LE STRISCE BLU DELLA VERGOGNA, GAETA E QUELLA GIACCHETTA STRATTONATA

Cosmo Mitrano
Cosmo Mitrano

Una scommessa che hanno vinto loro, perché hanno avuto la capacità di unirsi, di non farsi tirare la giacchetta dalla politica, di credere in loro stessi e fa molto piacere, perché questa volta Gaeta ha saputo costruire una macchinetta. Finora Gaeta si è sempre divisa, ora si è unità. Hanno grandi capacità inespresse. In più c’è una grande scommessa sociale, di reintegrare tutti gli amici che sono diversamente abili e che anche loro hanno saputo credere in questa scommessa e secondo me sarà veramente una grande sperimentazione di integrazione”.

Sembra di riascoltare le parole incomprensibili in una lingua morta come quelle profferite dall’assessore comunale di Gaeta Massimo Magliozzi solo qualche giorno fa quando affermava: “I posti di lavoro devono essere difesi da una amministrazione, ma soprattutto dagli stessi cittadini”. E invece no quelle parole di giubilo riportate sopra, di entusiasmo, di estasi sono dell’attuale sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, pronunciate nel luglio di sette anni fa, quando per sua iniziativa – in collaborazione con Eduardo Pansini che allora curò la costituzione di quella cooperativa e oggi finisce per beccarsi il piazzale dell’ex stazione per appena 400mila euro con la sua Cavour Immobiliare, da concedere poi a Vernetti (quello del crack Formia Servizi) per parcheggi privati – dava notizia della nascita di un nuovo soggetto imprenditoriale che prendeva le consegne della Soes, anzi dalle sue ceneri nasceva per ridare alla città il servizio di gestione delle strisce blu e la salvaguardia dei posti di lavoro.

Parole che oggi risuonano come una beffa, perché quei circa 40 lavoratori, compresi poco meno di una decina di persone affette dalla sindrome di Down, rischiano seriamente di perdere la gara e restare a casa. Intanto la gara l’hanno persa. E non certo per incapacità o negligenza, visto che negli ultimi anni con i loro soldi, con il loro rischio d’impresa, hanno persino comprato i parcometri oggi finiti nella proprietà del Comune e si sono messi a fare pure i vigilantes sul distanziamento sociale in periodo Covid, a dirigere il traffico per le luminarie o addirittura ad alzare e abbassare la sbarra per far entrare auto in un fortunato stabilimento balneare di Gaeta. Continuando peraltro a prestare servizio da sei mesi circa, senza nemmeno un decreto di nomina da parte del Comune, visto che il loro appalto di lavoro è scaduto. Lo stesso lavoro che hanno difeso con le unghie e con i denti, ma si vede che non è questo a interessare. Infatti, dalla dirigente competente, quella alla polizia locale, Annamaria De Filippis, allo stesso sindaco, nessuno si è ricordato di inserire nel nuovo appalto per l’assegnazione delle strisce blu, la cosiddetta clausola sociale, ovvero quella norma – prevista peraltro obbligatoriamente ai sensi dell’articolo 69 del codice degli appalti – che obbliga il nuovo soggetto privato che subentra nella gestione dell’appalto pubblico di un ente a prendere in carico tutto il personale precedentemente impiegato, per non creare disoccupazione nel luogo dove si affida un nuovo appalto. Alla faccia della salvaguardia dei posti di lavoro sventolata da Magnazzi, scusate volevo dire Magliozzi.

E alla faccia pure delle parole a queste punto del tutto fasulle di un altro assessore, Raffaele Matarazzo, che solo qualche settimana fa in Consiglio comunale affermava: “Salvaguarderemo i posti di lavoro”. È chiaro che queste evidenti violazioni normative, alle quali siamo abituati con questa amministrazione, saranno oggetto di ricorso.Insomma qualcosa non quadra. Ma perché non hanno inserito questa clausola sociale nel nuovo appalto? Delle due l’una, o parliamo di incompetenza, incapacità, dimenticanza, segno dell’attenzione che hanno al bene collettivo, e alle quali pure saremmo abituati, o per volontà, e allora speriamo che non sia così perché le spiegazioni sarebbero di altra natura e sarebbe davvero complicato trovare una spiegazione plausibile in un periodo di crisi come quella attuale, per giustificarsi di essersi dimenticati di una quarantina di famiglie gaetane, e una decina di ragazzi portatori di handicap entusiasti di svolgere il proprio dovere. Però poi ricordiamo che tra un anno appena a Gaeta si vota, e allora quella giacchetta alla quale Mitrano non dimenticava di fare riferimento nella sua retorica, potrebbe tornare a essere strattonata.

