Da che mondo è mondo la politica si gioca sulla narrazione e sulla percezione.
Grazie alla narrazione il politicante di turno racconta una realtà che spesso è “distrutta e da ricostruire”, ovviamente con le proposte più o meno demagogiche e populiste portate avanti dal proponente.
La narrazione politica è principalmente basata sulla percezione della realtà che il popolo mostra.
Se il popolo vedrà intorno a sé una realtà distrutta (anche se non lo è) il politico proporrà sempre una narrazione negativa per soddisfare l’ego dei cittadini che, così facendo, saranno sempre di più deresponabilizzati e pessimisti, oltre che investiti da un insopportabile vittimismo.
A LATINA DOMINA CHI VITTIMIZZA
Nel capoluogo, il partito che ha ottenuto un grande risultato elettorale alle ultime elezioni europee è la Lega di Matteo Salvini.
Guarda caso la Lega è il partito che più di tutti deresponsabilizza il cittadino, vittimizzandolo.
La Lega crea nemici esterni ed interni da combattere che allo stesso tempo sono anche, secondo la retorica leghista, i responsabili di tutti i mali della città e del paese. Ma attenzione, il problema non è la Lega: le facili soluzioni e la deresponsabilizzazione erano protagonisti anche in coloro che, come personaggi mediatici, avevano assorbito la massima attenzione prima di Salvini: Berlusconi, poi Grillo, infine Renzi. Fatti i necessari distinguo tra i personaggi diversissimi tra di loro, il cittadino si era illuso e si illude di aver trovato un messia politico cui demandare qualsiasi risoluzione dei problemi.
A tutto questo si aggiunge un buona dose di passatismo, che non permette di avere una visione chiara del futuro.
BASTA PASSATISMO
Secondo la Treccani il passatista è colui che si mostra idealmente e sentimentalmente attaccato alle idee e ai costumi del passato, o segue, in qualche campo della sua attività, usanze e metodi ormai superati.
Fomentare sentimenti reazionari e revanscisti come il passatismo è pericoloso, sia in campo sociale che economico.
Basti pensare a quella che succede con la fantomatica realizzazione dell’Autostrada Roma-Latina: Lega, PD, Forza Italia, Latina Bene Comune e CISL si sono schierate a favore dell’opera.
Questa è una visione per l’appunto, passatista, perchè propone un modello economico astruso, abbandonato praticamente da tutti i paesi europei, dove si investe nella mobilità sostenibile e nell’intermodalità.
Latina non ha bisogno di “mamma stato” che, creando il solito mega appalto, porti fondi ai professionisti dell’assalto ai soldi pubblici.
Questo tipo di programmazione crea soltando ulteriore debito, che poi verrà scaricato sui cittadini tramite il pedaggio, senza fornire un servizio che giustifichi tale spesa visto che l’autostrada si fermerebbe prima del famoso tappo di Tor De Cenci…insomma un disastro.
LATINA HA BISOGNO DI VISIONE
L’alternativa a questo modus operandi fallimentare c’è, ma richiede una programmazione di medio/lungo termine.
Queste soluzioni sono malviste perché non generano consenso nell’immediato e, infatti, per cambiare la percezione dei cittadini, bisogna innanzitutto cominciare una battaglia che sia prima di tutto culturale e poi politica.
Latina è una città relativamente giovane, e per questo ha dei buoni margini di miglioramento rispetto al resto del Paese che invece invecchia sempre di più.
Però i giovani devono essere inseriti in un contesto socio/economico virtuoso che li stimoli a generare imprese innovative dall’alto valore aggiunto.
Ad esempio la canapa industriale può essere trasformata anche in filamento per la stampa 3D, oltre che in olio, farina, e materiale di bio edilizia, sempre con investimenti sottoproporzionali rispetto alla loro resa.
Di questo tipo di impresa ha bisogno Latina, di imprese che siano al passo con i tempi e che portino un grande valore aggiunto, oltre che attrarre investimenti dall’esterno.
PUNTARE SULLE GLOBAL CHAINS
Lo studio “Italia Multinazionale 2017” commissionato da ICE-Agenzia giunge alle seguenti conclusioni: le prestazioni delle imprese a partecipazione estera in Italia evidenziano un valore aggiunto per addetto più elevato rispetto alla media nazionale.
Nel 2015 questo valore raggiungeva 97.900 euro/addetto nelle imprese la partecipazione estera salendo a 111.900 euro/addetto nelle imprese a controllo estero, contro i 63.700 euro/addetto della media nazionale.
Sempre nel 2017, lo studio legale Hogan Lovells ha presentato il Rapporto “An Overview of the Italian M&A Market Report”, commissionato al Politecnico di Milano le aziende a partecipazione o proprietà estera risultano avere un impatto positivo sull’accesso a nuovi mercati e sull’internazionalizzazione, cui fanno seguito una maggiore diversificazione della produzione, nuove partnership commerciali, maggior potere contrattuale, miglioramenti di fatturato, margini, livello occupazionale e remunerazione del personale.
Inoltre, si ritiene superato il preconcetto secondo cui l’Italia si “svende”: il prezzo medio di vendita delle aziende italiane è relativamente alto, un incentivo ulteriore per l’acquirente a mantenere e sviluppare l’azienda acquisita.
ESEMPI DI VISIONE
Eppure proprio Latina ha l’esempio in casa, forse si potrebbe chiedere consiglio a Franco Petrucci, il fondatore di una startup che ce l’ha fatta. È partito da Latina e a Latina è tornato.
Ha costruito un’impresa, Decisyon (che produce software per le aziende) e in parole povere, una piattaforma che permette di scrivere, consultare la contabilità, dialogare con i colleghi e i fornitori senza saltare da un programma all’altro, è riuscito ad attrarre i venture capital della Silicon Valley.
Certo, per due anni ha dovuto fare il pendolare sulla linea Lazio-California. Ma alla fine ha ricevuto interesse e risorse (a oggi circa 60 milioni).
Toh, un ragazzo che ce l’ha fatta? Guarda caso con un’impresa ad alto valore aggiunto che sta al passo con i tempi.
Una storia che quasi mai viene raccontata perché è più semplice parlare delle buche da sistemare…