LEGGE SEVERINO: SINDACO DI CAMPODIMELE SOSPESO DAL PREFETTO

Roberto Zannella
Roberto Zannella, Sindaco di Campodimele

Condannato per il processo delle licenze facili agli Ncc, il sindaco di Campodimele Roberto Zannella è stato sospeso dal Prefetto

La sentenza di condanna del Sindaco di Campodimele Roberto Zannella a un anno e sei mesi di reclusione, pubblicata lo scorso 17 giugno, ha portato la Prefettura di Latina a emettere il decreto di sospensione del primo cittadino.

La Prefettura ha notificato alla segreteria comunale il decreto di sospensione di Zannella il 20 giugno scorso. Zannella è stato sospeso, così come prevede la Legge Severino, per 18 mesi. Ora sarà il Consiglio Comunale, nella seduta del 28 giugno, a ratificare la sospensione.

Il processo a carico del Sindaco Zannella si era concluso in primo grado lo scorso 23 marzo. Il Collegio dei Giudici del Tribunale di Latina, presieduto da Gian Luca Soana, lo aveva condannato a 1 anno e 6 mesi per abuso d’ufficio e falso ideologico in ragione di tre autorizzazioni rilasciate ai noleggiatori senza conducente che infrangevano la legge.

L’indagine della Guardia di Finanza di Fondi ricostruì l’accaduto e mise in luce un meccanismo per la concessione delle autorizzazioni in violazione delle norme del settore e che sfociò nel 2014 in 59 persone denunciate, quasi tutte originarie di Roma, per abuso d’ufficio e falso ideologico. Sequestrate anche le licenze stesse scaturite dalle autorizzazioni rilasciate dall’amministrazione comunale di Campodimele in relazione ad altrettante autovetture che, a fronte di circa 50.000 euro di canoni di concessione complessivamente versati all’ente locale, potevano esercitare il servizio taxi.

Solo che nessuno degli operatori con licenza campomelana svolgeva l’attività in loco, bensì a Roma dove i colleghi dell’Amar vedevano sfrecciare gli Ncc non capacitandosi della concorrenza sleale. Infatti, come evidenziato dai Finanzieri, i noleggiatori con conducente, invece di partire e tornare a Campodimele, a inizio e fine servizio, come prevedeva la normativa (o quantomeno partire e tornare da e nella provincia di Latina), si trovavano stabilmente a Roma. Il rinnovo delle licenze da parte del Comune di Campodimele, oltreché a far cassa, confermava solo l’irregolarità delle stesse.

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