Tuttavia, dopotutto, a pensarci bene, quelle famiglie non saranno più 40, ma qualcuna meno, infatti con il concorso pubblico – no no no – non quello della Asl, pilotato dalla politica per truccare l’assegnazione di posti di lavoro pubblici, da donare tra gli altri anche al figlio della presidente del Consiglio comunale di Mitrano, Pina Rosato, e che il sindaco lascia al suo posto. Parliamo di un altro concorso, certo capiamo che è difficile stare dietro a tutti i concorsi e saper distinguere e ricordarsi quale sia credibile e quale no, ma ora stiamo parlando di quello dei vigili stagionali, che ha fatto gran rumore sin dal suo annuncio perché tacciato di scarsa pubblicità. Ecco quel concorso ha di fatto decimato la Blu Gaeta perché guarda caso nella graduatoria definitiva, figurano alcuni lavoratori proprio della Blu Gaeta – quelli provenienti dal progetto Gevi voluto dal fedelissimo di Mitrano Antonio Buttaro – alcuni già in organico alla polizia locale e collaboratori fidatissimi all’interno del comando, c’è poi un parente di un dirigente comunale, ex candidati nelle liste dell’attuale maggioranza e anche una vecchia collaboratrice di Mitrano, oltre i figli di vigili urbani attualmente in organico. Addirittura nella commissione di gara figurerebbe un soggetto legato sentimentalmente ad un concorsista. Roba da pazzi.

Analogie piuttosto inquietanti con un altro concorso per vigili andato in scena proprio un anno dopo la nascita della Blu Gaeta, nel 2014, sempre per vigili urbani, istruito – manco a dirlo – dal dirigente Buttaro e che infatti finirà sotto la lente d’ingrandimento della guardia di Finanza, prima di essere annullato dallo stesso Comune. Ebbene anche allora nei primissimi posti della graduatoria finirono la cognata del sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, il braccio destro dell’allora vicesindaco Christian Leccese, il figlio di un vigile già in organico al locale comando e un esponente del movimento giovanile di Forza Italia. Insomma alla fine qualcuno della Blu Gaeta finirà al comando di polizia locale? Ma perché? Eppure quando la Blu Gaeta fu creata, nell’atto costitutivo riportato dalla delibera N°73 del 6 novembre 2014, al punto N°4, si legge chiaramente come sarebbe stato garantito per il futuro il passaggio nella successiva ditta, sia dei lavoratori che dei soci lavoratori impegnati nella cooperativa Blu Gaeta. Insomma l’affare dei parcheggi, delle strisce blu e degli introiti a Gaeta si allarga e si fa sempre più oscuro e intricato, dopo la scandalosa operazione di svendita per appena 400mila euro del piazzale dell’ex stazione ad un privato invece che al Comune, finito nelle mani di un conoscente storico del sindaco, senza che questi si accorgesse di nulla (dice lui), che da solo partecipa alla gara con una società creata da due mesi e dà in concessione a Vernetti l’area, arriva un concorso pieno zeppo di amici e parenti della politica e dipendenti della Blu Gaeta nella graduatoria finale e ora questa assegnazione. Perché anche su questo qualcosa non torna.

Ad aggiudicarsi la gara ai danni della Blu Gaeta, infatti, è una associazione di due ditte, una cosiddetta Ati, formata dalla K-City e dalla Open-Software. Ora vale la pena ricordare, che la K-City, senza mai aver avuto alcun rapporto con l’amministrazione comunale di Gaeta, una decina di giorni fa, di punto in bianco, fornisce la città di circa 150 monopattini completi di segnaletica stradale, e in più fornisce – non sappiamo se a titolo di donazione o in quale altro modo – il comando di polizia locale di quattro scooter elettrici. La K-City risulta peraltro presente sia a Formia che a Minturno, ma, in particolare a Formia, dove ha vinto un appalto da oltre un milione di euro, non risulta attualmente controllata da quello che secondo la legge si chiama Dec, ovvero direttore dell’esecuzione, che dovrebbe essere nominato dal dirigente comunale competente, in questo caso la dirigente della Polizia Locale Rosanna Picano.

Per quanto riguarda la Open Software, dobbiamo invece approfondire anche altre informazioni circa la probabile aggiudicazione dell’appalto per l’installazione dei sistemi tutor per la velocità sulla Flacca, ad oggi non ancora posizionati, eppure preannunciati sin da aprile.

Tornando alla gara per le strisce blu, questa Ati vince con un ribasso da 90mila euro circa, siamo sui 600mila euro l’anno, e senza nemmeno garantire il servizio di affissione che invece garantisce la Blu Gaeta, con lavoratori di Gaeta impegnati da circa 20 anni sul territorio. Peraltro va detto che in questi sei mesi che sono passati senza che la Blu Gaeta operasse con un decreto di nomina prorogato, il sindaco ha pagato da marzo ad aprile circa la metà di quello che la cooperativa percepiva normalmente, da 64mila a 30mila euro, speculando sulla natura sociale della cooperativa di tipo B, ovvero quella sociale, per la presenza di persone diversamente abili, che gli ha consentito di operare con affidamenti diretti sottosoglia come la legge consente, ma ovviamente perdendo sulla forza lavoro e sul personale in servizio. Ecco spiegate ad esempio le code per il rinnovo parcheggi.È chiaro che questa vicenda, anche questa, non finisce qui, e aspettiamo di vedere le carte. Di certo resta la vergogna: norme violate, strane compravendite, parcheggi ai privati, concorsi bizzarri, lavoratori a rischio, disoccupazione, chiacchiere da dare in pasto all’elettorato e quella giacchetta, di nuovo, quella di cui parlava Mitrano, e che forse conosce meglio di chiunque altro, oggi, più stropicciata che mai.

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