LATINA. I GIOVANI LBC/PD NEL SEGNO DI ZINGARETTI: UN MESSAGGIO IN STILE PRIMA REPUBBLICA

Leonardo Majocchi e Valeria Campagna
Leonardo Majocchi e Valeria Campagna

C’è una certa tendenza, almeno da quattro decadi, di vedere i giovani come portatori sani, necessari e assoluti di limpidezza e trasparenza. Non è politicamente corretto criticare i giovani militanti politici perché questi sarebbero, per forza, e in nome di una vetusta retorica sessantottina, più brillanti e, a volte, maturi degli adulti. I giovani – una categoria nata proprio in quell’anno del Novecento – quando parlano in politica, o si esprimono su grandi temi, sono per decreto o bolla papale interessanti, nuovi e dirompenti. Ovviamente non è vero, e una delle prove che non lo sia è il comunicato pubblico di Lbc Giovani e Giovani Democratici (PD) in cui si esorta all’unione, in vista di Latina 2021, tra il partito di Damiano Coletta e quello di Enrico Forte e Claudio Moscardelli.

Pd di Latina
Pd di Latina: in alto Mauro Visari (Presidente provinciale) e Claudio Moscardelli (Segretario provinciale); in basso, da sinistra, il consigliere comunale e regionale Enrico Forte e il segretario comunale Alessandro Cozzolino (ex consigliere comunale durante Maiettopoli)

Non ce ne vogliano i due – Valeria Campagna, consigliera comunale LBC e coordinatrice LBC Giovani, e Leonardo Majocchi, segretario Giovani Democratici Latina (entrambi nella foto) – ma ciò che hanno detto li restituisce a una dimensione scontata e, dal punto di vista della città, deprimente. Per quanto vada rispettata la loro azione di metterci la faccia e dire ciò che pensano, il problema è proprio quello: ciò che pensano. E la sensazione è che siano come due ragazzi che sperano che i genitori facciano la pace e li portino a giocare. 

Il comunicato pubblico di Lbc Giovani e i Giovani Democratici (PD) è stato salutato all’unanimità come un’assunzione di responsabilità altrimenti negata dalle classi dirigenti dei cosiddetti “adulti”, intenti a cincischiare senza arrivare all’obiettivo: l’alleanza politica e strutturale di Latina Bene Comune e Partito Democratico.

DAMIANO COLETTADa sempre, abbiamo descritto questo connubio – Lbc-Pd – come catastrofico non per la qualità delle persone che dovrebbero rappresentarlo (quella è opinabile), ma per il messaggio sotteso: una coalizione “progressista e di sinistra” che è invero il primo momento di rottura tra Coletta e la città, dopo la luna di miele legittimata dalla debordante vittoria dell’attuale sindaco al ballottaggio 2016 contro Nicola Calandrini.

Pizzarotti, Pascucci e Coletta, rappresentanti del partito Italia in Comune

Eppure, né Coletta, né, purtroppo, i giovani ellebicini e democratici, l’hanno capito: la città si è sentita tradita poiché, molto semplicemente, voleva un sindaco solo ed esclusivamente civico, una sorta di amministratore apolitico ed efficiente, che parlasse solo per risolvere i problemi della città, e che non si attivasse in politica nazionale, per di più spostandosi, lui e la percezione (tutto in politica), nel campo della sinistra italiana. O di quello che ne è rimasto, cioè poco e niente, nonostante i giovani leader PD e Lbc non se ne siano ancora accorti. Passi Coletta e i suoi sodali (nel PD, invece, i “grandi” non ci provano da anni ad essere di sinistra), probabilmente legati a un sogno di mondo che non c’è più, ma che due giovani, così impegnati, pensino ancora all’Italia buona “de sinistra” contro l’Italia cattiva “de destra” è antistorico e, ossimoro per loro, vecchio

Zingaretti-Renzi-GentiloniSono settimane che leggiamo e seguiamo con grande interesse il confronto, fra Latina Bene Comune e il Partito Democratico, finalizzato a formare un percorso comune verso il 2021… – scrivono nella loro nota, Valeria Campagna e Leonardo Majocchi, proseguendo – Anche la recente esperienza di Piazza Grande, a sostegno di Nicola Zingaretti Segretario, caratterizzata da una pluralità di forze in campo, è stata un esempio di condivisione di esperienze politiche diverse, ma di stesso segno…Crediamo sia essenziale, per entrambe le parti, mettere insieme le proprie storie e punti di forza affinché si possa creare un nuovo soggetto plurale e progressista, in grado di aggregare insieme realtà politiche e associative intorno alla stessa visione di città“.

