Arrivano le ordinanze di demolizione per gli attici abusivi della palazzina di Via del Lido a Latina: da tempo è in corso un’indagine della Procura di Latina e il processo Arpalo
È la Polizia Locale di Latina, sotto la guida del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, ad aver avviato l’indagine sulla palazzina che si erge in Via del Lido e realizzata dalla “C&C” Costruzioni S.r.l riconducibile ai noti costruttori Corica. Attraverso la consulenza tecnica dell’ufficio Antiabusivismo del Comune di Latina, sono stati messi in luce alcuni illeciti edilizi al cui fondo ci sarebbero operazioni finanziarie finite direttamente nel fascicolo, e poi nel processo Arpalo, il cui maggior imputato è l’ex deputato della Repubblica Pasquale Maietta.
La tesi della Procura è che al fondo la realizzazione della palazzina, definita di lusso, esattamente al civico 60 di Via del Lido, sia stata viziata da alcuni investimenti messi ai raggi x nell’inchiesta Arpalo: riciclaggio di denaro che passava in Svizzera e poi tornava qui pulito per essere reinvestito in operazioni immobiliari.
Oggi, con l’ordinanza di demolizione del Comune di Latina, si parla di locali tecnici trasformati in attici i quali, in realtà, sono una pratica non nuova alle latitudini della palude. Ad ogni modo, secondo le ipotesi della Procura, è in questa parte di città che ci sarebbero stati alcuni affari delineati nell’inchiesta Arpalo aventi ad oggetto proprio il riciclaggio di denaro. Questo perché Via del Lido nell’ordinanza di arresto datata aprile 2018 è citata più volte come luogo in cui alcune società della galassia Maietta avevano intestati degli immobili.
Da sottolineare è che un conto è l’inchiesta dei pm Spinelli, De Lazzaro, Bontempo, chiamata Arpalo, dove c’è già un processo, un altro è l’inchiesta (condotta da Miliano) da cui scaturiscono le ordinanze odierne del Comune di Latina i cui destinatari, tranne uno di cui parleremo dopo, non sono indagati né sotto processo nel terremoto che ha coinvolto Maietta, Cavicchi, Allegretti e gli altri.
LE ORDINANZE DI DEMOLIZIONE
Oggi, Umberto Cappiello, Dirigente “Politiche e Servizio di Gestione e Assetto del Territorio” del Comune di Latina, ha firmato ben sei ordinanze sulla scorta dell’inchiesta del pm Giuseppe Miliano – a modello 45 cioè iscritta agli atti non costituenti reato – e su tre distinte informative della Polizia Municipale risalenti al luglio 2019, all’ottobre 2019 e al luglio 2017. Nelle ordinanze rivolte anche a Luigi Corica e Valeria Saccucci come legali rappresentati della “C&C” Costruzioni S.r.l, il Dirigente ordina la demolizione, a proprie cure e spese, delle opere edilizie abusive. Tra i destinatari delle ordinanze spunta anche l’Unicredit Leasing srl come proprietaria di un’unità immobiliare dove insistono gli abusi, oltreché Francesco Corica come ingegnere delle opere, l’ex politico di lungo corso Alessandro Catani come progettista e direttore dei lavori, Giuseppe Duprè in qualità anche lui di progettista e direttore dei lavori e il tecnico collaudatore statico Egidio Orlandi.
Tra i nomi a cui l’ordinanza intima di agire per il ripristino dello stato dei luoghi anche Roberto Noce, imputato nel processo Arpalo.
Ma quali sono gli abusi che si contestano?
Gli abusi non diranno poi molto agli addetti ai lavori. Diciamolo francamente: sono sempre gli stessi. Ampliamenti delle superfici ricavate ad uso residenziale, cambi di destinazione d’uso, una diversa distribuzione degli spazi interni.
In uno degli appartamenti c’è un problema curioso, almeno per i comuni mortali, poiché “dal piano di calpestio della piscina posta al piano terzo – si riporta nell’ordinanza – è presente una scala in legno che conduce al piano quarto (accatastato come terrazzo non praticabile) dove insiste una zona solarium, che comporta un aumento della superficie non residenziale di mq 103,10 circa“.
In poche parole, l’indagine ha accertato che, invece di ritrovarsi con i locali tecnici all’ultimo piano dell’edificio, sono stati realizzati attici ad uso residenziale con il più “classico” (purtroppo) dei cambi di destinazione d’uso facendo leva anche su ulteriori ampliamenti in metri quadri. Di conseguenza l’altezza dei locali all’ultimo piano è superiore rispetto ai progetti, così da consentire l’abitabilità degli attici a servizio dei piani sottostanti.
ARPALO E VIA DEL LIDO
Come detto, tra i destinatari dell’ordinanza odierna c’è anche Roberto Noce, alla sbarra con Maietta e gli altri, e citato a più riprese dal collaboratore di giustizia Renato Pugliese: dichiarazioni poi finite nel fascicolo da cui è scaturito il processo Arpalo in corso di svolgimento.
Per Pugliese, Noce è sempre stato un uomo di Maietta beneficiando economicamente di questo status. “Entrambi – ha dichiarato in un interrogatorio Pugliese – erano bravi a prendere società che poi facevano morire indebitate e in carico ai prestanome“.
Definito nell’ordinanza di arresto di aprile 2018, come “gregario” di Maietta, Roberto Noce è risultato coinvolto in 18 società o cooperative all’interno delle quali ricopriva diverse cariche, tutte riconducibili all’ex Presidente del Latina Calcio, a Fabio Allegretti e al commercialista Salvatore Di Raimo già condannato, ad aprile 2019, col rito abbreviato, a 3 anni e 8 mesi di reclusione.
Per chi non lo ricordasse, l’inchiesta Arpalo dei pm Spinelli, De Lazzaro e Bontempo ha ipotizzato un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, al trasferimento fraudolento di valori, alla bancarotta fraudolenta, a reati tributari e societari.
Interessante, dal punto di vista dell’ordinanza di oggi e i suoi possibili legami con la ben più complessa inchiesta Arpalo, è ciò che è riportato nell’ordinanza dell’aprile 2018 e ad oggi oggetto del relativo processo.
Gli interessi elvetici di Maietta emergono, infatti, in riferimento alle vicende societarie della CRF HOUSE S.r.l. e “sotto tale profilo particolarmente utili, rafforzando il quadro indiziario, appaiono le dichiarazioni rese in data 10 dicembre 2015 dal commercialista Giulio Apostolico, commercialista e amministratore della predetta società“.
Apostolico, premettendo di aver ricoperto l’incarico come testa di legno di Maietta e del commercialista Pietro Palombi (altro coinvolto in Arpalo), riferì agli investigatori della Finanza che lo interrogavano di aver curato la cessione di quote della CFR HOUSES.r.l. in favore della H.D.G. S.p.a., cessione che in realtà gli apparse fittizia tra la famiglia di Fabrizio Colletti e Patrizia Cavicchi (entrambi a processo in Arpalo) e la famiglia Allegretti.
Ma ciò che più rimanda all’edificio di Via del Lido è che era proprietaria di diversi appartamenti in via Sant’Agostino 15, pochi metri più giù dell’edificio dove insistono gli abusi di oggi.
La particolarità la riferisce Mark Iuliano, sempre agli investigatori, e sempre nel 2015: infatti, è proprio tramite Noce e Maietta, che l’ex allenatore del Latina Calcio, e campione della Juventus anni ’90 di Marcello Lippi, può soggiornare comodamente nel capoluogo di provincia. Dove? Al civico 60 di Via del Lido.