LATINA, IL PALAZZO BLOCCATO DAL COMUNE DIVENTA UN CASO DI MEDIAZIONE

Il fabbricato oggetto dell'ordinanza
Il fabbricato oggetto dell'ordinanza

Comune di Latina coinvolto nella mediazione civile tra un acquirente e la società edilizia che ha costruito il palazzo di Via Marino

È un palazzo quasi maledetto quello di Via Marino. A giugno 2020, un’ordinanza intimò al rappresentante legale della Costruzioni Generali Massimo Riccardo di procedere alla demolizione di alcune parti del fabbricato. Si trattava di un ampliamento della superficie e della realizzazione di opere e ambienti (cantine, deposito ecc.), la cui istanza presentata al Servizio Edilizia Privata risultava improcedibile.

Secondo il Comune di Latina, i due locali sottotetto del fabbricato erano stati trasformati in due unità immobiliari ad uso residenziale indipendenti mediante la rimozione della controsoffittatura. Istanza anche in questo caso improcedibile.

L’ordinanza firmata dall’allora Dirigente Politiche e Servizio di Gestione e Assetto del Territorio Eleonora Daga, insieme al Responsabile dell’Ufficio Antonio Ferrarese e al Tecnico Istruttore Antonio Campagna, prendeva le mosse da un’informativa di reato della Polizia Locale (non il primo accertamento degli agenti della municipale) risalente al 1 aprile 2020.

Ora, invece, una delibera firmata dal Commissario straordinario del Comune di Latina, Carmine Valente, incarica Stefano Gargano, come Dirigente del SUAP, di rappresentare il Comune di Latina nel procedimento di mediazione disposto dal Tribunale Civile di Latina con l’assistenza dell’avvoccato Francesco Cavalcanti dell’Avvocatura Comunale. Ma cosa è successo?

A spiegarlo è sempre la delibera commissariale disposta il 15 febbraio 2023. Un promissario acquirente ha, infatti, fatto causa alla Costruzione Generali di Riccardo chiedendo il risarcimento di tutti i danni, materiali e morali, subiti e subendi, conseguenti alla ritardata consegna del bene immobile oggetto di contratto preliminare di compravendita, o comunque pretendendo la restituzione del prezzo di acquisto.

A sua volta, la Costruzione Generali ha chiamato in causa il Comune di Latina, chiedendo la condanna dell’Ente al pagamento di quanto dovuto in caso di soccombenza, in riferimento “alle servitù di passaggio per superare l’interclusione del fondo interessato dall’assentita costruzione edilizia insistente”.

È stato Tribunale Civile di Latina all’esito della consulenza tecnica d’ufficio a rivolgere l’invito alle parti di procedere ad un tentativo di mediazione, in ragione dell’iniziativa assunta dal promissario acquirente.

In sostanza il privato chiede i soldi all’impresa edile la quale, dovendo scontare l’accesso intercluso dal Comune di Latina, vuole rivalersi sull’Ente. In questo garbuglio, sarà una mediazione di natura civile a sperare di risolvere il caso, con relativo esborso di soldi. Sperando che non siano tanti quelli pubblici.

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