Latina: lo stop dovuto alla sentenza del Tar blocca alla data dell’8 luglio le indennità di Sindaco, Giunta e Presidente del Consiglio. Indennità che aumentano secondo quanto stabilito dall’ultima Legge di Bilancio
I commi da 583 a 587 della legge n. 234 del 30 dicembre 2021 – al secolo la Legge di Bilancio 2022 (la cosiddetta ex Finanziaria) votata dal Parlamento italiano e partorita dal Governo Draghi – hanno previsto e finanziato un incremento delle indennità di funzione dei Sindaci dei Comuni capoluogo sede di città metropolitana e dei Sindaci dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario in una misura percentuale, proporzionata alla popolazione e al trattamento economico complessivo dei Presidenti delle Regioni, attualmente pari a 13.800 euro lordi mensili.
Il comma 584 della medesima Legge di Bilancio 2022 prevede due diverse fattispecie per l’adeguamento delle indennità. Le indennità di funzione saranno adeguate al 45% e al 68% delle misure percentuali (proporzionate alla popolazione dei rispettivi comuni) rispettivamente negli anni 2022 e 2023 con applicazione dell’incremento nelle misure integrali, a regime, dal 2024, con un concorso nelle maggiori spese da parte dello Stato.
Secondo l’interpretazione confermata, dietro precisa richiesta dell’ANCI nazionale, dal Ragioniere Generale dello Stato, l’importo da applicarsi per il 2022 e per il 2023 si ottiene calcolando rispettivamente il 45% e il 68% sull’aumento/differenza dell’importo totale a regime per il 2024 previsto per ciascuna classe demografica di ciascun comune interessato. Tra i comuni interessati, naturalmente, c’è anche quello di Latina, il capoluogo della provincia pontina.
Basti pensare che il Governo Draghi e a ruota il Parlamento che ha votato, emendandola, la ex Finanziaria, hanno previsto una spesa dello Stato maggiore di 100 milioni per il 2022, 150 milioni per il 2023 e 220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024.
Anche per il Sindaco di Latina, seppur al momento decaduto, significa una percentuale di incremento prevista all’80% rispetto al trattamento economico del Governatore del Lazio Nicola Zingaretti.
Ciò significa che a Coletta, al netto della situazione di stallo dovuta alla sentenza del Tar che ha congelato l’ente di Piazza del Popolo ad oggi commissariato, spetta (e come a lui, a qualsiasi primo cittadino di città che rientrano trai 100mila e i 250mila abitanti equiparati a quelli di centri tra i 250mila e i 500mila residenti) un’indennità pregressa, al 31 dicembre 2021, di 5.466,18 euro al mese.
Un’indennità che, via via, secondo la legge di Bilancio e per i ricalcoli sunnominati (45% e 68%), aumenta sempre più: al 1 gennaio 2022 (45%) di 2.508,21 euro per un totale di 7.974,39 euro al mese; al 1 gennaio 2023, di 3.790,19 euro per un totale di 9.256,37 euro al mese; fino ad arrivare a regime, ossia l’80% rispetto a ciò che prende il Presidente di Regione, che aumenta lo stipendio del primo cittadino di 5.573,82 euro per un totale di 11.040 euro al mese dal 1 gennaio 2024.
Non andava male neanche al vice sindaco Francesca Pierleoni la cui indennità sarebbe aumentata in tre anni raggiungendo la cifra di 8.280 euro dal 1 gennaio 2024. Stesso discorso per gli assessori: fermi al 1 gennaio 2022 a 4.784,63 euro, avrebbero guadagnato 5.553,82 euro al 1 gennaio 2023, per poi arrivare a regime e prendere dal 1 gennaio dell’anno dopo (2024) un’indennità di 6.624 euro al mese. La stessa cifra che avrebbe preso o percepirà, se il Consiglio di Stato dovesse stabilire a breve il suo responso, o comunque si dovesse tornare a una nuova stabilità amministrativa (che vinca di nuovo Coletta o ribalti il risultato Zaccheo), il Presidente del Consiglio Comunale Raimondo Tiero.
Chiaramente, le indennità spettanti agli amministratori comunali debbono essere dimezzate per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l’aspettativa. Gli unici a non aver comunicato di essere in aspettativa sono Raimondo Tiero, dipendente di ruolo del Ministero dell’Interno, e l’assessore alla Cultura Laura Pazienti, dipendente di ruolo del MIUR.
Al netto dell’intoppo giuridico amministrativo, dalle parti di Piazza del Popolo né centro-sinistra, né centro-destra (se ribalterà il risultato), potranno lamentarsi sul lato degli “stipendi”.