Sin da subito si sono opposti alle dichiarazioni dell’attuale presidente della Provincia di Latina, nonché sindaco di Pontinia, Carlo Medici, che un paio di mesi fa rilanciava la proposta del sindaco di Terracina: trasformare il sito di Morelle, nato come centro di compostaggio aerobico, in impianto di produzione di biogas da rifiuti organici.
Oggi, gli attivisti di Terracina 5 Stelle ribadiscono la loro posizione con una nota pubblicata sul loro blog, annunciando, oltre al banchetto del 20 ottobre in piazza Garibaldi, un evento pubblico che si terrà domenica 27 ottobre, alle ore 17, presso la Sala Convegni del Palace Hotel di Terracina: “Morelle, quale futuro?”. All’incontro sono stati invitati Pasquale Milo, Presidente Isde (Medici per l’ambiente) Latina, Franca Maragoni, presidente WWF Litorale Laziale, Giorgio Libralato, consulente tecnico, Gaia Pernarella, Consigliera regionale Lazio e componente della X Commissione regionale Rifiuti, Emanuela Zappone, Assessore comunale con delega all’Ambiente.
“Il Centro di raccolta di Morelle deve conservare la sua natura ospitando un piccolo centro di compostaggio aerobico, senza digestivi e produttori di energia, per il solo fabbisogno di Terracina e in minima parte di altri siti la cui frazione umida sia di qualità, comuni limitrofi con ottime percentuali di differenziata e mercati ortofrutticoli. Le caratteristiche strutturali dell’impianto, poi, possono già ora permettere di attuare molti di quei progetti di economia circolare sperimentati con successo nel nord Italia e nord Europa che da anni hanno riconvertito i vecchi centri di raccolta in fabbriche di materiali con tanto di officine per il recupero e mercatini per il riciclo. E che tra l’altro hanno generato posti di lavoro specializzati e non viziati da incentivi pubblici”.
Gli attivisti di Terracina 5 Stelle si concentrano sull’impianto pubblico costato milioni di euro e per anni abbandonato, salvo successivamente essere utilizzato in minima parte dalla società De Vizia Transfer spa che gestisce la raccolta dei rifiuti in città e che, tuttora, percepisce finanziamenti regionali per il suo adeguamento.
“Dagli atti dell’Assemblea dei Sindaci riunitisi il 16 marzo del 2018 per discutere il Piano Provinciale dei Rifiuti, però, – osservano con preoccupazione gli attivisti -, abbiamo scoperto, senza che se ne sia mai discusso in Consiglio comunale, che il nostro rappresentante comunale promuove il centro di Morelle come sede di un futuro impianto di compostaggio anaerobico ovvero di una nuova biogas“.
“Proposta rilanciata a mezzo stampa lo scorso 24 settembre quando il delegato all’ambiente riferisce cautamente di un centro di compostaggio senza meglio definirne la tecnologia ipotizzata, ma facendo riferimento ad un bando della Provincia di Latina a cui il Comune avrebbe partecipato con il Consorzio del Sud Pontino. Una richiesta di interesse della Provincia, che ha aumentato a dismisura i nostri timori considerata la tipologia di impianto e le sue dimensioni che dovrebbero andare servire tutti e trentatré i comuni della provincia”. Aggiungono dal meetup: “Se da una parte siamo lieti che la Giunta comunale si sia finalmente accorta dell’esistenza di un patrimonio pubblico non messo a regime e quindi in perdita, dall’altra avremmo sperato in una visione diversa sulle potenzialità del sito e ci saremmo aspettati soprattutto il rispetto della deliberazione di Consiglio Comunale n. 64 del 16/12/2013, proposta tra gli altri dall’associazione ambientalista WWF Litorale Laziale in cui nelle dettagliate premesse si faceva più volte riferimento all’utilizzo dell’impianto di Morelle per la produzione di “compost di qualità”.
“Un’inversione di tendenza, o meglio una brusca virata portata avanti silenziosamente dalla Giunta – rincarano gli attivisti – che oltre a dimostrare la natura della nostra amministrazione, ancora di più ci impensierisce quando attraverso le parole dell’Assessore pontifica su salubrità di biogas e biometano, evidentemente senza aver mai letto le relazioni pubblicate da ISDE medici per l’ambiente o i dati ambientali registrati da ARPA Lazio su suolo, aria ed acqua limitrofi a questo tipo di impianti”.
Concludono: “Ci chiediamo come faccia la Provincia di Latina a non sapere, visto che è stata proprio lei a dare l’ok o per lo meno ad esprimere parere, che nella nostra provincia sono state autorizzate o sono in iter autorizzativo, impianti privati di compostaggio con produzione di energia che per la legge del mercato avranno tariffe più vantaggiose di un impianto a gestione pubblica e con capacità di trattamento ampiamente superiori al fabbisogno del territorio. Non è che si vuole speculare sulla possibilità di far girare il FORSU e quindi vederci arrivare rifiuti organici da ogni dove trasformando il nostro territorio in un mega compound industriale destinato alla gestione dei rifiuti?”.