Claudio Moscardelli e Maurizio Mansutti
Claudio Moscardelli e Maurizio Mansutti

Al netto del fatto che richiamare l’unione intorno a Zingaretti significa polarizzare molto sul lato PD la futura alleanza (e non che LBC non abbia già legami molto forti col segretario democratico), ma di quale confronto stanno parlando i due giovani politici? Sanno benissimo che lo stallo si è concretizzato intorno a due ragioni essenziali e molto terrene: da una parte il Pd che vuole l’Urbanistica, dall’altra Coletta e il suo entourage ristrettissimo che pretende di avere l’ultima parola su tutto e di essere centro di gravità permanente. Come se la vittoria di 3 anni fa fosse frutto di un’azione concreta sul territorio durevole negli anni e non, al contrario, l’insieme di fattori fortunati compreso il disastro di Maiettopoli e le continue lotte intestine nel centrodestra – senza perifrasi vacue, ancora oggi dalle parti di Fratelli d’Italia e Lega si odiano reciprocamente, e non mancano le antipatie e i malumori interni (Forza Italia, comunque terza stampella, è in attesa di ciò che farà chi la domina da una decade: Claudio Fazzone).

Nicola Calandrini
Nicola Calandrini, senatore di Fratelli d’Italia e consigliere al Comune di Latina

Non hanno rubato nulla Coletta e Lbc nel 2016, intendiamoci, si sono impegnati con una campagna elettorale efficace, coinvolgente e furba, ma sono anche il prodotto di errori madornali di partiti e movimenti che non hanno saputo offrire una proposta oppure l’hanno offerta trita e ritrita. E questa puzza di stantio, dispiace constatarlo, si rapprende anche nelle parole dei due giovani.

Coletta e LBC se vogliono spingersi nelle braccia del PD ne devono necessariamente accettare le logiche. Altro che confronto sui temi! Tanto al Partito Democratico, il più esperto, capace e accattone nell’accaparrarsi poltrone di ogni tipo – vedi governo giallorosso e, nel locale, la colonizzazione dell’Ater o dei parchi regionali tanto per fare un esempio – i temi sono sempre importati il giusto. Cioè niente, fatte salve le dovute eccezioni di uomini e donne nel partito a Latina e provincia irrimediabilmente emarginati dai maggiorenti Moscardelli, Forte, La Penna eccetera.

Enrico Forte
Enrico Forte, consigliere comunale e regionale del PD

Questo tutti lo sanno ma nessuno lo dice nelle uscite pubbliche dei rappresentanti di entrambi gli schieramenti. Ma se non ce lo aspettiamo da Enrico Forte, Claudio Moscardelli e Damiano Coletta, i primi due da anni, il secondo da quando sindaco, abituati a parlare con la sintassi della politique policienne, l’assenza di un granello di verità da parte dei cosiddetti giovani delude, e non poco. O il comunicato è molto ingenuo o è molto ipocrita

Senza facili ironie sui riferimenti politici dei due (Zingaretti e Piazza Grande), quando al di là dell’oceano una ragazzina di sedici anni si rivolge ai “grandi” scudisciandoli e non certo pregandoli di fare qualcosa, è veramente difficile comprendere come il futuro che intendono rappresentare i due giovani sia chiedere permesso agli adulti – Forte e Moscardelli, due volponi della politica cittadina, e Coletta perso nel rimirarsi – e tifare affinché si muovano a mettersi insieme.

Valeria Campagna
Valeria Campagna

Ci saremmo aspettati dai due giovani, la cui anagrafe esige di parlare chiaro, qualche stilettata all’impasse dei “grandi”, qualche nuova idea (se hanno a cuore il futuro della città mettano da parte simboli di partiti perdenti e impopolari e al centro temi), chiarendo che non c’è Urbanistica che tenga. Anzi, che saranno loro a condurre il gioco avendo essa prodotto a Latina, con la compromissione della politica, disastri in cemento che, in epoca di ambientalismo almeno di facciata, sarebbe inaccettabile, ora, affidarla al Partito Democratico il quale, fino alla scorsa consiliatura, esprimeva come Presidente provinciale un avvocato difensore degli interessi di costruttori spesso, a parole, compresi nella retorica colettiana del sistema Latina.

Salvatore La Penna, consigliere regionale setino del PD

Dicano senza ipocrisie ciò che non va all’interno delle loro compagini – carrierismo/presenzialismo nel PD, accentramento decisionale di pochissimi in LBC – e si propongano come il presente. Nessun adulto – glielo sveliamo – regalerà loro niente. A meno di non prenotarsi un posto tra gli adulatori servili e illusi di idee e uomini che alle idee hanno rinunciato da un pezzo.

Aprirsi “ai contributi della società civile, delle parti sociali, degli studenti e dei giovani tutti” cosa significa? Dicano cosa vogliono fare, perché la Rete degli Studenti Medi e il Movimento Giovanile della Sinistra, con tutto il rispetto, sono poco, sopratutto in una città come Latina che non vuole sentire parlare di ideologie. Se non allo stadio.

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