Esito favorevole per il Comune di Latina: non sarà l’Ente di Piazza del Popolo a dover pagare i 3,6 milioni di euro previsti per lo stoccaggio dei rifiuti nel sito di Ecoambiente srl (una delle due società che gestisce gli invasi nella discarica di Borgo Montello)
A pagare, come ha confermato la Corte d’Appello dopo la pronuncia del Tribunale di Latina nel 2016, sarà la Latina Ambiente Spa, o meglio il fallimento della società che, prima dell’era Abc, gestiva la raccolta rifiuti nel territorio del Comune del capoluogo.
La storia inizia anni fa, con la Ecoambiente srl a rivendicare un credito nei confronti della partecipata del Comune di Latina (l’ente possedeva il 51% della Latina Ambiente), inerente al contratto di smaltimento di rifiuti soldi urbani e il conferimento presso la discarica di Via Monfalcone, nel sito gestito da Ecoambiente medesima. Quest’ultima aveva stipula un contratto per i servizi di conferimento con il Comune di Latina; in seguito, dal 2006, ente sostituito dalla partecipata: per l’appunto Latina Ambiente Spa che, quasi sin da subito, rimase indietro con i pagamenti tanto da imbastire con Ecoambiente due piani di rientro (2011 e 2013). Piani che stabilirono nella cifra di 3,6 milioni di euro, dopo un paio di passaggi a erodere un po’ il dovuto, i soldi che Latina Ambiente doveva corrispondere per il conferimento in discarica a Ecoambiente srl.
Nel 2015, però, Ecoambiente fa causa per i ritardi dei pagamenti collegati allo stoccaggio dei rifiuti non solo nei confronti di Latina Ambiente ma anche in quelli del Comune di Latina, il quale è sì azionista di maggioranza – fino al 2006 il contratto per il conferimento rifiuti è tra l’Ente di Piazza del Popolo e Ecoambiente – ma non sembrerebbe avere avuto un ruolo di cattivo pagatore, considerato il subentro della partecipata.
A marzo 2016, il Tribunale respinge il ricorso di Ecoambiente: a pagare non dovrà essere il Comune di Latina, ma solo Latina Ambiente Spa. Pronuncia dei giudizi amministrativi appellata, però, da Ecoambiente che insiste: il socio di maggioranza, vale a dire il Comune di Latina, deve pagare per la partecipata, Latina Ambiente, anche perché fino al 2006, è l’Ente ad aver sottoscritto il contratto per il conferimento dei rifiuti.
Il 18 dicembre scorso, la Corte d’Appello ha emesso il suo verdetto, confermando quanto disposto dal Tar quattro anni e mezzo prima. A pagare deve essere solo la Latina Ambiente, che nel frattempo è stata dichiarata fallita: quindi, come succede in questi casi, sarà il fallimento della società a dover corrispondere i soldi che deve a Ecoambiente dal 2006, tolto, ovviamente, quanto già corrisposto (comprese le due transazioni, non pagate del tutto, risalenti in data 2011 e 2013).
Ecoambiente, così come ha stabilito la Corte d’Appello, dovrà pagare anch’essa 42mila euro di spese, nel qual computo si comprende lo studio della documentazione presentata per la causa.
Un risvolto sicuramente importante per il Comune di Latina che risparmia soldi in un settore, come quello della raccolta dei rifiuti e del suo smaltimento, che non brilla per ottima gestione (eufemismo): come noto, la Abc, l’azienda speciale voluta dall’attuale amministrazione, è ferma al palo con la raccolta differenziata e, per quanto riguarda i conferimenti dell’indifferenziato, l’Ente paga all’anno circa 8 milioni di euro per condurli nell’impianto di Rida Ambiente ad Aprilia.