LE CRITICHE SUL CENTENARIO DI LATINA ARRIVANO DA LIVORNO: “MILIONI DI EURO A LORO, A NOI NIENTE”

Simone Lenzi
Simone Lenzi

L’assessore alla cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi, attacca il governo Meloni: “Alla Fondazione Latina 2032 milioni di euro, a noi niente”

È una lettera accorata e in forma satirica, quella dell’assessore alla cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi, che, rivolgendosi virtualmente al grande musicista Pietro Mascagni, mette in risalto la sperequazione tra i soldi stanziati dal centrodestra nazionale per il centenario di Latina e l’assenza di risorse per il festival organizzato a Livorno proprio per il succitato musicista.

Una critica diretta che segue quella di pochi mesi fa indirizzata dal sindaco di Rimini alla Premier Giorgia Meloni, tacciata di aver fatto il tifo per Latina come Capitale della Cultura 2026. Come noto, in realtà, Latina non è stata mai veramente in gioco per arrivare alla nomina di capitale culturale d’Italia.

“Caro Pietro – scrive l’assessore livornese Simone Lenzi – Mi prendo la confidenza del tu, perché il Voi non si usa più, e perché, scrivendo a te che appartieni al tuo tempo, non vorrei metterti in imbarazzo con il Lei. In fondo, poi, siamo entrambi livornesi e questo, nel bene e nel male, qualcosa vuol dire. Intanto vuol dire che, in quanto livornesi, ogni volta che si tratta di confrontarci con il potere, non siamo mai a nostro agio. Siamo fatti così: abbiamo una smania, un’irrequietezza che ci prende nostro malgrado, di fronte al potere. Difficile arruolarci fino in fondo, troveremo sempre qualcosa da ridire.

Ti scrivo comunque nella mia veste di Assessore alla Cultura del Comune di Livorno perché ho da darti due notizie. Una buona e una cattiva. So che, di solito, si parte dalla cattiva per non restare con l’amaro in bocca, ma qui tocca seguire la cronologia degli eventi e andare per ordine. Nel 2019, infatti, la nostra amministrazione ha deciso di dedicarti un Festival. Mancavi solo tu, in Italia: a Busseto c’è Giuseppe Verdi, a Torre del Lago il tuo amico Giacomo Puccini, a Pesaro Gioacchino Rossini, a Bergamo Gaetano Donizetti etc. etc. Ci sembrava assurdo che l’autore di “Cavalleria Rusticana”, ad oggi una fra le opere più rappresentate nel mondo, non avesse un festival dedicato nella sua città natale. Se poi mi chiedi perché nessuno ci abbia pensato prima, la risposta la conosci da te: sei stato iscritto al Pnf, e sei stato un compositore di regime, almeno per una parte importante della tua vita, e seppure con tutti i distinguo del caso. C’è voluto comunque un po’ di tempo, tanto tempo, perché si potesse pensare con serenità a un Festival in tuo onore. Però, lo vedi, a un certo punto abbiamo voltato pagina sullo partitura, siamo passati oltre.

Con l’intermezzo di Cavalleria nelle orecchie, abbiamo pensato che i tuoi trascorsi politici fossero meno importanti della qualità della tua musica. E ci abbiamo messo dei soldi. Tanti soldi, per un comune di medie dimensioni come il nostro: non sto a dirti quanti, perché siamo fra gentiluomini e non è questo il punto. Resta il fatto che mentre gli altri festival vengono sovvenzionati dallo Stato, il tuo lo abbiamo sostenuto solo noi concittadini. Poi, al governo, è arrivata Giorgia Meloni, espressione di una destra, diciamo così, senza più complessi. Una destra che ci tiene abbastanza a sottolineare il fatto di essere proprio quello che è. Una destra, insomma, che esprime un Presidente del Senato che tiene in casa il busto del Duce. E ti dico la verità, a me questa destra non piace per niente. Però mi sono detto che era il caso di vedere il bicchiere mezzo pieno. Almeno al Festival Mascagni, ho pensato, andrà bene. Se noi siamo abbastanza sereni da dedicare un Festival a Mascagni in una città rossa, mi sono detto, un governo nero ci riconoscerà almeno due spiccioli. E invece, caro Pietro, ecco la brutta notizia: il governo stanzia milioni di euro per la Fondazione Latina 2032, che giustamente celebra l’omonima «grande città del nord» (De Gregori), ma per te, caro Pietro, non sgancia un centesimo. Hai capito bene: nada, nulla, nisba. Non è servito a niente investire per cinque anni soldi nella speranza che ti venisse riconosciuto dalla Patria il posto che ti spetta, e che infatti ti riconoscono i principali teatri lirici del mondo, dall’America alla Cina: di te, a questi, non gliene frega nulla. Mi chiedo perché. E mi vengono in mente due risposte: scegli tu quella che ti sembra più giusta.

La prima è che forse, questi, sono peggio del Duce, che almeno si limitò a storcere la bocca quando decidesti di scartare di lato, diciamo così, e scrivesti quel “Nerone” che profetizzava tanto bene la triste parabola del Mascellone stesso. La seconda invece è che, a questi, della cultura italiana non gliene frega nulla. Gliene frega solo di ammannire prebende milionarie agli amici di Latina, come premio per la fedeltà elettorale. Si lamentano dell’egemonia culturale della sinistra, insomma, ma poi non riescono a fare una rete a porta vuota neanche quando gliene dai occasione. Non lo so, scegli tu la risposta che preferisci, Pietro caro. In ogni caso, tanto, non possiamo farci niente. Noi continueremo a finanziare il tuo festival, con i nostri pochi mezzi, perché te lo meriti. Loro invece ho paura che non cambieranno idea e continueranno a finanziare la Fondazione Latina 2032 con milioni di euro anziché mettere un gettone di decenza intellettuale su un festival dedicato a uno dei più grandi musicisti italiani. E amen. Abbi intanto i miei più cordiali saluti. Spero di incontrarti una di queste sere, al crepuscolo, magari su quella terrazza che ha preso il tuo nome, ed è, come ricordi, un meraviglioso palcoscenico senza tempo affacciato sul mare nostro.

P.S. Se lì, da quelle parti, incontri il ministro Giuseppe Bottai ti prego di dirgli che sono e resto suo nemico. E che sono felice del fatto che nei giorni seguenti il 25 luglio, si siano viste uscire dalla fogne le cimici con lo stemma del fascio che gli italiani si erano staccati dai baveri delle giacche e avevano infine gettato nel cesso. Ma ti prego anche di raccontargli tutto quanto è accaduto a Livorno: sono certo che, da nemico, sarebbe con fierezza dalla parte della cultura italiana”.

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