L’assessore all’Ambiente del Comune di Latina, Roberto Lessio, ha protocollato le sue dimissioni nella mattina di ieri
La lettera in cui Lessio rimette le sue deleghe – Ambiente, Politiche energetiche, Acqua, Rifiuti, Marina – nelle mani del Sindaco di Latina Damiano Coletta è un colpo durissimo all’impianto della Giunta di cui Lessio era certamente perno robusto.
Sopravvissuto a critiche di ogni genere – molte delle quali con piena ragione, su tutte: l’azienda speciale Abc -, protagonista di alcune reazioni non proprio da protocollo istituzionale, imbeccato dalle critiche dei balneari ultime delle quali conseguenti alla mareggiata della scorsa settimana, Lessio, sicuramente un ambientalista esperto, è una di quelle figure che ha costituito l’anima di Latina Bene Comune. Un uomo che conosce la materia di cui tratta, è fuor di dubbio, ma che non ha saputo tradurre la sua conoscenza in amministrazione per la città. Non che sia facile, ma Latina si aspettava di più, sopratutto per quanto riguarda alcuni temi dirimenti in ambito ambientale: il ciclo dei rifiuti naufragato in un’azienda speciale ferma al palo anche sul versante finanziario (il benedetto mutuo della Cdp ancora in sonno) e, ad esempio, alcune battaglie storiche come la follia dell’autostrada a pedaggio Roma-Latina di cui Lessio si è completamente disinteressato, invece di diventare voce forte e proporre alternative sostenibili e al passo coi tempi che ci si sarebbe aspettati dall’Assessore all’Ambiente del secondo Comune del Lazio.
La motivazione delle dimissioni – il settimo assessore della Giunta Coletta che si dimette – si ascriverebbe al must evergreen delle ragioni personali. È probabile, però, che come negli altri casi, al fondo ci siano divergenze insanabili (forse non ancora per lui) di vedute: quella frattura politica e umana che si è ripetuta negli anni tra, da una parte, il Sindaco e il suo strettissimo staff e, dall’altra, componenti dell’esecutivo e alcuni consiglieri comunali (tre dei quali hanno preso baracca e burattini e sono andati via).
A conoscere il legame tra Sindaco e Assessore, tuttavia non sono da escludere ripensamenti. Ora che si dovrà decidere concretamente il piano rifiuti provinciali, ossia dove piazzare la discarica di servizio e gli altri siti di impiantistica nella provincia pontina, non è di certo di buon auspicio che vada via l’Assessore all’Ambiente del capoluogo di provincia. Tanto più che, come è noto, i consorzi industriali chiamati a fornire una lista di siti ai Comuni e alla Provincia non hanno escluso Latina città (vedi area vicino alla Plasmon o Latina Scalo).
Ecco, se questa amministrazione non vuole uscire sconfitta di nuovo, celebrare una sorta di impotenza di fronte alla Regione Lazio e ai Comuni della provincia più organizzati e agguerriti, è bene che a breve non debba comunicare alla città che, dopo Montello, avremo un’altra discarica.
Per farlo sarebbe servita un’unità a prova di bomba: pare confermato, ancor più da ieri, che non ci sia.
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