Matilde Celentano, sindaco di Latina, Lazio Pride: “Noi in buona fede, non prestiamo il fianco ad inaccettabili strumentalizzazioni”
“Sono sinceramente amareggiata ed offesa per quel che è accaduto intorno alla manifestazione “Lazio Pride”, che si terrà a Latina il prossimo 8 luglio. Ad una mia iniziale apertura al dialogo e al confronto con le Associazioni, si è risposto con una inaccettabile strumentalizzazione, come avvenuto a livello regionale.
Non è possibile condividere l’impianto centrale del documento redatto dagli organizzatori del Pride, prima fra tutte la pratica della maternità surrogata, in netto contrasto con la legislazione vigente, con le coscienze di gran parte delle persone e, in particolare, delle donne più fragili. Io sono e vorrò essere il Sindaco di tutti ed è, quindi, mio preciso dovere rispettare le leggi dello Stato.
Credevo che la disponibilità mostrata nel rispondere ad un artista di fama mondiale come il nostro concittadino Tiziano Ferro, costituisse un’apertura importante e inaugurasse un sereno e rinnovato dialogo.
Al contrario, per tutta risposta, ho dovuto prendere atto degli attacchi verso la mia persona e verso la carica che ricopro, chiedendomi di violare la legge, da parte degli organizzatori. Posizione, peraltro, condivisa da una parte delle opposizioni. Lo stesso triste copione che ha costretto il Presidente Rocca a ritirare il patrocinio, inizialmente concesso al Lazio Pride, e che quindi mi costringe a non concedere il patrocinio.
Più che avere a cuore i diritti e il dialogo, gli organizzatori di questa manifestazione sembrano essere più interessati alle strumentalizzazioni politiche, alla visibilità e al risalto mediatico, con buona pace della tutela contro le discriminazioni, snaturando così il senso profondo di queste manifestazioni.
Per il profondo rispetto che nutro nei riguardi delle persone, di tutte le persone, delle Istituzioni e della carica che ricopro, non posso e non sono disposta a derogare a principi e valori inscritti nella mia coscienza ed a essere strumentalizzata per fini meramente politici ed interessi di parte”.
“Bene che la Sindaco Matilde Celentano abbia accolto le nostre riflessioni e abbia deciso di non concedere il patrocinio a Lazio Pride.
Siamo tutti pienamente d’accordo che ogni singolo cittadino debba essere rispettato in quanto persona, ma tutto cambia se il vero fine di una manifestazione diventa la promozione surrettizia di una ideologia che favorisce la decostruzione della maternità, offrendo modelli come l’utero in affitto, pratica che sfrutta il corpo della donna e la compravendita di bambini. Quello della maternità surrogata è un vero mercato emergente, che frutta 9 miliardi di dollari l’anno. Penso a quanto è successo a Kiev durante la pandemia Covid-19 o in questi tempi di guerra: bambini prodotti su commissione, nati apolidi e di proprietà di una società di surrogacy. Successivamente stipati come merce in strutture o bunker in attesa che i loro compratori esteri venissero a ritirarli. Penso al mercato delle madri surrogate, vittime della tratta procreativa, prese dal sud del mondo perché a basso costo o sotto coercizione, sfruttate come meri contenitori e successivamente separate dal frutto del loro grembo. Obbligate per nove mesi a seguire le regole di un contratto che stabilirà orari, cibo e stile di vita. No, non è ammissibile che sia questo un modello sociale da prendere come esempio.
Un manifesto, quello di Lazio Pride, che promuove il Self-Id creando confusione nelle nuove generazioni, offrendo un archetipo di trasformazione dell’umano attraverso la demolizione di un’idea di genere legata al binarismo e alla sessuazione.
Una manifestazione che con il suo manifesto politico è un’evidente andare sopra le righe e oltre la legge, bene ha fatto la Sindaca di Latina a non concedere il Patrocinio della città. Auspichiamo che in futuro ci sia una maggiore attenzione onde evitare errori che potrebbero costar caro in termini di salute, benessere e rispetto dei diritti di donne, bambini, adolescenti e delle famiglie italiane.”
Sono le parole di Emmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast, Organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani.