggetto di contenziosi di natura civile, ma la situazione è sempre la stessa da anni

In realtà dovrebbe essere previsto un cancello pedonale sempre aperto che permetta l’accesso in spiaggia anche a tutti coloro che non vivono nel residence, ma non è sempre così. Questa circostanza è stata spesso fonte di diatribe legali, alla cui base ci sono dinamiche discutibili di natura burocratico-amministrativa. Detto questo, c’è un elemento oggettivamente assurdo, ossia disporre di km e km di demanio pubblico a cui è negato, o anche solo ostacolato, il libero accesso, trasformandolo di fatto in un’interminabile spiaggia privata.
Ma non è questo il tema a cui è dedicato il presente articolo, quanto l’importanza e la conseguente consapevolezza di tutto ciò che è pubblico e che dovrebbe essere fruito liberamente, divenuto brutalmente evidente in occasione di una crisi sanitaria.

Trascurare o ignorare ciò che deve essere pubblicamente gestito dalle Istituzioni non è un processo indolore e privo di conseguenze per la comunità. Ad esempio il suddetto tratto di litorale tra San Felice Circeo e Terracina, popolato da decine di migliaia di vacanzieri con una densità impressionante in certi periodi dell’anno, è privo di marciapiedi, di piste ciclabili, di aree di sosta, di servizi essenziali per la viabilità, in quanto non è mai stato concepito realmente come un bene comune, bensì come una strada di servizio per tutti i residence che vi sono stati costruiti, in un’epoca storica ben precisa definita come “il sacco del Circeo” negli anni ’70. Quel lungomare non è di fatto neanche lontanamente assimilabile ad un luogo turistico dotato dei più basilari servizi essenziali. 

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Ci sono altri casi sul litorale pontino in cui la libera fruizione è piuttosto complicata e poco regolamentata, come, tra i tanti, sul tratto del lungomare di Sabaudia dove insistono le ville, o su Via del Faro e Via della Vasca Moresca a San Felice Circeo, dove molti dei siti di interesse storico-naturalistico sono difficilmente raggiungibili, o privi di libero accesso.

In questo momento dovremmo fare un’attenta riflessione sulle conseguenze di non valutare correttamente il valore di tutto ciò che è pubblico, pensando forse troppo spesso, più o meno consapevolmente, che il privato ha una maggiore valenza del pubblico. Una società evoluta è tale proprio nella misura in cui può godere liberamente, con pieni diritti e pari dignità di tutto ciò che è pubblico e tutto ciò che è privato. Oggi più che mai questi km di costa potrebbero essere una risorsa preziosa di cui disporre mettendola a servizio del flusso turistico e della libera fruizione, garantendo il rispetto delle misure a tutela della salute pubblica.

È augurabile che le risorse stanziate dalla Regione Lazio siano spese dai Comuni del litorale nel migliore dei modi per garantire un servizio pubblico essenziale, efficace e dignitoso, memori degli errori del passato

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