LATINA, GRADINATA DELLO STADIO: ASSOLTO L’EX DIRIGENTE DELL’URBANISTICA

Stadio Francioni
Stadio Francioni

Ampliamento dello stadio Francioni di Latina: si chiude il processo nei confronti di uno dei dirigenti più noti nella storia del capoluogo

Era stato rinviato a giudizio immediato nel 2016 per abuso d’ufficio e abusi edilizi. Rino Monti, per anni Dirigente dell’Urbanistica del Comune e poi anche Direttore generale del Comune, era stato una delle figure simbolo della stagione di Di Giorgi, compresi gli scandali derivanti dall’inchiesta e, poi, processo, racchiusi nel nome “Olimpia”.

Proprio da una costola di “Olimpia”, Rino Monti era imputato, in quanto responsabile del settore urbanistica, per i lavori di ampliamento della gradinata dello stadio Francioni che furono fermati dai Carabinieri di Latina che, su disposizione dell’allora Gip Nicola Iansiti, posero il cantiere sotto sequestro.

La richiesta del rito immediato per Rino Monti fu avanzata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano. Rino Monti, nello specifico, era accusato di aver dato il via libera all’ampliamento nonostante non fosse congruente con il piano particolareggiato della zona Prampolini/R3 e favorendo così l’allora Latina Calcio a marca Maietta.

In quel PPE la destinazione d’uso del campo di calcio era stata trasformata dalla giunta Di Giorgi da “verde pubblico attrezzato” a “verde pubblico”. Un cambio che ebbe dell’incredibile e che fu uno dei motivi alla base per cui, nel 2016, quel PPE, insieme ad altri cinque, fu annullato dal commissario prefettizio Giacomo Barbato per illegittimità. Altra storia.

Rino Monti doveva rispondere di abuso edilizio (ormai prescitto) e abuso d’ufficio. Il Pm Miliano ha chiesto due anni, mentre la difesa di Rino Monti, assistito dall’avvocato Tommaso Pietrocarlo, ha sempre sostenuto che, di fatto, la gradinata è stato poi conclusa ed è attualmente fruita. Inoltre, il cambio di destinazione d’uso era giustificato in verde pubblico perché lo stadio, così, avrebbe potuto contenere eventi di intrattenimento.

Il Collegio del Tribunale di Latina, presieduto da Gianluca Soana, ha assolto Monti perché il fatto non sussiste.

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