Ferdinando “Pescio” Di Silvio rimane in carcere, così hanno deciso i giudice del Riesame di Roma respingendo l’istanza presentata dagli avvocati
Il 18enne Pescio, figlio di Costantino “Patatone” Di Silvio, rimane in carcere nonostante la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali Melegari e Cardillo Cupo. Il giovane del clan Di Silvio si ere reso protagonista di un episodio avvenuto lo scorso 10 febbraio, quando di notte aveva sparato verso un’auto, di cui ancora non si conoscono i conducenti, che si era fermata nei pressi dell’abitazione di Via Moncenisio (quartiere Giochetto) dove vive la sua famiglia e quella del pro-zio Giuseppe “Romolo” Di Silvio, in carcere insieme a Patatone per l’omicidio di Fabio “Bistecca” Buonamano.
Il giovane non ha precedenti penali ma il Riesame ha comunque deciso di lasciarlo in carcere. C’è da dire, inoltre, che dalle prime informazioni che circolano l’esame stub – che serve a verificare le tracce di polvere da sparo sul corpo di una persona – avrebbe dato risultato positivo per “Pescio”, il quale rimane ad ora l’unico indiziato ad aver sparato (anche altri due famigliari del giovane Di Silvio sono stati sottoposti allo stesso esame).
Rimangono ancora oscure le ragioni degli spari. Pescio, ad ogni modo, ha sempre negato di aver sparato, anzi all’inizio aveva dato, insieme ai famigliari, la responsabilità a chi si era avvicinato con l’auto. Rimane in silenzio, come da dettame in certe dinamiche da clan, e questo è probabile che gli faccia acquisire più “carisma” criminale di quello che aveva avuto fino ad ora. Una sorta di svezzamento nutrito dall’omertà.