Intorno alla mezzanotte di domenica 18 agosto si è verificato in pieno centro a Latina, esattamente in Piazza della Libertà nelle vicinanze del noto bar “Di Russo Caffè”, un eclatante episodio di mondo alla rovescia.
L’AGGRESSIONE
Succede che alcuni giovani ventenni si trovano inaspettatamente e improvvisamente di fronte al seguente quadretto familiare.
Un uomo dalla corporatura molto robusta tiene aperta la portiera di una autovettura e prende a calci una donna (presumibilmente la moglie o la compagna) che vi si trova dentro insieme a una bambina dall’apparente età di cinque anni.
L’uomo, molto adirato con la donna in questione, arriva a trascinarla fuori dall’abitacolo continuando a prenderla a calci.
I giovani ventenni, maschi e femmine, cercano di intervenire.
C’è chi urla per attirare l’attenzione sperando vanamente che il nerboruto energumeno desista; c’è chi, ardimentoso, addirittura prova a sottrarre la donna dalle grinfie del picchiatore, ma è costretto alla ritirata dalla soverchiante forza avversaria; c’è chi riprende la scena con l’intenzione di mostrare il tutto alla Polizia una volta che fosse intervenuta.
ARRIVANO I NOSTRI
Finalmente arriva la Polizia…addirittura due volanti.
E proprio con l’arrivo delle forze dell’ordine si materializza il mondo alla rovescia.
I giovani che hanno assistito all’increscioso episodio vengono avvicinati dalla Polizia, che chiede le loro generalità.
Benissimo…starete pensando. I valenti e solerti tutori dell’ordine si stanno preoccupando di identificare i testimoni oculari di un reato (immaginiamo che estrarre a forza da una autovettura una persona e prenderla ripetutamente a calci sia un reato).
Niente di tutto ciò.
Il motivo dell’identificazione è una eventuale denuncia nei loro confronti, cioè dei testimoni.
NO…NON SONO I NOSTRI
Il poliziotto, infatti, forse con l’intento di acquisire titoli per diventare il Garante della Privacy e quindi passare dal fastidioso servizio notturno su strada alla accogliente poltrona di un bellissimo ufficio di Roma, si preoccupa del fatto che possano essere stati girati dei video senza il consenso dell’energumeno e che questi potrebbero essere diffusi in rete. “Qualora ciò avvenisse” ammonisce il poliziotto “sarete denunciati”.
“RAGAZZINI DI MERDA”
Nel frattempo il nerboruto energumeno, mentre sta parlando con altri poliziotti, inveisce contro quelli che tecnicamente sarebbero i testimoni oculari di un reato urlandogli contro ripetutamente “Ragazzini di merda”. Ovviamente tutto ciò nell’assoluta indifferenza delle forze dell’ordine.
I malcapitati giovani ventenni, che evidentemente presi da bramosia di senso civico hanno dimenticato la saggezza dei proverbi popolari (tra moglie e marito non mettere il dito), si sono trovati a dover dar conto del loro incauto operato passando da testimoni oculari a potenziali criminali (inteso non come aggettivo ma come sostantivo, vale a dire coloro che commettono un reato). Il tutto ascoltando le urla di uno che ha appena riempito di calci di fronte ad una bambina la propria moglie/compagna e ti apostrofa “Ragazzini di merda”.
Hanno cercato di spiegare la situazione al solerte e arguto poliziotto.
In particolare hanno specificato che solo uno di loro aveva fatto il video e con il solo e unico scopo di mostrarlo alla Polizia. La responsabile della delittuosa operazione (aver ripreso una persona intenta a commettere un reato), non contenta del grave atto già compiuto, ha persino preteso di mostrare il video al tutore della legge.
Quest’ultimo, con tono fermo e deciso, ha nuovamente rimproverato la ragazzina di merda (ormai quasi alle lacrime, ma non dalle risate) evitando accuratamente di vedere il video (la ripresa non era stata autorizzata dal picchiatore di strada, nuova categoria ormai pacificamente riconosciuta dalla legge a partire dalle ore 24.00 del 18 agosto 2019 dopo gli artisti di strada).
In quel momento nessuno dei presenti ha avuto la prontezza di verificare se erano in corso le riprese di un nuovo film del fortunato e divertente filone “Scuola di polizia”.
Anzi, uno dei ragazzini di merda, non riuscendo a capacitarsi della situazione a dire il vero tendente al surreale, ha insistito nell’interloquire con il poliziotto.
Il ragazzino di merda in questione, essendo evidentemente privo di qualsiasi cognizione giuridica a differenza del tutore dell’ordine di cui sopra laureatosi all’Accademia della Scuola di Polizia di cui sopra, ha stupidamente fatto delle considerazioni ispirate al buon senso.
Lo stolto giovinetto, sempre di merda, pretendeva di aver ragione sostenendo che in presenza di un reato in corso di svolgimento non si può chiedere l’autorizzazione a chi lo sta commettendo di filmarlo. (A proposito se si vede uno che spara a una persona e poi scappa su una autovettura ci si deve limitare a leggere la targa e impararla a memoria oppure si può riprendere l’autovettura con la relativa targa? Forse è il caso di approfondire la questione con il Maigret de noantri di domenica notte).
TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE
Comunque la nottata si è conclusa bene per i ragazzini di merda. Infatti non è stato eseguito alcun fermo da parte della polizia nei loro confronti.
Non sappiamo come evolverà la situazione.
Se la signora presa a calci in mezzo alla strada dal proprio uomo non di merda non sporgerà denuncia contro di lui (e questo è quello che solitamente avviene) la vicenda non avrà alcun prosieguo.
Il tutto quindi si conclude con dei ragazzini di merda che non si sono fatti i cazzi loro identificati dalla polizia.
Anzi no, perché adesso tra quelli che non si sono fatti gli affari propri c’è anche l’estensore del presente articolo, la cui posizione deve essere ancora vagliata dall’Autorità competente.
In questo straordinario mondo alla rovescia in cui viviamo conviene prenderla a ridere. In fondo, come ebbe a dire Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non è seria.