LE FABBRICHE PONTINE E LA CRISI DEL VIRUS: FINO AL “CASO” IN SICAMB SENZA PROTEZIONI

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Le Risorse Umane della Sicamb scrivono ai dipendenti dopo la chiusura dello stabilimento. Provvedimenti anche in Leonardo spa

La Sicamb di Latina, come noto, ha chiuso. Così ha fatto la Pfizer di Aprilia che ha deciso di sanificare i luoghi di lavoro per via di un possibile caso di positività di uno dei dipendenti.

Le fabbriche pontine che continuano a lavorare a pieno regime hanno dovuto affrontare ciò che i complessi industriali stanno affrontando in tutta Italia: si lavora nonostante il virus, lo si fa sovente mettendo a rischio la salute dei lavoratori e, giocoforza, di tutti noi poiché, come è stranoto, un positivo ne genera tra i 3 e i 5. E negli stabilimenti industriali gli assembramenti, così come nelle scuole e nelle università (i primi luoghi ad essere chiusi in Italia), sono all’ordine del giorno.

In Sicamb, così come in Leonardo spa (l’azienda che si trova sulla Pontina, nel comune di Cisterna), anche durante la prima settimana di serrata derivante dai decreti della Presidenza del Consiglio si è continuato a lavorare, per lo più, senza mascherine e protezioni adeguate.

Lo sanno i lavoratori, lo sanno le parti sociali, lo sa anche Unindustria che, invece, dalle colonne de Il Messaggero, con la voce del suo Presidente Giorgio Klinger (direttore generale di Sicamb), riesce a sostenere: “Abbiamo messo subito in campo, anche in anticipo rispetto al sorgere dell’emergenza, tutte le precauzioni per i dipendenti“. Il che non è semplicemente vero.

Oggi, con un comunicato al personale, il direttore di Risorse Umane della Sicamb ha diramato una nota ai lavoratori con cui si cerca di rimediare quando, però, c’è già stato un caso di positività all’interno dell’azienda: un uomo di Sezze Scalo ricoverato al Reparto Malattie Infettive del Goretti di Latina.

Queste sono le concessioni dell’azienda ai suoi lavoratori i quali, però, fino al caso summenzionato non hanno lavorato in sicurezza. Anzi.

40 ore di permessi retribuiti per le quali non sarà necessario far pervenire alcun giustificativo; il personale prima dell’accesso al luogo di lavoro sarà sottoposto al controllo della temperatura corporea (e prima del caso di positività?): se la temperatura sarà superiore ai 37,5 °C non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro.

Il personale che negli ultimi 14 giorni ha avuto contatti con soggetti risultati positivi al Covid-19 o provenga da zone dichiarate a rischio non potrà accedere in azienda. L’azienda effettuerà la pulizia dei servizi igienici e degli spazi comuni due volte al giorno, oltre che ad azioni di sanificazione degli ambienti di lavoro ogni 15 giorni. Ogni dipendente effettuerà la pulizia della propria postazione di lavoro, sia nei reparti produttivi che negli uffici ad ogni fine turno, con adeguati prodotti forniti dall’azienda. Eppoi l’adozione delle precauzioni igieniche con particolare riferimento alle mani: “si raccomanda la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone“. Fermo restando che siamo certi che i lavoratori di Sicamb guardino la televisione e leggano le notizie in cui  da settimane l’Oms, l’ISS e la Protezione Civile si sgolano per farci lavare le mani.

Inoltre, scrivono dalle Risorse Umane, “al fine di limitare quanto più possibile la compresenza di personale in azienda, ove possibile, le attività lavorative saranno organizzate su turni avvicendati“. E “qualora le attività da svolgere impongano di lavorare a distanza interpersonale minore di 1 metro, verranno impiegate le mascherine di protezione“. Un particolare, quest’ultimo, che contravviene alle raccomandazioni sanitarie che mettono al primo posto, oltreché al lavaggio delle mani, la distanza. In subordine, invece, l’uso delle mascherine che dovrebbe essere de plano, ma sopratutto nel combinato disposto della distanza di almeno un metro (più esperti, tra cui il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Latina, sostengono che la la distanza opportuna sia di 1,82 m).

Da ultimo, le misure sul servizio mensa che “verrà erogato, a partire dal 23 marzo (ndr: la giornata in cui i dipendenti Sicamb torneranno a lavorare nello stabilimento), esclusivamente con cestino, per l’accesso ai locali mensa si rimanda alle disposizioni già emanate“.

Inoltre, “negli spogliatoi sarà possibile accedere contemporaneamente ad un numero di persone limitato atto a garantire la distanza interpersonale minima di 1 metro e limitando al massimo il tempo di permanenza“. Saranno disattivati i distributori di caffè e snack e a ciascun dipendente sarà consegnata una bottiglia di acqua da 50 cl al giorno. Scaglionati l’ingresso e l’uscita dei vari reparti.

Anche Leonardo spa, dopo la sanificazione durata ieri e oggi, prende le sue misure. Oggi si è svolta una riunione tra sindacati (Rsu e Rls) e Azienda (HR e RSSP) in cui si sono stabiliti misure cardine.

L’ingresso nel sito di Cisterna di Latina avverrà esclusivamente dai tornelli situati in portineria, dove sarà rilevata la temperatura corporea di ogni singolo lavoratore da parte del personale infermieristico. La sanificazione straordinaria dei servizi igienici e degli ambienti di lavoro avverrà durante l’intero arco della giornata e sarà ripetuta almeno quattro volte al giorno. Verranno forniti ai lavoratori kit di pulizia a base igienizzante per l’utilizzo autonomo dei lavoratori.

A differenza di Sicamb, in Leonardo ci si ricorda che la distanza è il primo riferimento sanitario e, al contempo, verranno forniti guanti e mascherine laddove i requisiti minimi non possano essere perseguiti. Ci sarà la sospensione dei trasporti, turnisti e giornalieri, fino al 3 aprile.

Le attività che verranno svolte nel periodo suddetto sono funzionali a specifiche esigenze di Programmi indifferibili. L’organico sarà ridotto allo stretto necessario: l’Azienda ha contattato e contatterà solo i lavoratori interessati, circa un terzo della forza lavoro.

Abolito il servizio mensa.

Approcci sicuramente diversi e probabilmente in contraddizione tra loro. Misure sufficienti? Questo è difficile dirlo, più facile invece dimostrare che in Sicamb e in altre fabbriche pontine, finora, le misure non sono state rispettate (compreso Leonardo). Sperando che non debba essere necessario il “caso” che, al di là dei provvedimenti adottati ex post, genera sempre tra i lavoratori timori in loro, nelle famiglie e, dal momento che da questo incubo si esce insieme, in tutti noi.

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