LATINA, SENZATETTO TROVATO MORTO DAI SUOI CONNAZIONALI

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Muore senzatetto: è stato trovato senza vita in un ristorante in disuso a Latina, era un uomo di nazionalità indiana

L’uomo, sui cinquanta anni, aveva sempre respinto gli aiuti offerti dai Servizi Sociali del Comune di Latina, compreso il dormitorio comunale. L’allarme è stato dato dai suoi compagni di lavoro con cui condivideva una struttura in muratura – un ex ristorante ormai in disuso – a Borgo Piave in Via Acque Alte.

L’uomo, gravato da condizioni sanitarie precarie, è stato trovato morto dai suoi connazionali di ritorno dal lavoro nei campi. Aveva sangue alla bocca ed era già senza vita quando uno degli stranieri si è accorto di lui. Da subito, sono iniziati i primi accertamenti della Polizia, della Scientifica e dell’autorità inquirente che ha disposto il sequestro del corpo per le verifiche medico-legali.

Esprimiamo profondo cordoglio per il decesso di un senzatetto, presso un ristorante in disuso alle porte di Latina – hanno scritto in una nota i consiglieri comunali di Latina Bene Comune Emanuele Di Russo e Chiara Grenga, rispettivamente presidente e vice presidente della commissione Welfare del Comune di Latina – La situazione dell’uomo, gravata da problemi di salute, era nota ai servizi sociali, dei quali purtroppo aveva sempre respinto l’aiuto. Ora speriamo che casi come il suo non si ripetano, soprattutto con l’approssimarsi delle più basse temperature della stagione invernale: con il nuovo servizio attivato oggi dal Comune di Latina grazie anche alla collaborazione delle associazioni di volontariato della città, speriamo di riuscire ad attrarre il maggior numero di persone possibile: con i servizi sociali stiamo cercando di essere sempre più rispondenti alle necessità delle persone bisognose, interrogandoci quotidianamente per migliorarli e dotandoci di nuovi strumenti come le unità di strada con personale sanitario, oltre agli operatori sociali. Anche questo è in fase di affidamento, insieme al centro diurno. Cerchiamo di far fare un passo alla volta nell’autodeterminazione anche a chi si trova in condizioni di disagio“.

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