LATTARI: PERCHÈ BISOGNA FARE RICORSO CONTRO IL NUOVO DECRETO SUI PPI

L'avvocato cassazionista Pasquale Lattari

Il Decreto del Commissario Ad Acta n. 469 del 14 novembre 2019, come già riportato in La Regione corre ai ripari sui PPI: prima vittoria dei comitati, ha modificato al punto 7.1.3 il DCA n.303 del 25 luglio 2019, il progetto di rientro “Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale 2019 – 2021”. Proprio quella parte del Decreto che sanciva la trasformazione dei Punti di Primo Intervento, inquadrati nella rete dei Dipartimenti d’Emergenza e Accettazione (DEA) e dei Pronto Soccorso (PS), in Punti di erogazione di Assistenza Primaria (PAP), inquadrati nei distretti sociosanitari dell’ASL.

In particolare, la modifica del DCA 469 al precedente 303 è consistita nell’introduzione al punto 7.1.3 delle seguenti disposizioni: “la Regione Lazio ha programmato la trasformazione dei PPI in Punti di erogazione di assistenza primaria; in proposito le Aziende Sanitarie interessate (Asl Roma 4, Asl Roma 5, Viterbo, Rieti e Latina) hanno già adottato gli atti di propria competenza che prevedono il servizio, diversamente qualificato, ma in continuità con le funzioni precedentemente svolte, a far data dal 1 gennaio 2020″.

Sostanzialmente i PPI cambiano nome in PAP, ma continuano a svolgere le stesse funzioni. Si è scritto tuttavia in precedenza come l’inquadramento organizzativo-funzionale dei nascenti PAP nei distretti sociosanitari, ancor di più alla luce della recente modifica, rimanga un nodo tutto da sciogliere.

È vero altresì che il Decreto del 14 novembre, qualora venisse pubblicato prima del prossimo 2 dicembre (data in cui è stata fissata l’udienza al TAR di Roma), svuoterebbe di ogni significato, venendo meno le ragioni di urgenza alla luce delle nuove garanzie di continuità funzionale previste, la richiesta di sospensiva nei confronti del punto 7.1.3 da parte dei comuni di Cisterna, di Cori e del Comitato civico.

L’avvocato cassazionista Pasquale Lattari

Nell’articolo apparso su LED magazine, il 24 novembre scorso a firma di Annalisa Romaniello uno dei due patrocinatori del ricorso, l’avvocato Pasquale Lattari, spiega le ragioni per cui è fondamentale che il Comitato civico di Cori e i due Comuni di Cori e Cisterna di Latina notifichino un nuovo ricorso alla Regione Lazio, questa volta nei confronti del DCA 469.

Spiega Lattari: “L’assistenza primaria non ha finalità di emergenza e perciò, nella prospettiva dei ‘tagli’ regionali, la struttura ospedaliera centrale sarebbero stata adiuvata in ciò niente di meno che da un’ambulanza (postazione 118). Si può bene immaginare quale garanzia ne sarebbe derivata ai cittadini in termini di stessa qualità ed anche continuità del servizio (si immagini se appena partita ambulanza fosse arrivato altro caso di urgenza!…). Il servizio sarebbe stato irrimediabilmente compromesso, del tutto inadeguato per Qualitas e Continuità.

Domanda Romaniello: “Alla vigilia dell’udienza del 2 dicembre, proprio nei giorni scorsi, il Commissario Zingaretti con decreto 469 del 2019 della Regione Lazio – atto in attesa di essere pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia – ha annullato e sostituito il decreto 303 del 25 luglio 2019 impugnato.
È questa la grande novità e la decisiva correzione di rotta impressa dall’Amministrazione?

Risponde Lattari: “La Regione con tale atto conferma la bontà del ricorso e modifica il testo con una frase decisiva, mantenendo il servizio in essere con “la continuità delle funzioni precedentemente svolte”…ossia in linea con il servizio attuale che, dunque, è tenuto a mantenere le caratteristiche di emergenza urgenza”.

Commento dell’intervistatrice: “È quel che si dice un’autentica vittoria, ma resta sotto osservazione la stessa efficienza del sistema…”

Replica di Lattari: “Si tratta dell’emergenza ed urgenza tipica del DEA, chiamato ad operare con strumenti, presidi farmacologici e sanitari, personale 24 ore su 24. L’assistenza dovrà essere garantita, per impegno del recentissimo decreto, da altro dipartimento ASL di assistenza primaria (che ha altre finalità, strutture, fondi ecc.). Ciò sotto il profilo amministrativo non è agevole e si presta ad illegittimità e/o diminuzioni del servizio di urgenza ed emergenza. Sotto questo profilo, lo stesso decreto viola il decreto 70 del 2015 (Lorenzin) che prevedeva per i PPI con più di 6000 accessi annui che restino sotto la responsabilità del DEA …proprio al fine di garantire e perseguire legittimamente le finalità di urgenza ed emergenza”.
Come dire che il mantenimento di una gestione sufficientemente stabile ed efficiente resta un obiettivo non del tutto scontato…Proprio per questo – fermo restando l’indiscutibile risultato ottenuto con il ricorso del mantenimento del servizio dei PPI in essere – ho consigliato al Comitato ed ai cittadini – e nei prossimi giorni lo farò anche alle Pubbliche amministrazioni – di impugnare il nuovo decreto proprio per garantire sotto il profilo giuridico che il servizio di emergenza ed urgenza dei PPI resti sotto la responsabilità del DEA per ottenere garanzia di continuità e costanza nel servizio dei punti di primo intervento attuali. Il servizio di emergenza ed urgenza tutela il diritto alla vita che è diritto primario dell’uomo e nucleo insopprimibile del diritto alla salute diritto fondamentale del cittadino”.

Conclusioni di Romaniello: “Ci piace pensare che sia finalmente questo il punto di non ritorno, anche per i centri dei Lepini, per l’affermarsi di un valore autentico, mai derogabile per ogni comunità”.

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